Cap 12
Brando si svegliò per via di un raggio di sole prepotente che, infilandosi tra le persiane di prima mattina, aveva deciso di posizionarsi proprio sulla sua faccia. Aprì un occhio tenendo l'altro ben serrato, infastidito dalla luce. Si girò da un lato afferrando il telefono sul comodino: le 6:07. Grugnì di disappunto. Si rese conto di essere relegato a un quarto del materasso proprio sul bordo. Fabio si era preso tutto il letto e dormiva beato a pancia in sotto. Gli lanciò un'occhiataccia e si mise seduto, valutando per un attimo l'idea di mettersi sul suo di letto e rimettersi a dormire (non che lo usasse spesso a dire la verità). Poi scosse la testa come a scacciare l'idea. Non ne valeva la pena, la sveglia sarebbe suonata tra circa mezz'ora. Si guardò intorno sul pavimento, poi sollevò il lenzuolo alla ricerca di qualcosa da mettersi addosso. Recuperò i boxer e poi si alzò per dare la caccia agli altri vestiti che portava la sera prima. Prese dallo schienale della sedia la felpa di Fabio (che era più ordinato di lui anche poco prima di scopare) e se la infilò, tirandosi su il cappuccio perchè gli piaceva sentire il suo profumo addosso. Gli gettò un'occhiata. Dormiva ancora a pancia in sotto, ed era nudo. Brando sorrise mordendosi per attimo il labbro inferiore per non ridere della sua espressione beata. Poi scosse la testa e si avvicinò per tirargli un po' il lenzuolo sopra, dato che aveva la pelle d'oca.
Raggiunse la cucina deserta. Buttò un'occhiata alla porta della camera di Giovanni nel corridoio, era ancora chiusa. Si guardò intorno indeciso sul da farsi, poi arraffò la moka da sopra al lavello e si mise a rovistare negli scaffali alla ricerca del caffè.
Aveva imparato a prepararlo così a 11 anni, quando per atteggiarsi lui e i suoi amichetti avevano iniziato a bere caffè a litri, per sentirsi grandi. Non potevano usare le cialde altrimenti sua mamma, che era una maniaca del caffè, se ne sarebbe accorta che mancavano, così si era fatto insegnare da suo nonno a usare la Moka.
Il nonno gli mancava... era l'unico dei suoi parenti stretti a filarselo veramente quando era piccolo.
Scacciò il pensiero triste e premette il dorso del cucchiaio sulla polvere prima di chiudere la macchinetta.
Giovanni entrò in cucina a passo svelto, attirato dal rumore del fischio della caffettiera, e si fermò sulla soglia sorpreso di trovare Brando che contemplava la moka con le mani in tasca, tranquillamente, come se sapesse esattamente cosa fare. Lo vide tirare sul il coperchio per controllare e poi spegnere il fornello. Si girò verso di lui nell'avvertire la sua presenza "giorno.." disse.
"buongiorno Brando... già sveglio a quest'ora?" gli chiese con un sorriso. Il ragazzo lo guardò di sottecchi per studiare il suo linguaggio del corpo, non sapendo se aspettarsi un'altra sgridata, o un'altra presa in giro... come la sera prima "si beh... volevo... fare qualcosa" borbottò "per te" aggiunse a un tono appena percettibile "però so fare solo il caffè, per cui..." concluse facendo spallucce e tirando via la moka dai fornelli con una presina.
"oh beh è fantastico..." commentò Giovanni cercando un tono di voce il più rassicurante possibile, dato che lo aveva visto sulla difensiva "non hai idea di quanto tempo è che non mi svegliavo e il caffè era già fatto" spiegò prendendo posto alla sua solita sedia "saranno almeno..." si incupì leggermente "beh davvero troppi anni per contarli" concluse sorridendo "quindi grazie" Brando fece un rapidissimo sorriso e si sedette anche lui, spalle alla porta, versando il caffè a Giovanni.
Lo sorseggiarono in un rilassato silenzio finchè Fabio non si palesò con un'aria più allucinata che assonnata, sulla porta. Brando si voltò a rivolgergli un'occhiata di saluto.
Fabio arrossì nel vedergli la felpa che aveva lui la sera prima. Era certo che non si sarebbe mai abituato allo spettacolo che era vederlo con addosso i suoi vestiti che faceva amabilmente colazione con suo padre.
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Non avere paura
RomanceCosa succede a Fabio dopo la fine della seconda stagione? E a Brando sopratutto?? L'esperienza spaventosa del suo collasso sarà l'occasione per riavvicinarsi, e iniziare a lavorare per cominciare ad essere... davvero se stesso