Pagina 8

6 1 0
                                    

Giorno 18: Soprannome

La sconfitta del cavaliere ha portato un ulteriore vantaggio: un “ricordo”. È una memoria latente che galleggia nella mia mente, che attraverso i poteri dell’Idolo dello Scultore posso in qualche modo catalizzare. Mi riposo a quello comparso vicino a dove Gyoubu era partito alla carica, e nel sonno innaturale di quel manufatto è come se il ricordo si sedesse pazientemente in un angolo della mente fornendomi consigli alla bisogna. Quando mi risveglio scopro effettivamente di sentirmi più forte. Anche perché l’area successiva presenta minacce molto meno preoccupanti, almeno nell’immediato. I soldati sono di meno e in punti più strategici, e i lavoranti con martello di legno raddoppiano: colpiscono il terreno ma non toccano l’erba alta, come se ne avessero paura. Ci sono anche dei piccoli umanoidi con un grosso cappello, che sciacallano soprattutto i corpi isolati. Inizialmente cerco di prenderli alle spalle, ma lascio perdere dopo che mi accorgo che il loro udito è addirittura superiore alle mie abilità sopprimi-rumore. E del resto anche il poco bottino che rilasciano non vale l’impresa. Più avanti scopro che saltando col rampino fino in cima alla seconda torretta posso facilmente aggirare la maggior parte degli scontri, e sulla scalinata di quello che pare il portone principale del Castello Ashina vedo due soldati parlottare. Origliando apprendo che i signori degli Ashina stanno progettando diverse armi per rivalersi della guerra ormai in loro sfavore, una delle quali è proprio nel cortile adiacente. Per quanto la sua efficacia sia tutta da dimostrare, uno dei due la trova anche troppo “stravagante”.

Per adesso li lascio alle loro belle parole e torno indietro al campo di battaglia dove ho affrontato Gyoubu. Oltrepasso le bandiere strappate e i falò accesi intorno ai cadaveri e raggiungo la base del mastio, di nuovo senza incontrare grosse minacce. Vicino all’entrata noto una piccola tenda lacera, che scopro abitata: si presenta come un componente della Congrega Memore, incaricato di vegliare sui trapassati, e si offre di vendermi degli ex-voto. Mentre do un’occhiata ai suoi oggetti, due cose mi colpiscono: un marchingegno che spara castagnole e una goccia di Sangue di Drago. Il primo costa, mentre la seconda è sorprendentemente abbordabile. Ammetto di essermi sentito sollevato quando ho scoperto che c’è qualcuno che può vendermi questi manufatti, non andare ogni volta da Emma non è cosa da poco. Il mastio secondario invece ha la porta aperta e un’atmosfera tranquilla, tanto da farmi rinfoderare Kusabimaru. Dentro trovo un uomo alto e sottile, con il volto coperto da una maschera di tengu, con il prominente naso adunco. Mi accoglie con un certo orgoglio, addirittura chiamandomi “Sekiro”. La sua voce baritonale mi affida la missione di uccidere quelli che lui apostrofa come “topi”, consegnandomi una piccola pergamena che li descrive. Qualunque altra domanda gli porga si infrange sul suo autocompiacimento, quindi dopo un po’ semplicemente lascio perdere. Percorro le scale e quando queste finiscono uso il rampino, visto che le travi del solaio solo perfettamente in grado di reggermi. In cima trovo uno scrigno con dentro un grano di rosario: tutto sommato un bottino che è valso la scalata, visto che potrà ulteriormente aiutare il mio sviluppo insieme alle risorse che ho raccolto sia dai nemici normali che dal combattimento con Gyoubu.

Giorno 19: Toro

Ho comprato la Goccia di Sangue di Drago e lo spara-castagnole dal mercante della Congrega Memore. Lo Scultore al Tempio in Rovina ha accettato di buon grado di adattarmela in strumento protesico, tra l’altro raccontandomene la storia. Le vendeva un certo Robert, un gaijin giunto qui addirittura dall’Occidente per trovare un rimedio alla malattia sua e della sua progenie. È attraverso la fabbricazione di queste castagnole che si finanziava i numerosi viaggi, divenuti di recente assai più frequenti una volta che aveva scoperto l’esistenza della Sorgente qui ad Ashina. Devo ancora allenarmi a usarla, ma ogni caso l’unica strada possibile per adesso è proprio quella oltre i due soldati: è tempo di capire la natura di quest’arma “stravagante”.

Il Diario del Lupo GrigioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora