ERIC

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Se dovessi spiegare il modo in cui ho guardato Camilla durante questa settimana che ha vissuto in casa mia, beh, l'ho guardata come se avanti avesse una specie di barriera. Una barriera che mi impedisse di vederla veramente. Forse perché io non ho mai voluto guardarla veramente. Un po' perché sentivo che era inopportuno guardarla per troppo tempo oppure soffermarmi su qualche dettaglio del suo viso o addirittura del suo corpo. Un po' perché non mi interessava neanche guardare una ragazzina. Ma stasera, la guardo. La guardo davvero, forse per la prima volta da quando ha messo piede in questa casa, e vedo che la barriera che mi divideva da lei, va letteralmente in frantumi.
      Ebbene, tornare a casa e trovare una ragazza che non sembra affatto una ragazza, ma una donna, che mi fissa con quell'aria di chi non stesse aspettando di vedere nessun altro oltre me, mi fa uno strano effetto. Ma so bene che aspettava di vedere Brayden, e infatti il suo viso ci mette poco a cambiare espressione. Non è scontenta, ci tengo a precisare, anzi, continua a sorridermi, ma si vede perfettamente che il suo stato d'animo ritorna in attesa.

      «Ciao Eric». Rimane sulle scale, con le mani in mano, un po' timida e a disagio di mostrarsi così: truccata e ben vestita. Ma sono cose che non dovrebbe affatto provare, perché è bella. Avevano ragione Thom e Ethan, cristo santo.

«Ehi, vai da qualche parte stasera?» mi libero dalla giacca e dalla cravatta e distolgo lo sguardo da lei.

«Sì, sto aspettando Brayden. Ha detto che mi avrebbe portata a cena fuori. E tu non ti devi preoccupare di ordinare del cibo da asporto. Ho già cucinato per te e c'è un piatto nel microonde se hai fame».

«Grazie», dico sorpreso, voltandomi di nuovo verso di lei. «Anche se non dovevi».

«Ma no. Lo faccio con piacere, lo sai». Si sistema  una ciocca di capelli dietro l'orecchio e io mi ritrovo a fissarla ancora un po' troppo per i miei gusti.

      «Beh, allora buona serata. Io vado a terminare delle cose di lavoro». Tiro un sospiro e cammino a passo spedito nel mio studio, cercando di ignorare questa strana sensazione di disagio. Tutt'a un tratto, mi sento scomodo, fuori posto e con dei pensieri nella testa che non dovrei avere.

Mi concentro sui progetti che ho portato dal lavoro per revisionare alcune modifiche, e quello che doveva essere un impegno di mezz'ora, dura ben due ore e non ho neanche revisionato il tutto.
Allontano i fogli con uno sbuffo e mi lascio andare sulla poltrona. Mi ci vuole un whiskey e un sigaro per allentare la tensione che ho stasera. Ma il punto è che non so neanche che tipo di tensione sia. Qualcosa che mi sta stringendo lo stomaco e mi sta facendo scoppiare la testa, perché più cerco di ignorare e più l'immagine di Camilla mi rimbalza nella testa. Cosa avrà scaturito stasera? Il fatto che è era in tiro? Il fatto che qui dentro non ci è mai stata una donna ad aspettarmi o a preparami la cena? Il fatto che è sempre lì a dirmi buongiorno e bentornato a casa Eric? Non lo so, cazzo! Eppure non ho mai sentito il bisogno di avere tutte queste attenzioni. Il lavoro è sempre stato la mia priorità in assoluto.

Esco dallo studio con l'intenzione di fiondarmi su tutta la bottiglia di whiskey e non solo su un bicchiere, ma la voce di Camilla che proviene dal salotto mi fa bloccare.
«Brayden, dove sei?» le sento dire al cellulare e mi avvicino senza fare rumore. «È il decimo messaggio che ti mando. Quando torni? Se hai avuto problemi a lavoro almeno dimmelo, così mi fai stare meno in pensiero». Termina il messaggio vocale e poi sospira affranta, posandosi poi la testa tra le mani.

Brayden è in ritardo? Ma che stronzo!
Ritorno nel mio studio e provo a chiamarlo, ma il suo cellulare squilla a vuoto. Impreco mentalmente e mi chiedo come si può essere così menefreghista. Non pensa al fatto che la sua ragazza stia sempre chiusa in casa a cucinare e a mettere in ordine come una casalinga del cazzo sola e disperata? È questo il futuro che vuole per lei? Tenerla prigioniera mentre lui fa in giro il cazzo che vuole? A Las Vegas? Porca puttana!

Bad Attraction (storia incompleta) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora