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Giorno 21: Segrete

I samurai d’élite vestiti di verde acqua si aggirano con annoiata concentrazione tra le stanze e i tatami. Sono incredibilmente abili, e provare ad affrontarli faccia a faccia è per adesso fuori discussione. Per fortuna nessun addestramento può salvarli dai miei colpi mortali, pure se con loro sono un po’ più difficili da piazzare dei comuni soldati là sotto. Il punto è che l’immobilità dei piani alti del Castello Ashina mi inquieta. Qui infatti il tempo pare essersi fermato, e non per effetto di qualche misterioso incantesimo come con me. Dalle guardie silenti alle madamine spaventate, la vita di questa cima del mondo fa finta di niente. Ho visto stanze dalla sobria raffinatezza, paraventi finemente decorati, samurai intenti a consultare mappe e a bofonchiare strategie. Tutto sembra immerso in un mondo di sogno, e nessuno pare consapevole che tutto quello che c’è sotto ormai non solo è distrutto, ma anche marcescente. Sono avanzato continuamente ingobbito, e Kusabimaru ha macchiato di sangue i pavimenti. L’unico segno di devastazione è un grosso squarcio sul soffitto, che mi ha permesso di risparmiarmi un po’ di strada e raccogliere qualche oggetto in più. Il riposo all’Idolo dello Scultore mi ha permesso di notare che c’è una piccola probabilità di trovare nelle tasche di questi leali servitori manciate di coriandoli divini, che in teoria dovrebbero allontanare gli spiriti maligni. Ho proseguito finché non ho raggiunto un nuovo Idolo, dentro al dojo oltre le stanze pattugliate dai samurai. Nella stanza successiva ho trovato uno spadaccino ancor più forte e addestrato, la cui katana taglia le ossa come se fossero di carta. Nei pochi colpi che sono riuscito ad assestare ho però visto che non ha molta resistenza fisica. Se mi alleno a leggerne le mosse dovrebbe essere fattibile, ma nel frattempo questo élite degli Ashina si sta prendendo la mia vita fin troppe volte, cosa che compromette sia l’istinto che le facoltà intellettive. Devo andare da qualche altra parte.

Vicino alla vecchia che prega il nulla c’è un ramo e un altro ponte. Vicino a un carretto ci sono altri due uomini, uno con la yari e l’altro con la spada, che stanno parlando. Dal mio origliare scopro che l’argomento della conversazione è un loro compare riuscito a mettere l’armatura a uno di quei giganti. Seppure sia stata una bella impresa lo stupido essere se la toglierà presto di dosso perché la troverà sicuramente scomoda. Tuttavia quello con la yari accenna anche che conosceva un generale dalla lancia molto particolare, capace di strappare via intere sezioni di corazza con un semplice affondo. Tale lancia sarebbe conservata in un magazzino da quelle parti, e che lui ha in custodia la chiave. Bisbigliando un ironico ringraziamento li riduco al silenzio entrambi e prendo la chiave. Oltre il ponticello c’è una porta chiusa che supero con il rampino, trovando un altro di quei grassoni e alcuni cani. Per questi ultimi bastano poche shuriken caricate, mentre per il grassone non vale molto la pena. Scatto subito verso l’interno dell’edificio, trovando con un po’ di sorpresa un altro Idolo dello Scultore e la tenda di uno della Congrega Memore. Anche questo può rifornirmi di Gocce di Sangue del Drago, ma vende anche altri oggettini utili, tra cui un Seme di Zucca. Il potenziamento continua, ma da dietro il telo l’uomo mi informa che proseguendo oltre si accede alle Segrete abbandonate. Un luogo di perdizione, dove nelle tenebre si aggirano presenze inquietanti. Non avendo ancora scoperto altre strade, mi avventuro in ogni caso.

La mia abilità naturale di amplificazione della luce mi permette di vedere abbastanza agevolmente anche in un luogo così dannatamente buio. Molti agguati degli abitatori impazziti di questi lidi vanno quindi a vuoto, ciononostante attraversare questi luoghi non fa che inquietarmi. Provo anche a esplorare le celle, ma non trovo nulla di veramente utile passando per quelle claustrofobiche entrate quadrate. Non manca la presenza inquietante: un uomo avvolto completamente da bende, che assieme al suo maestro cerca “campioni” per le sue sperimentazioni. In una delle celle ho trovato un appunto che sembra scritto proprio di loro pugno: hanno bisogno di un “samurai grosso e in buona salute, illeso”. Altre pratiche inquietanti e al limite del blasfemo, quindi sono sollevato quando in fondo alle file parallele di celle scavate nella roccia trovo un altro Idolo dello Scultore. Il riposo è molto breve, in quanto voglio trovare il prima possibile un’uscita. Trovo un’altra apertura oltre l’Idolo, scoprendo una falda acquifera su cui mi tuffo immediatamente. Più avanti c’è una barca con un paio di soldati Ashina: probabilmente anche loro non hanno idea del perché si siano spinti così a fondo. Li sorpasso e dopo qualche altro corridoio trovo un’altra cavità scavata nella roccia, così puntellata col legno da farla sembrare un vero e proprio baracchino. Animato da pesi e contrappesi c’è un montacarichi, sul quale salgo e che mi porta ancora più in basso. Per fortuna, quando scendo basta qualche altro passo nella roccia per sbucare all’esterno, in un tempietto. Attivo l’Idolo qui presente e mi riposo, riaprendo la mappa antica: sono arrivato al Monte Kongo.

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