6 - LE MASCHERE

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Prima paura. Poi rabbia. Selene si lanciò sulle due figure urlando, senza riflettere. In tutta risposta quelle si alzarono in piedi di scatto, ma non si mossero di un passo. La ragazza tentò di colpire la prima delle due maschere, che aveva disegnati quattro occhi sul viso. Non riuscì nemmeno a sfiorarla e, in preda alle vertigini causate dalla febbre, cadde di pancia sul pavimento della grotta. Il fianco le doleva terribilmente, la ferita si era riaperta. Ora la seconda maschera, con segni verdi sotto gli occhi, rideva. Selene provo a rialzarsi, ma cadde nuovamente trafitta dal dolore. -Sluta skratta- disse quattrocchi a segniverdi -Hon är skadad-. Sotto il rimprovero del compagno segniverdi smise di ridere. Ora quattrocchi si rivolgeva alla ragazza: -Riesci a capirmi, riesci, sì?-.

Selene era più spaventata di prima. Non le era passato per la testa che le figure che stavano pranzando con sua sorella fossero umane. La sorpresa l'aveva completamente spiazzata. Riuscì in ogni caso a fare un debole cenno con la testa. -Avsluta att skära köttet- disse quattrocchi a segniverdi voltandosi, poi iniziò a raccogliere le poche cose appoggiate sul pavimento. Selene era confusa. Le era sembrato che il ragazzo ci tenesse a comunicare con lei, ma ora faceva come se non ci fosse. Segniverdi aveva ripreso a macellare la povera Elizabeth. -Fermati.-. Nessuna risposta. -Fermati ti ho detto!- ripeté Selene, questa volta urlando. -Non devi urlare, non devi. Ci trovano altrimenti, ci trovano. Rimani zitta, rimani-*. Selene non disse più una parola, si voltò per non vedere la sorella e cominciò a piangere in silenzio.

-Dobbiamo andare, dobbiamo-. Quattrocchi stava nuovamente parlando con lei. Le si avvicinò piano e disse: -Non puoi correre, non puoi. Ti porto io, ti porto.-. Riluttante, Selene si lasciò caricare sulle spalle del ragazzo. Segniverdi mise ciò che aveva tolto dal corpo di Elizabeth (cioè quasi tutto: non si butta via niente) in un vaso di terracotta e se lo caricò sulle spalle con delle cinghie; la lampada invece la tenne in mano. Poi iniziarono a correre.

I due ragazzi si muovevano molto velocemente e sembravano sapere esattamente dove andare. A ogni passo Selene sobbalzava sulla schiena di quattrocchi e la ferita le doleva. La febbre si era alzata e lei non sentiva nulla al di fuori delle fitte lancinanti al fianco.

All'improvviso la corsa delle maschere si arrestò. Erano finiti in una piccola caverna poco illuminata. Sul fondo una creatura orribile che latrava, ringhiava e urlava. Il cranio lungo, allungato, con due file di denti giallo-arancio sulla macella porgente. Gli occhi enormi, gialli, erano illuminati di odio e rabbia. Il corpo piccolo, con braccia e gambe corte che non toccavano terra. A sostenerlo erano quattro grosse zampe di ragno che partivano dalla schiena. Se un incubo poteva prendere forma, sarebbe stata quella.

*Brulicante is the way. Poteva anche essere una parlata da Yoda, me è un personaggio troppo conosciuto.

L'INCUBODove le storie prendono vita. Scoprilo ora