CAP 17
UNA SETTIMANA DOPO
Brando strofinò forte le mani tra loro, coperte di un impasto farinoso e appiccicoso, nel tentativo di pulirsele un po'.
"è troppo secco Fa... praticamente so briciole" sentenziò. Fabio si grattò la testa constatando che avesse ragione "che ci mettiamo?" chiese rivolto a Giovanni che, con una improbabile parannanza a fiori, stava girando il ragù in una pentola di coccio. L'uomo si sporse per sbirciare dentro la ciotola davanti a Brando mentre il figlio gli diceva "olio? Latte? Acqua?" osservò il misto slegato di patate schiacciate e farina "direi acqua.." asserì "ma non lo so, non li ho mai fatti" aggiunse prima di ridare attenzione alla pentola.
Fabio prese un bicchiere d'acqua dal rubinetto, lasciandola scorrere un attimo calda, e poi lo versò senza un minimo di grazia nell'impasto "pocaaaaaa" gli urlò troppo tardi Brando "a Fa!!" lo fulminò il riccio con lo sguardo "che ne so..." si difese lui, cercando di non ridere per la sua espressione furiosa "avevi detto che era secco" "e mo è troppo moscio!" lo rimbeccò lui cercando di dare un senso alla ben e meglio all'impasto che aveva davanti, con il risultato che quasi metà rimase attaccato alle sue mani "che cazzo di schifo!" si lamentò "Brando...." lo rimproverò cantilenando Giovanni, che non aveva voglia di essere severo perchè si stava divertendo a cucinare tutti e tre insieme, ma le parolacce proprio non le sopportava. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, mentre cercava di spiccicarsi le mani da quella specie di colla "sì, sì, ok... che schifo terribile! Va meglio?" lo sfottè palesemente. Fabio ridacchiò mentre Giovanni invece non raccolse la provocazione "si grazie" disse, e poi rivolgendosi al figlio aggiunse "se è appiccicoso ora metteteci un po' di farina, però poca per volta eh?" Fabio annuì e Brando gli rivolse un'occhiataccia come a dire -vedi? Come avevo detto io- sbuffò di nuovo "vado a lavarmi le mani, continua un po' tu" gli intimò avvicinando la ciotola dal suo lato del tavolo.
Quando ritornò gli sembrò che la situazione fosse un po' migliorata. Ok, Fabio era sporco di farina fino ai gomiti, però l'impasto sembrava star prendendo effettivamente la forma di una palla come diceva il video. "me ne metti ancora un pochino?" chiese Fabio facendo un cenno della testa al sacchetto della farina. Brando lo prese, resistette strenuamente alla tentazione di fare il bambino e buttarcene dentro una badilata, così tanto per restituirgli il favore, ne prese una manciata e la buttò nella ciotola. "grazie" gli disse Fabio facendogli un sorriso dolce, che ebbe il potere di spazzare via tutta la sua voglia di brontolare. Si sedette lì vicino ad osservarlo poggiando un gomito sul tavolo e il mento sulla mano.
"mamma mia che fatica..." si lamentò Fabio dopo un po' cercando di togliersi la farina, che sentiva solleticargli il naso, con la spalla "ma di chi è stata l'idea di provare a fare gli gnocchi???" insistette tornando a impastare "tua figliolo" rispose tranquillamente Giovanni senza girarsi "chi è causa del suo mal..." snocciolò un bel proverbio, così per gradire. Fabio si voltò per trapassargli la schiena con un'occhiataccia mentre Brando sghignazzava "beh se tu non avessi comprato, per qualche motivo, 5 kg di patate! Che stavano per andare a male!" ribattè, cercando comunque di non alzare la voce per non indispettirlo "che poi" intervenne Brando mentre disegnava delle formine sulla farina sparsa sul tavolo "che l'hai prese a fa che in questa casa le patate manco ci piacciono" buttò lì in tono malizioso. Fabio si strozzò con la saliva per la portata della battutaccia. Giovanni invece rimase impassibile "beh parla per te, Brando" ribattè ridacchiando. Questa volta fu il turno di Brando di strozzarsi mentre Fabio esclamava "papà!!" esterrefatto "che c'è?" chiese lui tranquillo "sono vecchio, mica morto" aggiunse facendo scoppiare il riccio a ridere così forte che iniziò a contorcersi sulla sedia.
In quel momento suonò il campanello.
"aspettate qualcuno?" chiese Giovanni. I due ragazzi scossero la testa "accidenti, io qua non posso mollare.." commentò l'uomo. Brando si alzò in piedi, dato che Fabio aveva le mani sporche di impasto "vado io" sentenziò uscendo dalla cucina.
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Non avere paura
RomanceCosa succede a Fabio dopo la fine della seconda stagione? E a Brando sopratutto?? L'esperienza spaventosa del suo collasso sarà l'occasione per riavvicinarsi, e iniziare a lavorare per cominciare ad essere... davvero se stesso