DUE SETTIMANE DOPO
Brando aveva la testa chegli ronzava. Si rese conto che l'aveva detto davvero dall'espressione sul viso di suo padre, che era passata da un piccolo sorrisino impanicato, da quello che spera che ciò che ha sentito sia uno scherzo, ad un'espressione prima incredula e poi tesa.
"ma scherzi?" chiese comunque. Il silenzio imbarazzato di Brando gli confermò che no...non scherzava. Aveva appena detto davanti a lui, sua moglie e sua figlia... che era gay.
"papà..." lo sentì dire con un filo di voce passando il peso da un piede all'altro e subito lo sconcerto si tramutò in rabbia
"ma che papà... che papà!" esclamò alzandosi dal divano e andandogli incontro "queste so cose serie.. non si scherza sulla roba seria Bra!" tentò ancora. Lui inghiottì a vuoto e si forzò di sollevare gli occhi da terra per guardarlo in faccia "non è uno scherzo" disse tentando di mantenere la voce ferma. Gli era sempre difficile parlare con suo padre in generale, ma quando lo fissava con quella faccia, da quei venti centimetri di altezza in più, che aveva deciso di non condividere con lui, gli si impastava sempre la bocca.
"oh madonna mia..."imprecò Roberto passandosi una mano sulla fronte e voltandogli le spalle per fare due passi indietro verso il divano, dove sua moglie e sua figlia fissavano la scena basite.
"deve esse la botta che hai preso" esclamò battendo le mani come a dire che aveva trovatola giustificazione a tutto "si probabilmente è effetto della droga... mo ti passa"
"oh ma quale droga!"esclamò la madre saltando su dal divano "quale botta??" "zitta tu" la mise a tacere il marito mentre vedeva Brando scuotere la testa "no, non c'entra niente" diceva "era così già da prima,è così... da sempre" aggiunse a voce molto più bassa tornando a guardare per terra, quasi stesse confessando di aver ammazzato qualcuno.
Roberto allargò le braccia esasperato e poi si passò di nuovo le mani sulla faccia e sui capelli
"ma perchè.... perchè a me, perchè mi fai questo?" chiese senza realmente parlare con Brando "tu lo fai apposta!" esclamò a quel punto tornando ad avvicinarsi a lui che fece istintivamente un passo indietro "lo fai apposta perchè ci provi gusto a farmi a pezzi così vero???" lui non disse nulla, così Roberto si allontanò di nuovo, gli voltò le spalle, guardò il soffitto, poi le sue donne, cercando di calmarsi,ma non ci riuscì. Si girò di nuovo verso di lui "eppure mi sembrava di averti cresciuto come un uomo, non come un finocchio!""tesoro!" tentò ancora sua moglie, ma come prima venne ignorata"ti ho dato sempre tutto quello che volevi! Perchè adesso mi devi fare questo? Io non me lo merito!" gli gridò "ti ho fatto vedere, da subito, dove dovevi guardare! Mi sembra di averti sempre dato un certo esempio!" aggiunse indicando se stesso.
"cr..credimi... che ci ho provato" balbettò Brando non staccando gli occhi da per terra.Sapeva che sarebbe stata dura, ma non immaginava di vedergli perdere il controllo così "ho fatto di tutto per.. non... ma non ci sono riuscito. Sono così" "sei così..." lo scimmiottò suo padre deridendolo "te lo dico io cosa sei! Sei un egoista!" sputò fuori spingendolo con quella parola a guardarlo incredulo "sì! Un egoista! Perchè se a te fosse fregato qualcosa della tua famiglia,come ogni tanto dici di fare, te la saresti tenuta per te questa merda! Avresti fatto quello che dovevi fare! Continuavi a fa' l'uomo,come hai fatto così bene finta di essere fino ad ora, ti trovavi una ragazzetta di quelle per bene che si possono fa vedè in giro, non come quella piccola troietta della figlia degli Altieri e te la sposavi. Poi, come ti dico sempre? Vizi privati e pubbliche virtù!"declamò puntando un dito in alto "facevi quello che dovevi fare per la famiglia e poi nel tuo privato di facevi sbattere da chi vuoi,esistono anche i prostituti maschi, o i trans o non so che merda schifosa ti piace, non lo voglio manco sapè" concluse agitando una mano davanti al viso a scacciare un'immagine disgustosa. Brando era impietrito. Anche la moglie e la figlia, scioccate dalle parole del padre non erano riuscite a commentare niente, e continuavano a fissare i due con occhi sgranati.
"e invece no" continuò Roberto "tu sei un egoista e i tuoi vizi ce li devi sbattere in faccia a noi! A tutti!" esclamò allargando le braccia e avvicinandosi di nuovo a Brando con aria minacciosa "beh non dici niente???" lo spronò prendendolo per un braccio e scrollandolo un po'. Poi lo lasciò andare guardandosi la mano disgustato, come se avesse toccato qualcosa di infetto "che schifo" disse "tu mi fai schifo!" gli scandì a pochi centimetri dal viso "ti giuro non ci posso pensare! A te che ti viene duro quando guardi i tuoi compagni di classe, Dio mio... te sarai guardato pure qualche filmino a buon bisogno, e ti ci sei fatto le seghe sopra" Brando strinse i pugni sentendo montar su una gran rabbia, mista a un groppo di lacrime in gola che non provava da quando era piccolo "no peggio!"Continuò suo padre senza pietà, gli stava vicinissimo e gli urlava addosso ormai "magari te sei pure già fatto qualcuno! Alla faccia del fatto che c'hai provato a non esse frocio!" tirò su la testa alzando gli occhi al cielo "te prego dimme almeno che non sei tu quello che lo pija al culo tra i due perchè potrei morì!"
"papà io...." fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Il primo colpo lo colse quasi di sorpresa. Brando si rese conto che non era uno schiaffo ma un pugno quello che aveva preso quando sentì il sapore del sangue venirgli in bocca dal labbro spaccato "non mi chiamare papà! Non mi chiamare papà, mi fai schifo!" gli urlava addosso Roberto. Lo afferrò per il collo della felpa. A quel pugno ne seguì un secondo e poi un terzo, naso, zigomo, poi ancora bocca.
Non era la prima volta che Brando si trovava con qualcuno che voleva picchiarlo, ma questo caso era diverso. Era suo padre quello che lo prendeva a pugni. Lui era sotto shock e non fece neanche niente per difendersi.
Lo colpì in tutto sei volte prima che sua madre si gettasse in mezzo per separarli urlando.
Si ritrovò seduto per terra con tutti i rumori della stanza che tornavano amplificati. Suo padre che ansimava, sua madre piangeva.
Si rialzò immediatamente piantandogli gli occhi in faccia, stranamente senza più paura adesso, ma con rabbia.
"vattene" sentenziò lapidario suo padre massaggiandosi le nocche "vattene. Io un figlio non ce l'ho più"
Brando respirò affondo aggirando per un attimo lo sguardo sui presenti. Sua madre piangeva ma non aveva obbiettato nulla. Rimaneva stretta al braccio di suo marito dove si era appesa per fermarlo. Sua sorella lo guardava impietrita. Era dietro di loro. Anche lei non fece nulla.
Serrò la mascella con rabbia pulendosi il sangue che gli veniva giù dal naso con la manica, poi afferrò un giaccone qualsiasi dall'attaccapanni e uscì sbattendo la porta più forte che potè.
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Non avere paura
RomanceCosa succede a Fabio dopo la fine della seconda stagione? E a Brando sopratutto?? L'esperienza spaventosa del suo collasso sarà l'occasione per riavvicinarsi, e iniziare a lavorare per cominciare ad essere... davvero se stesso