Frammenti

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Cadde nell'acqua bluastra e spumeggiante con un tonfo sonoro. Il contatto con il gelo del mare la fece rabbrividire.
Era nuda, o forse indossava un accappatoio.
C'era anche lui .
Aveva preso un profondo respiro e si era immerso, avvicinandosi a lei come un predatore.
...

- È incinta?-
- Dovrebbe esserlo... È trascorso abbastanza tempo... -
Il soggetto di quella conversazione stava origliando, nascosta in un luogo deforme, indefinito.
Uscì allo scoperto farfugliando qualcosa a proposito di un malore alla pancia.
L'uomo era scomparso.
La madre le annunciò che era incinta.
Mille espressioni attraversarono il viso della ragazza.

- Incinta? Tu... Lui l'ha fatto ancora? Tu lo sapevi? Lo sapevi? E non hai fatto niente? Mi avete rovinato la vita! Incinta? Io? Cosa avete fatto?!- reagì, sputando le parole con disprezzo.
La madre rimase impassibile e si disperse in un dolce oblio.

Aprì gli occhi e rimase immobile, cercando di realizzare quanto era avvenuto.
Era uno di quei sogni intensi e difficili da comprendere.
L'angoscia si espandeva nel suo animo divorando ogni piccola parte razionale.
Quella visione onirica era così reale...

E ora voleva solo privarsi della felicità.
Se avesse cominciato ora, dopo sarebbe stato un gioco da ragazzi.

Perchè?
Era passato un anno e mezzo.
Perché stava ancora pensando al passato?
In fondo, sua madre le aveva consigliato di dimenticare.
Certo, come no.
Era autolesionismo psicologico. Perché?
Perché tutte a lei?
Era davvero una persona così orribile?
Non riusciva nemmeno a morire.
Ci aveva provato a dodici anni.
Quella che credeva sua amica aveva messo in giro la voce che lei stesse facendo la Blue Whale Challenge, Una sfida di tendenza in quel periodo.
Cominciarono tutti a chiamarla la " balena spiaggiata" e a insultarla per i taglietti.
Ci furono anche gli ipocriti che si preoccuparono per lei.
E lei, la più ipocrita di tutte, lo riferí alla preside e al coordinatore.
Essi lo comunicarono ai suoi genitori.
E cos'è successo?
Ne è uscita da sola: niente psicologo e nemmeno una parola da parte dei suoi.
Ed era cambiata da sola.
Finito l'ultimo anno delle medie lei cantò vittoria troppo presto.
La sua agonia cominciò il giorno del suo esame orale.
Le sue visite diventavano sempre più frequenti e lei non dormiva.
Solo quattro mesi dopo riuscì a porre fine a quella situazione.
Era alle superiori e aveva, finalmente, incontrato dei buoni compagni; non voleva rovinare niente.
Avrebbe finto che fosse tutto normale, e loro avrebbero abboccato.
Ciò che lei ignorava, nel frattempo, era la sua anima che perdeva frammenti ogni minuto.
Non era diventata una stronza acida come quelle merde stereotipate online.
Era rimasta la Yumna vivace, dolce, gentile e simpatica.
La ragazza piena di vita che aveva tentato il suicidio più volte.
La ragazza che coglieva le battute e sdrammatizzava sempre.
Nessuno aveva mai notato il macigno che si trascinava dietro.
Come sempre. Vuota.

Con un'altra maschera come seconda pelle.

I Colori della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora