T.E.A.R

Capitolo 3

Jimin sapeva quanto piacesse al suo dominante di fare questo tipo di giochi. Jimin dovette aspettarlo davanti al letto, in ginocchio con le mani distese e i palmi delle sue mani sulle cosce nude. Proprio così - doveva essere nudo. Se doveva essere onesto, dare il controllo a qualcun'altro era liberatorio per l'omega. Inoltre, Yoongi era il miglior dominante che Jimin avesse mai avuto. Non che ne avesse avuti molti. Ce n'erano solo due prima di lui e non rimanevano in giro (non ho capito cosa intende dire), perché erano troppo brutali con lui. Yoongi ha tipo capito dov'erano i suoi limiti e fin dove poteva spingerlo. Era strano, perché non ci avevano mai parlato. Accadeva in modo naturale.

"Ah, vedo che sei pronto, Jimin?" Yoongi entrò nella loro camera da letto e chiuse la porta. Jimin non alzò lo sguardo perché non gli fu concesso il permesso di farlo. "Ma che bravo ragazzo," disse Yoongi dirigendosi verso l'omega. Jimin poteva vedere i suoi piedi nudi in contrasto con il pavimento nero. "Guardami omega!" Ordinò e l'omega seguì la sua voce.

Yoongi non indossava altro che i suoi jeans neri strappati. Gli stavano appena coprendo la vita sottile. Quando l'omega guardò il suo volto dominante, la sua bocca cominciò a bagnarsi. Il viso di Yoongi era una delle sue debolezze. Era magnificamente modellato con i suoi lineamenti felini e il modo in cui gli occhi scuri contrastavano la sua pelle pallida. Jimin si leccò le labbra, ma non pronunciò una parola.

"Quindi... sei stato un bravo ragazzo oggi, Jimin?" Chiese Yoongi, inclinando la testa di lato. "Puoi parlare ora."

"No, padrone." La voce di Jimin era calma, perché all'inizio sapeva che a Yoongi piaceva così.

"E perché Jimin?" L'alpha si chinò e afferrò il mento di Jimin, ma non in modo troppo crudele, giusto per far bollire il sangue dell'altro.

"Ero venuto e non mi era concesso, padrone!" L'omega si leccò di nuovo le labbra e notò come Yoongi stesse seguendo tutti i movimenti della sua lingua.

"Pensi di meritarti una punizione, omega?" Yoongi fece scorrere il pollice sul labbro inferiore di Jimin.

"Qualsiasi cosa tu decida, padrone." L'omega sbatté le palpebre e fissò le labbra di Yoongi.

"Hmm," Yoongi lasciò la presa sul mento dell'amante e gli afferrò le braccia, tirandolo su. Poi andò a sedersi sul letto e si diede una pacca sulle ginocchia. "Penso che ti meriti una buona sculacciata, Jimin!"

"S-si, padrone!" L'omega si spostò verso con impazienza verso il suo dominante e si sdraiò di pancia sulle ginocchia di Yoongi.

"Dieci... e le conterai Jimin! Mi hai sentito?" Disse Yoongi forte e chiaro. Jimin annuì e attese per il primo schiaffo, ma Yoongi non aveva finito.

"Qual'è la parola d'ordine, Jiminie?"

"Rosso!" Jimin rispose alla domanda. Dopotutto non era la prima volta.

Il primo schiaffo arrivò inaspettatamente e l'omega strinse le cosce. "Uno," ansimò. Poi toccò al prossimo e Jimin contò due. Ogni schiaffo era ben assestato. Yoongi sapeva dove toccarlo. Sapeva cosa lo colpiva. Sapeva dannatamente bene come farlo supplicare per essere liberato. Quando raggiunsero il decimo, Jimin stava tremando e il suo piccolo cazzo era dolorosamente duro. Ma Yoongi non gli avrebbe mai permesso di venire così facilmente.

"Bravo omega," mormorò Yoongi. "Ora alzati!" Ordinò e Jimin lo ascoltò subito. "Bellissimo," farfugliò Yoongi, facendo scivolare la mano vicino al membro dolorosamente eretto di Jimin. Non lo toccò e l'omega piagnucolò di dolore. "Oh, vuoi che ti tocchi, huh?" Yoongi si alzò dal letto e spinse jimin a sedersi al suo posto. "Non ancora, Jimin-ah... non ancora. Girati!" Comandò e l'omega si sottomesse immediatamente. Riuscì a sentire come Yoongi stesse tirando fuori qualcosa dalla sua tasca. "Ora chiudi gli occhi," disse e Jimin lo fece. Poi sentì qualcosa di setoso avvolgersi attorno alla sua testa e poi sui suoi occhi. Yoongi lo ha bendato.