Fabio correva come non aveva mai corso. Quei bastardi della sicurezza gli avevano fatto parcheggiare il motorino praticamente a casa, e il resto della strada che lo separava dall'entrata del Pertini se la stava facendo come se fossero i 100 metri alle olimpiadi.
La notifica di quello che era successo gli era arrivata dai social. Come tutto d'altra parte.Qualsiasi notizia i social la sanno prima di te, e te la sbattono in faccia alle 6 di mattina senza premura di filtrarla. Senza premura di chi può saperla e chi no.
A lui la notizia che Brando aveva avuto un'overdose gli era arrivata sulla chat di classe. Subito dopo uno che chiedeva i compiti di algebra per lunedì.
Un'overdose. Ma allora succedeva davvero? Non era una cosa da star di Hollywood nelle camere d'albero? Poteva davvero capitare a uno che conoscevi? A uno a cui.... tenevi?
Mentre correva con il cuore in gola gli sembrava di averlo davanti agli occhi mentre incosciente lo portavano via, coi tubi nelle braccia e la mascherina dell'ossigeno. Gli sembrava di sentirlo il suono del defibrillatore che tentava di riportarlo indietro.
Probabilmente se al primo messaggio non fosse seguito il secondo, questa volta di Niccolò,dove c'era scritto che lo avevano riacchiappato per i capelli e che stava al Pertini, gli sarebbe venuto un infarto, al suono sordo del defibrillatore che gli batteva nelle orecchie.
Sentiva il suo cuore battere contro la cassa toracica e immaginava quello di Brando, che dopo non so quanti secondi ripartiva.
Lo sapeva che era stupido correre così. Che a quel punto arrivare un minuto prima o un minuto dopo non cambiava nulla. Ma era la stessa irrazionalità che l'aveva scaraventato fuori di casa quella mattina a farlo correre. Voleva solo vederlo, coi suoi occhi.
A due passi dall'ingresso rallentò di botto e si passò febbrilmente le mani sul viso e sulla testa per ridarsi una parvenza di lucidità. Con solo il ritmo assordante del suo cuore nelle orecchie cercò con gli occhi la reception e chiese informazioni. Ora che ci pensava non sapeva neanche in che reparto fosse.
Terapia intensiva?Rianimazione?
Magari nemmeno POTEVA vederlo. Magari era in prognosi riservata.
Vivo non vuol dire niente...magari aveva danni celebrali, magari era in coma..
Scosse la testa per scacciare questi pensieri orrendi e inghiottì a vuoto mentre la ragazza dietro il vetro digitava velocemente sul computer.
"non trovo nessun Brando De Santis..." disse dopo un po' "ma è arrivato stanotte?"
Fabio sgranò gli occhi annuendo. La ragazza pigiò ancora qualche tasto ma si capiva che lo faceva a vuoto.
"ma parli del ragazzino con i ricci? Quello che hanno portato con l'ambulanza?" esclamò dopo poco, come se avesse avuto un'illuminazione. Fabio annuì ancora, poi si schiarì la gola, non capendo perchè la sua voce aveva deciso di scioperare.
"ho capito, ho capito...sei fortunato che ero di turno anche stanotte e l'ho visto entrare...aspetta..." digitò ancora a tutta velocità "eccolo qui. Terapia riabilitativa, quarto piano. Orario di visita dalle 9 alle 11"Fabio gettò un'occhiata all'orologio alle spalle della ragazza:8.45.
"un quarto d'ora e puoi entrare" gli stava dicendo infatti la receptionist "dai che sesta lì non se la passa tanto male" aggiunse facendogli un occhiolino che Fabio ricambiò con un mezzo sorriso, grato.
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Non avere paura
RomanceCosa succede a Fabio dopo la fine della seconda stagione? E a Brando sopratutto?? L'esperienza spaventosa del suo collasso sarà l'occasione per riavvicinarsi, e iniziare a lavorare per cominciare ad essere... davvero se stesso