Cap 11
Fabio sbadigliò mentre usciva di casa. Non aveva chiuso occhio neanche un minuto la notte prima. La giornata era partita davvero di merda se si pensava che era in piedi da poco più di un'ora e aveva già dovuto subirsi il letto di Brando vuoto vicino al suo, il cellulare completamente privo di un qualsiasi suo contatto e per finire sul padre che, convinto che Brando fosse semplicemente rimasto a dormire Niccolò senza avvisarlo, l'aveva rimproverato di aver sempre la faccia lunga.
Fabio sapeva che se le cose non cambiavano avrebbe dovuto dirgli la verità, e la cosa gli dava letteralmente la nausea. Deciso a rimandare l'incombenza alla sera aveva messo in moto e si era avviato a scuola.
Da un lato era certo di essere nel giusto ad essersi arrabbiato, dall'altro non poteva credere di avergli detto in faccia che aveva rotto le scatole a lamentarsi perchè la sua famiglia lo aveva rifiutato... ma come gli era venuta in mente una cattiveria simile???
Arrivato a scuola notò Niccolò che chiacchierava con Virginia in un angolo del corridoio. Brando non era nei paraggi. Pensò che tutto sommato poteva chiedergli come stesse... era una domanda normale... no? Inghiottì a vuoto, sperando vivamente che non lo aspettasse un'altra scarica di botte. Gli altri del branco non erano lì vicino, forse poteva cavarsela. Si schiarì la voce e si avvicinò al ragazzo fingendo il più possibile disinvoltura
"Niccolò.." lo chiamò attirando la sua curiosa attenzione. Il biondo lo squadrò dai suoi considerevoli centimetri di altezza in più "ecco Brando... volevo sapere, se sta bene" buttò lì. Virginia scoppiò a ridere "ti droghi Fedeli???" esclamò coprendosi il sorriso cavallino con la mano. Niccolò lo guardò come si poteva guardare un povero animaletto idiota "scusa ma a te che te ne frega..." gli disse con un sorrisino e poi aggiunse "e poi comunque non lo so, ancora non è arrivato stamattina" Fabio sgranò gli occhi archiviando momentaneamente le occhiate e il tono di scherno nel dimenticatoio "come..? ma io credevo.." balbettò
ma non aveva detto che andava a dormire da lui??? dove cavolo si era cacciato??
"stai bene Fedè? Sei bianco..." gli stava dicendo Niccolò con una lievissima nota di sincera apprensione nella voce.
Proprio in quel momento Brando fece la sua comparsa in corridoio. Vedendo Niccolò alzare un braccio in segno di saluto Fabio si voltò e lo vide. Aveva un po' gli occhi segnati. La giacca della divisa era spiegazzata, come se dal giorno prima non se la fosse proprio tolta. Lo vide aggirare lo sguardo nel corridoio gremito di gente per poi incatenare gli occhi ai suoi non appena li individuò. Lo vide marciare a passo di carica proprio verso di lui.
Non appena gli fu a portata, Brando lanciò una breve occhiata a Niccolò e poi afferrò Fabio per la manica della giacca iniziando praticamente a trascinarlo via. Lo tirò con forza per qualche passo fino al centro del corridoio. Fabio incespicò coi piedi un paio di volte rischiando di cadere
"si può sapere che ti prende????" gli disse tra i denti, più confuso che arrabbiato "ti faccio vedere che ho le palle" sentenziò lui senza neanche guardarlo. Poi non appena ebbe raggiunto il punto prescelto lo mollò girandosi verso di lui e senza dargli tempo di replicare gli serrò la testa tra le mani, attirandolo a sé con una strattone, e premette senza alcuna possibilità di difesa la bocca sulla sua. Fabio sgranò gli occhi, mentre tutti intorno a loro, dopo un momento di sconcertato silenzio, iniziavano a ridere e fischiare. Brando gli massaggiò le labbra con le sue, abbastanza intensamente da non poter pensare che stesse pagando una scommessa, ma per un tempo sufficientemente breve a non dare il tempo a nessuno di tirare fuori il cellulare. Poi si staccò da lui, facendo scivolare piano le mani via dal suo collo, cercando di guardare solo i suoi occhi. Fabio lo guardò sconvolto arrossendo furiosamente
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Non avere paura
عاطفيةCosa succede a Fabio dopo la fine della seconda stagione? E a Brando sopratutto?? L'esperienza spaventosa del suo collasso sarà l'occasione per riavvicinarsi, e iniziare a lavorare per cominciare ad essere... davvero se stesso