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pov's Alec

"Non dobbiamo mai più vederci Ellen" dico guardandola negli occhi. Il dolore che ci leggo dentro mi distrugge ma non posso dirle niente. Lo sto facendo per lei.

**due ore prima**

"Non so che fare Alec. Niente prove in più, niente telecamere io non so..." dice prima che entrambi i nostri telefoni comincino a squillare. Rispondiamo in contemporanea e una voce metallica raggiunge le mie orecchie.

"Smettila di indagare sul Killer della notte, o le persone che più ami moriranno" dice per poi attaccare subito dopo. Guardo il telefono e noto un numero privato. Stronzo.

Guardo Max e dalla sua faccia noto che anche lui è molto agitato, come me.

"Anche a te..." dice lui indicando il telefono.

"Si" dico capendo subito quello che intende. Subito dopo i telefoni squillano ancora, ma questa volta si tratta di messaggi. Li apro immediatamente e subito mi prende un colpo. Ellen.

Decine di sue foto. Mentre è al lavoro, sulla scena del crimine, a casa sua, noi due insieme...

Guardo Max che sembra quasi più preoccupato di me . Gira il telefono e subito vedo una foto di lui e Kate, poi un'ecografia. Ma come fa ad avere la prima ecografia di Kate?

"Questo tipo è pericoloso, devo avvisare Kate" dice lui ma subito lo blocco.

"Fermo. Non puoi sapere se ti controlla il telefono. Facciamo così tu vai a casa, fai le valige a Kate e portala qui. La manderemo in uno degli appartamenti per la protezione testimoni e le  daremo una scorta" dico mentre lui annuisce e prende la giacca. Poi si blocca e mi guarda.

"Come farai con Ellen?" chiede lui.

"Se le dicessi che questo tizio l'ha presa di mira se ne fregherebbe. Non riuscirei a convincerla a smettere di lavorare per stare sotto scorta. Devo trovare un altro modo" dico io, già sapendo cosa fare.

"No Alec. Non farlo" dice Max.

"E' l'unico modo per allontanarla e  tenerla al sicuro" 

"Ma ti odierà a morte" 

"Lo so. Deve odiarmi, così rimarrà viva" lui abbassa lo sguardo e annuisce tristemente per poi uscire diretto verso casa.

**presente**

"Cosa è successo Alec? Ho fatto qualcosa?" dice lei.

"No, solo non voglio più niente da te" dico duro, per non permetterle di replicare, ma come sempre lei lo fa comunque.

"Io non capisco. Prima... e poi ieri notte. Insomma io pensavo..." dice lei ma la interrompo.

"Esatto ieri notte. Era quello che volevo, portarti a letto. Ora che ci sono riuscito tu non mi servi più" dico mentendo spudoratamente. Ieri sera è stato fantastico, non vorrei nient'altro che riaverla tra le mie breccia, ma la sua sicurezza è al primo posto, anche se comporta farmi odiare.

"Tu... sei solo un bastardo. Come ho fatto  a crederti? Mi fai schifo" dice lei scendendo dal bancone sul quale era seduta. Mi da una spallata e poi esce dalla stanza.

Mi appoggio al muro per sostenermi. Non pensavo facesse così male lasciarla andare. Lei è speciale e non avrei voluto perderla per niente al mondo. Quando tutto questo sarà finito le racconterò come sono andate le cose in realtà, sperando che lei mi perdoni.

innamorata di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora