Con uno sguardo|| Patrick Cutrone

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«Come stai?» Mi domanda Patrick, tornando a sedersi di fianco a me; poso una mano sulla pancia, con la speranza di riuscire a calmare il piccolo elefante che sta crescendo dentro. «Felice, tanto tanto felice.» Sorrido guardandolo e ricevendo un bacio sulle labbra da quello che, d'ora in poi, è mio marito.

«Sono un po' stanca, il piccolo elefante si fa sentire oggi; ma non importa, sono troppo felice per pensare alla stanchezza.» Appoggio la testa contro la sua spalla, ricevendo un bacio sulla fronte. «Se stasera non sta buono, ci penso io a fargli capire che la mamma ha bisogno di essere coccolata e quindi che lui non deve farsi sentire.»

«E dai Rick, pensi sempre a quello.»

«È un pensiero più che lecito, è la prima notte di nozze.» Sorrido automaticamente sentendo la parola nozze, abbassando lo sguardo verso la mia pancia non appena sento le dita di Patrick incrociarsi alle mie; avvicina il viso al mio ventre per lasciarci un bacio, prima di iniziare a parlare. «Ehi piccolino, non credi che dovresti calmarti almeno oggi? Non so se parlare al maschile o al femminile, ma sei troppo agitato o agitata per aver preso da tua madre, quindi immagino che in questo avrai preso da me; oggi è un giorno speciale per noi due e vorremmo che tu stessi tranquillo o tranquilla almeno un po'. Riesci a farci questo regalo?» Lascia un altro bacio sulla pancia, prima di tornare in posizione eretta e puntare i suoi occhi nei miei; mi avvicino al suo viso per lasciargli un bacio a stampo, prima di sussurrargli: «Non puoi giocare così con i miei sentimenti, Rick; è da stamattina che mi fai piangere, complice sicuramente la gravidanza, ma non credi che io abbia una dignità da mantenere?» Sorride sulle mie labbra, annullando ancora una volta le distanze. «Io dopo oggi non ce l'ho più una dignità, non credo di essermi mai emozionato così tanto.»

«Aspetta di assistere alla nascita di questo piccolo elefante.»

«Sperando che questa volta vada tutto bene.» Gli circondo il viso con le mani, accarezzandoglielo cercando di rassicurarlo. «Vedrai che questa volta andrà tutto bene, potrai restare al mio fianco e assistere al momento in cui inizierò a insultare tutto il mondo, compreso te.» Gli strappo una risata, ricevendo un bacio in cambio, consapevole che è il suo modo di ringraziarmi.

«Scusate.» Mio fratello Alessio interrompe la nostra discussione, alzandosi in piedi e cercando di attirare la nostra attenzione e quella degli invitati battendo ripetutamente un coltello contro un bicchiere. «Vorrei attirare l'attenzione degli sposi per qualche minuto.»

«Qualcuno ha chiesto a me di fare questo discorso in quanto capitano e fratello della sposa, ma ho deciso di non vederlo come un discorso fatto da capitano. Premetto che non ho preparato nulla e che non so neanch'io cosa ne uscirà; non sono uno che parla tanto, mi conoscete. La prima volta che vi siete visti eravate due ragazzini, entrambi di 17 anni; io ero ignaro del vostro scambio di sguardi quel giorno e non me ne sono mai preoccupato, fino a quando, un anno dopo, non vi ho visti incontrarvi e conoscervi poco a poco. Patrick, mi rivolgo a te perché stamattina ho visto mio padre affidarti mia sorella, la mia piccolina; ammetto di averci pensato ad alzarmi e portarla via, ma quando ho visto lo sguardo che le hai rivolto quando è entrata in chiesa, mi sono detto da solo che dovevo smetterla di pensare cazzate.» Ho iniziato a piangere nel momento in cui mio fratello ha aperto bocca, ma non posso fare altro che ridere dopo questa sua ammissione.

«Patrick, ti ho visto mentre la guardavi come se fosse l'ottava meraviglia del mondo e ti posso assicurare che un fratello maggiore non desidera altro per sua sorella. In tutti questi anni non è mai mancata la complicità tra di voi e ho sempre sperato che tu diventassi il suo uomo.» Non riesce a continuare il suo discorso perché Manuel lo interrompe prima, facendo scoppiare a ridere tutti noi. «Ale cazzo, discorso commovente, ma potresti arrivare al punto.»