Capitolo 11

644 41 0
                                    

- i tuoi capelli sono strani- disse il bambino di tre anni mentre in braccio alla madre guardava il ragazzo dai capelli bianche che si erano ritrovati in sala.

- Erik- disse Elise rimproverando il figlio sentendosi leggermente a disagio per la presenza di quel Lione in casa.

- nessun problema lo dicono anche quelli del mio regno- disse il ragazzo sorridendo al bambino che ricambiò subito il sorriso.

- il principe Xavier rimarrà qui il tempo che Narec organizzi la riunione e poi ritornerà nel suo regno- disse Aloise spiegando al resto della famiglia le presenza del principe all'interno del palazzo.

- che bello un problema in meno. Ora possiamo annullare le mie nozze?- chiese Ciel alzando gli occhi al cielo in una preghiera leggermente arrabbiata.

- quello non lo risolverà nessuno Ciel- disse Elise al fratello.

- antipatica. Hai già spedito la lettera?- chiese il biondo al padre.

- certo, subito dopo l'arrivo di Xavier. Ne ho mandata anche una al confine per ritirare le truppe- disse il re sorridendo.

- bene caro fai come fossi a casa tua e per qualunque cosa chiedi pure- disse Yrja mettendo una mano sulla spalla di Xavier che le sorrise.

- grazie mille, non mi aspettavo un'accoglienza del genere sinceramente- disse il ragazzo sorridendo.

- lo dobbiamo prendere come un complimento?- chiese Elise scettica.

- è un complimento. Sinceramente avevo paura di essere ucciso a vista- disse il bianco grattandosi dietro la testa leggermente imbarazzato.

- quanti anni hai?- chiese Ciel curioso.

- quasi ventisette. Perché?- chiese il ragazzo curioso della domanda.

- curiosità, ne mostri molti di meno. Sei sposato?-

- grazie e comunque no-

- questo è strano-

- noi Lioni ci sposiamo solo con la persona alla quale siamo destinati altrimenti non possiamo avere figli. Io non ho ancora trovato la mia metà- disse il bianco con tranquillità facendo sgranare gli occhi a Ciel.

- che cosa crudele. E le alleanze matrimoniali non le fate?-

- no. Non servirebbero a niente. E poi non è tanto crudele alla fine ti sposi con la persona che ami-

- ma devi aspettare parecchio-

- dipende. C'è chi la trova subito, altri come me ci mettono un po' di più-

- quindi puoi scopare tranquillamente con chi vuoi senza preoccuparti di non mettere incinta nessuno. Che figata-

- CIEL!- gridò Elise tirando un pugno al fratello facendo ridere Yrja e Aloise.

- molti la pensano come voi, ma io preferisco aspettare la persona giusta a prescindere- la risposta del ragazzo fece immobilizzare Ciel.

- hai tutta la mia stima. E smettila, dammi del tu maledizione- disse il biondo sorridendo facendo nascere un sorriso anche sulle labbra di Xavier.

- se posso chiedere voi quanti anni avete?- chiese poi ai due fratelli.

- io venti, mia sorella ventidue- disse Ciel.

Nel mentre Erik era sceso dalle braccia della madre e si era avvicinato a Xavier. Il bambino attirò la completa attenzione del bianco tirandogli il pantalone. Il ragazzo gli sorrise e poi si abbassò per essere alla sua stessa altezza.

- stasera giochi con me?- chiese il bambino leggermente in imbarazzo.

- certo- disse Xavier felice di quella proposta.

- ehi avevi detto che volevi giocare con me!- disse Ciel facendo il finto offeso.

- tu ti inventi sempre scuse zio- disse il bambino mettendo il broncio.

- okay allora stasera vado da Im- disse il ragazzo per poi lasciare la stanza.

- chi è Im?- chiese Yrja alla figlia che sapeva essere a conoscenza della situazione.

- la sua preda del momento. Erik comunque non far stancare molto il principe Xavier va bene? Ha fatto un lungo viaggio-

Il bambino annuì per poi prendere la mano del ragazzo e trascinarlo verso la sala dove teneva la maggior parte dei suoi giochi.

- come devo fare con quel ragazzo- disse Aloise sospirando e riferendosi a Ciel che era di sicuro uscito dal castello senza cenare.

- nessuno riuscirà mai a cambiarlo- disse Yrja scuotendo la testa mentre Elise andava sella sala per vedere cosa stava combinando il figlio.

- come mai hai i capelli bianchi?- chiese il bambino mentre impilava i pezzi di legno seduto a terra. Al suo fianco Xavier gli passava i mattoncini che cadevano o che erano troppo lontani.

- mia madre li aveva così, molti dicono che sia perché sono nato nel pieno di una bufera di neve-

- quindi hai i capelli del colore della neve-

- si si- disse il ragazzo porgendo un altro bastoncino a quel bambino che lo guardava con gli occhi che gli brillavano.

- anch'io voglio i capelli di un colore particolare, qui sono tutti biondi- disse il bambino sbuffando e facendo cadere tutta la torre di mattoncini che stava costruendo.

- nemmeno io li ho scelti di questo colore-

- si però sono più belli-

- ma sembro già vecchio- disse Xavier ridacchiando e facendo ridere anche il bambino.

I due rimasero in silenzio per un po' mentre Erik continuava a costruire la sua torre che cadde di nuovo.

- perché non si regge?- disse il bambino sul punto delle lacrime.

- devi fare la base più ampia. È inutile fare una torre altissima senza fondamenta che la sorreggano- disse il ragazzo iniziando a costruire una base più ampia per poi impilare gli altri mattoncini. Una volta finiti tutti i mattoncini la torre si reggeva ancora in piedi per la contentezza di Erik che abbracciò il ragazzo felice.

- grazie!- disse il bambino stritolando il ragazzo.

- figurati- disse lui ricambiando l'abbraccio. Un giorno avrebbe voluto anche lui un figlio tutto suo, anche più. Ma doveva prima trovare la sua metà.

- devo chiedere a nonno di prendermi altri mattoncini così farò una torre più grande- disse poi il bambino ammirando la torre fatta dal ragazzo.

- ricordati sempre di fare la base ampia-

- certo!- disse lui per poi lasciar stare la torre e andare verso gli altri giochi della stanza.

KizunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora