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pov's Ellen

"Signor King, ha il diritto di rimanere in silenzio, tutto quello che dirà sarà usato contro di lei in tribunale. Ha diritto ad un avvocato. Se non se lo può permettere gliene verrà assegnato uno d'ufficio. Ha capito e compreso i suoi diritti?" chiede Alec mentre prende i polsi dei Thomas King e li porta dietro le spalle. Prende le manette e gliele mette ai polsi, stringendo molto, probabilmente più del dovuto. L'uomo fa una smorfia di dolore.

"Deve esserci un errore, io non ho fatto nulla!  Di cosa mi accusate?"  dice lui cercando di sfuggire alla presa dei poliziotti. Che faccia tosta, ha anche il coraggio di negare l'evidenza! Fa davvero schifo.

"Di tredici omicidi, commessi qui a Chicago e in Canada. Per non parlare del tentato omicidio di un funzionario pubblico. Non avresti dovuto neanche pensare di toccarla" sussurra Alec l'ultima parte. I suoi occhi si infuocano di rabbia verso l'uomo, se così si può definire, che si trova davanti. Io mi avvicino a lui, capendo perfettamente ciò che sta provando. So che vorrebbe prenderlo a pugni,come me,  ma non può. Verrebbe probabilmente licenziato.

Gli appoggio una mano sulla spalla, mentre due agenti accompagnano King fino ad una volante. per poi costringerlo ad entrare.

"Non sono stato io! Non ho fatto nulla! Eddy chiama il mio avvocato" dice l'uomo rivolto al suo segretario. Edward, se non sbaglio si chiama così, prende il cellulare e si allontana, eseguendo gli ordini del suo capo.

"Finalmente l'abbiamo preso" dice Alec abbracciandomi. Mi stringe forte al petto mentre mi accarezza i capelli. 

"Già, finalmente anche William avrà giustizia" dico mentre le immagini dei King che taglia la gola a mio fratello nel nostro salotto mi appaiono nella mente. Diverse lacrime cominciano a rotolare giù dai miei occhi mentre vengo invasa dai singhiozzi. Alec mi abbraccia più forte, mentre cerca in tutti i modi di consolarmi. Finalmente potrò vivere la mia vita tranquillamente. Spero solo che Will sia fiero di me.

***

"Il mio cliente non ha niente da dire" dice l'avvocato del signor King. Alec e Max sono in quella stanza da ore, mentre cercano di fare crollare King in tutti i modi. Le prove verso di lui sono abbastanza schiaccianti ma lui continua a sostenere la sua innocenza. Io ascolto tutto da dietro un vetro, che non gli permette di vedermi.

"Ah si? Non vuole neanche spiegare come tutte le nostre vittime si trovassero nelle  sue proprietà prima di morire, o come il suo DNA sia stato ritrovato sotto le unghie di una delle vittime? Allora ci  dica come mai tutte le persone che erano presenti ai suoi eventi, dicono che molte volte lei spariva per ore per poi ricomparire all'improvviso. Guarda caso, spariva nelle ore della presunta ora della morte delle vittime. Strana coincidenza direi" dice Alec sbattendo sul tavolo tutti i miei referti delle analisi. Le persone possono mentire, certo, ma la scienza no.

"L'accesso agli edifici  non è esclusivo per il mio cliente, inoltre ho sentito che il vostro laboratorio è stato manomesso. Non varranno mai in tribunale" dice l'avvocato, troppo si sicuro di se.

"Mi spiace per lei ma le prove del DNA sono rimaste immacolate e sono ammissibili in tribunale. Confessi King e la faremo finita con questa storia" dice Max. Da quando abbiamo arrestato il colpevole Kate è tornata a casa. La sua pancia ora è un po' più evidente ed è raggiante. Per non parlare dell'umore di Max che è nettamente migliorato da quando ha potuto riabbracciare la sua ragazza e suo figlio.

" Il mio cliente è innocente e lo dimostreremo in tribunale" dice l'avvocato. Tutti e quattro gli uomini si alzano e King viene riportato in cella. 

Mi siedo sfinita. Cavolo, ora il processo sarà lungo ma l'importante è aver trovato il colpevole. La porta viene spalancata e Alec mi viene in contro.

"Ei principessa. Come stai?" chiede alludendo alla spalla. 

"Oh bene. Guarisco in fretta. Finalmente possiamo mettere un punto a questa situazione" dico io.

"Già. Ora non lavoreremo più insieme" dice lui facendo un mezzo broncio. Io sorrido per poi posare le mie labbra sulle sue. 

"Non lavoreremo più insieme sul campo . Io sono sempre nel mio laboratorio, non siamo lontani" 

"Si ma ci vedremo di meno e mi mancherai troppo, quindi ho pensato a una soluzione" dice lui prendendo qualcosa dalla tasca. Me la porge e subito noto una chiave. Io rimango sbalordita, insomma è un po' presto no?

"Non ti sto chiedendo di vivere insieme. Solo che puoi venire da me quando vuoi. Io ci sono sempre per te principessa" dice lui baciandomi appassionatamente. 

"Alec, siamo al lavoro" dico io tentando di allontanarlo leggermente. Lui sorride sulle mie labbra.

"Ma noi non lavoriamo più insieme" dice riprendendo a baciami e sbattendomi contro il muro. Approfondisce il bacio e sento che il suo amico nei bassi fondi si sta divertendo.

"Alec, non qui" dico ridacchiando. Lui si stacca sorridendo.

"Preparati stasera ci divertiamo. Dobbiamo festeggiare no?" dice lanciandomi uno sguardo malizioso, prima di lasciare la stanza.

Ciao
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