- Questo cappello è il mio, quello è il tuo.-sentenzió Alberto.
Parlava come uno di quei stupidi personaggi nei libri di grammatica; era ciò che aveva appreso nel reparto di psichiatria infantile all'ospedale Diego Arcella.
Aveva dieci anni da tre mesi.
Era un bambino loquace e divertente; qualche volta faceva ridere gli altri bimbi e il personale disegnando buffe espressioni sulla pancia prominente.
Era fin troppo simpatico.
Sospettavano tutti che fosse una tecnica di di difesa del subconscio, per autoconservazione.
Ma era così realistico, sembrava ridere sempre sinceramente.
Era un mimetico, si confondeva e si adattava ad ogni situazione, piangeva quando doveva, e sorrideva nei momenti opportuni.
Faceva parte di quella piccola percentuale di pazienti che trattenevano inconsciamente il proprio dolore, anche per decenni, e che un giorno avrebbero spezzato il filo della loro stabilità mentale, commettendo delitti.
Per questo doveva stare lì, sotto la loro supervisione.
Quel suo insolito modo di parlare... è tutto ciò che ha potuto imparare dai libri. L'unico mondo con cui è entrato in contatto.
La televisione era permessa solo due volte la settimana, anche se quella sarebbe dovuta essere una clinica moderna, essendo edificata da appena tre anni.
Eppure sembrava di essere tornati indietro nel tempo; non c'era niente che differenziasse questa struttura da qualsiasi altra associazione di sostegno pubblico.
Alberto trascorreva il giorno chino sui libri, avido di sapienza.
Era giunto il momento delle medicine.
Prese la pillola dalla mano delicata dell'infermiera e la mandò giù con l'acqua sotto lo sguardo severo della donna, mostrandole poi la bocca per dimostrare che aveva ingoiato.
Salì sul letto e strinse il lapislazzulo sotto il cuscino. Lo manteneva in vita. Quella era la speranza della vita fuori dall'istituto.É davvero curioso come le persone reagiscano ai traumi.
Trauma.
Strano come questa parola etimologicamente abbia un significato diverso da quello adottato nel gergo psichiatrico e medico.Τραύμα : ferita, in greco.
La frattura di un osso è un trauma osseo: la zona colpita mostra effettivamente una reazione ritardataria al dolore.
Accade lo stesso fenomeno con i pazienti che hanno subito una forte rottura dell'equilibrio; essi, infatti, reagiscono all'avvenimento dopo mesi, o anche anni.La ferita, al contrario, suscita una reazione immediata.
Incredibile come si possa fingere così bene da non potersi riconoscere, sperando allo stesso tempo che qualcuno riesca a ritrovare la propria essenza.
Ma è una speranza vana, idilliaca, come le storielle nei libri.
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I Colori della Morte
Mistério / SuspensePenso che la trama venga da sé, un po' come ogni cosa nella vita. C'è chi vive, chi muore, chi dimentica, e chi cerca. C'è anche chi sente i colori, i sinesteti. È difficile essere realistici, difficile uscire dalla monotonia, difficile accettare gl...