Capitolo 8

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- buongiorno- disse Elise salutando il fratello che stava facendo colazione mentre Erik andava a rubare il solito pezzo di crostata dal piatto dello zio.

- buongiorno- rispose Ciel con voce assonnata. Era appena rientrato dalla notte di fuoco con Im e si sentiva stanco.

- ti sei divertito?- chiese la donna sorridendo alla faccia sconvolta del fratello.

- non ti si può nascondere proprio niente a te vero?- chiese il ragazzo sospirando.

- sono più grande di te e ti conosco come le mie tasche tesoro.- disse lei lasciandogli un bacio sulla guancia. - mamma e papà sono andati a Ghoie per l'incontro per il tuo matrimonio- disse poi vedendo l'espressione del fratello cambiare completamente.

- che odio quel matrimonio- disse infatti il ragazzo sbuffando.

- lo so che non vuoi sposarti ma ormai è deciso e poi non eri tu quello che diceva che sarebbe stato un matrimonio aperto? E che avresti messo tutte le cose in chiaro fin da subito?-

- si però ho paura che sia una di quelle santarelline che se solo le parli di tradimento loro iniziano a piangere- sbuffò il ragazzo.

- nel caso dovrai starti buono buono a casa- disse la ragazza.

- cosa? Non se ne parla, se voglio scopare lo faccio quando e con chi voglio-

- che significa scopare mamma?- chiese Erik guardando la madre confuso mentre addentava un altro pezzo della crostata. Elise lanciò uno sguardo assassino al fratello.

- tuo zio ha voglia di spazzare- disse lei facendo strozzare il ragazzo con il caffè che stava bevendo.

- che cosa brutta. Posso andare a giocare?- disse il bambino. E al cenno affermativo della madre scomparve alla vista dei due non prima di aver rubato un altro pezzo di crostata.

- diventerà una crostata ambulante- disse Ciel ridacchiando.

- voglio i dettagli! Mi sembri diverso dal solito- disse la donna facendo sbiancare il fratello.

- sei odiosa-

- uomo o donna?-

- uomo-

- quanti anni?-

- non lo so credo quanto me o un po' di meno-

- nome?-

- Im-

- quante volte l'avete fatto?-

- Elise ma che domande fai!- disse il fratello stufo di quell'interrogatorio.

- è stato bello?-

- ma capisci quando parlo?-

- certo. Sto aspettando le risposte-

- tre volte, e si a parte la prima visto che mi ha legato-

- oddio! Già lo adoro. Tu un maniaco del controllo che viene legato. È fantastica come scena-

- l'ho odiato in quel momento-

- immagino, ma sa che sei il principe? Di solito tutti quelli che ti porti a letto lo sanno. E poi perché ti ha legato?-

- per punizione perché sono arrivato tardi. E no, non credo. Mi ha addirittura dato subito del tu. E poi ha fatto qualche domanda su di me-

- in che senso?- chiese la sorella curiosa.

- nel senso che mi ha chiesto com'era il principe Ciel-

- oddio non è che è la sua preda?- chiese la donna leggermente contenta di quella possibilità cosa che fece rabbrividire Ciel.

- è quello che gli ho chiesto, e mi ha detto di no. Comunque non gli ho rivelato la mia identità e non ho intenzione di farlo-

- concordo con te. Credo che questo ragazzo abbia parecchie sorprese per te e se tu gli dicessi di essere il principe molto probabilmente non oserebbe più così tanto- disse la donna bevendo il suo te ai frutti di bosco.

- un po' mi spaventa se devo ammetterlo, però è bellissimo- disse Ciel con sguardo sognante. Elise per poco non si strozzò. Possibile che suo fratello si fosse innamorato a prima vista? Quello sguardo andava solo a confermare quello che aveva pensato la ragazza.

Quando i due sovrani tornarono al castello trovarono Ciel intento a fare il solletico ad Erik mentre Elise leggeva un libro.

- com'è andata?- chiese la ragazza alzando lo sguardo dalla sua lettura.

- fa un anno ci sarà il matrimoni, non prima e non dopo- disse Aloise sbuffando.

- ma non si può annullare e basta? Io voglio fare la mia vita- disse Ciel sospirando. Già prima non gli piaceva la cosa, adesso che c'era anche una data precisa era anche peggio.

- no, non si può fare, e ti converrà trattare bene Morgana altrimenti succede un macello- disse sempre il re.

- ma non potevano scegliere nessun altro? Perché proprio io?-

- perché tuo padre e il re del sud si odiano e visto che sono le due potenze più grandi Narec non vuole una guerra interna- disse Yrja rispondendo al posto del marito.

- ma non potevate odiarvi in silenzio no?- chiese Ciel tirando una guancia al nipote che gli si era seduto in braccio.

- no perché sono due coglioni- disse la regina sospirando e andandosi a sedere affianco alla figlia che le sorrise.

- lasciando perdere il matrimonio, abbiamo problemi più importanti. Mi hanno contattato dal confine con il regno dei Lioni. Si stanno muovendo- disse Aloise sedendosi anche lui.

- adesso? Sembra che sappiano sempre cosa fare e quando- disse Ciel leggermente irritato.

- a chi lo dici, alcune volte preferirei che Narec gli lasciasse la libertà che vogliono, sono stufo di controllarli-

- ma potrebbero attaccarci da un momento all'altro dopo tutto ciò- disse Elise.

- lo so, ma almeno non dovremmo tenerli d'occhio ogni santo giorno, davvero non li sopporto più-

- basta che Narec non se ne venga con un'altra delle sue idee geniali, che ne so far sposare Erik con una principessa dei Lioni per fare alleanze strane-

nella stanza cadde il silenzio per l'opzione che aveva tirato in ballo Ciel e che era una di quelle possibili. Aloise ringraziava il cielo che a Narec non fosse venuto in mente niente del genere. Erik era troppo piccolo per sposarsi, e poi tutti i suoi figli erano costretti a matrimoni infelici, almeno potevano risparmiargli il nipote.

- passerà sul mio cadavere prima di far sposare Erik- disse Elise con uno sguardo che non prometteva nulla di buono.

- Ciel evita di dire queste cose davanti a Narec altrimenti le mette veramente in pratica. Hook, il re dell'ovest aveva proposta Narec un matrimonio per far andare di nuovo d'accordo me e Jafar, e la cosa non sta andando nel migliore dei modi- disse Aloise.

- okay sto zitto- disse il ragazzo mentre spupazzava ancora il nipote che nel mentre si era messo a sgranocchiare un altro pezzo di crostata che i domestici avevano messo sul tavolino basso della stanza.

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