CAMILLA

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Il mattino dopo, mi sveglio molto presto.
    Mi sento un po' tesa e agitata per via della discussione di ieri sera. Eric sembrava decisamente infastidito e ho pure provato a parlare con Brayden quando ci siamo rintanati nella nostra camera. Qualsiasi cosa sia successa tra di loro, non ho trovato comunque giusto il modo in cui cerca di sfidarlo, mettendo in ballo anche me, ma lui non ha voluto sentire ragioni e mi ha letteralmente chiesto di farmi gli affari miei.
      E ora sono seduta davanti all'isola della cucina con una tazza di latte e cereali, a cercare disperatamente di trovare un modo per non rendere questa convivenza pesante e asfissiante.
      Sobbalzo però quando sento i passi di Eric che scendono le scale, ma non si ferma in cucina. Scappa direttamente a lavoro.
     Spero solo non sia ancora incavolato.

      Qualche ora più tardi, sto sistemando nell'armadio i vestiti asciugati quando Brayden si sveglia e comincia a baciarmi il collo.
       «Ti va un'altra sessione in palestra?» mi dice con una voce maledettamente roca e sexy.

Sorrido e gli afferro il viso per stampargli un bacio sulle labbra, e poi gli dico quello che penso. «No, stamattina non ti lascio usarmi solo per indispettire tuo padre».

«Indispettire mio padre?» scoppia a ridere.

«Sì, Brayden. Io la mia ragazza me la scopo dove voglio e quando voglio» ripeto le sue parole di ieri sera, imitando malamente anche la sua voce. «È stata la cosa più schifosa che tu potessi dire di me davanti a tuo padre. Già ero imbarazza per quello che stava dicendo, poi tu hai pensato di darmi il colpo di grazia».

«Dai, non puoi esserti offesa per quello che ho detto».

«Offesa no, ma sminuita sì. Che idea avrà di me adesso?»

«Cosa cazzo ti importa?»

«Mi importa perché mi sta ospitando a casa sua e l'ultima cosa che voglio è passare per una stronza superficiale che approfitta della sua gentilezza. Insomma, fa la spesa, paga le bollette e paga qualcuno per far pulire la sporcizia che lasciamo in giro. Se non posso contribuire col denaro, almeno voglio sembrare una persona educata e rispettosa» butto fuori tutto quello a cui sto pensando da quando mi sono svegliata.

Lui mi fissa sbalordito. «Stai dicendo un mucchio di stronzate».

      «Ma perché?» protesto infastidita.

      «Perché non dovrebbe fregartene un cazzo di quello che pensa di te. Anzi, approfittane finché puoi perché tra un po' non avremo più tutto questo ben di Dio», chiude il discorso e si infila una maglietta.

Non condivido per niente quello che pensa e non voglio affatto sembrare una brutta persona. Non è da me!
«Non so cosa è successo tra voi, ma non riesco a comportarmi male con lui solo per compiacere te. Lo sai come sono fatta, Brayden».

Prende un sospiro. «Quell'uomo è uno stronzo arrogante, spocchioso e spaccone. Non merita nessun tipo di gentilezza o gratitudine, né da parte mia e né da parte tua. Finge di fare la vittima adesso solo perché vuole farmi sentire in colpa, ma a lui non gliene frega un cazzo! Gli importa solo del suo lavoro, del denaro e della sua schifosa azienda!»

Vorrei rispondergli che non è l'impressione che mi ha dato, ma di sicuro mi risponderà nuovamente di smetterla. E poi, non conosco suo padre. Può darsi che tutte le cose che Brayden sta dicendo sono vere e io mi sono solo fatta ingannare dall'apparenza. Ma mentre cerco di trovare qualche risposta, vedo che prende le chiavi dell'auto.
«Dove vai adesso?»

«A cercare un lavoro. Ed è quello che dovresti fare anche tu», mi scocca un'occhiata e va via, lasciandomi completamente sola. E lui lo sa che odio stare da sola, soprattutto ora che mi trovo in una casa e in una città che non conosco, e con una domestica che mi lancia brutte occhiatacce come a volermi urlare vergognati ogni volta che mi passa davanti.

Bad Attraction (storia incompleta) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora