3. IL PROFETA
Tre giorni dopo
Hildr stava alla finestra a osservare il viavai di persone che affollavano il cortile del palazzo. Da lì era possibile anche avere un'ampia visuale della città, gremita di cittadini e forestieri in piena attività. Si era svegliata ben presto dopo la terza notte di dormiveglia, proprio non riusciva a riposarsi in quel letto estraneo. Ivar dormiva beato, sin da bambino la sua capacità di adattamento lo aiutava a trovarsi bene in ogni situazione. Avevano trascorso tre giorni o in camera oppure a tavola con Oleg e la sua famiglia, mentre le guardie li controllavano ogni volta che si spostavano.
"Hildr." Biascicò Ivar, assonnato.
"Dormi più di un ghiro, sei incredibile."
"Sei tu che dormi poco. Non sei stanca dopo il viaggio sfiancante che abbiamo affrontato?"
Hildr si buttò sul letto, i capelli neri sparpagliati sul cuscino come rami, e sbuffò.
"Non riesco a dormire sapendo che Oleg potrebbe ordinare il nostro assassinio nel sonno."
"Ancora con questa storia? Basta." Disse Ivar in tono categorico.
"Sei un imbecille, Ivar."
Lei provò ad alzarsi ma Ivar la trattenne sul letto per il polso. Hildr così si ritrovò imprigionata sotto il corpo di lui.
"Lo sai che non mi piace quando mi lasci solo nel letto."
"E tu lo sai che non mi piace quando sei cieco davanti alla verità."
"Non credevo fossi ancora gelosa di Freydis." Disse Ivar con un ghigno.
"Disse quello ancora geloso di Alfred, che tra l'altro non era nemmeno mio marito." Replicò lei.
Ivar distolse lo sguardo perché lei aveva centrato il punto, si sentiva ancora colpevole per averla imprigionata e per averla quasi ammazzata agli Hòlmganga.
"Quando smetteremo di farci la guerra, io e te?"
"Suppongo mai. - disse Hildr - Siamo troppo orgogliosi per ammettere che abbiamo sbagliato entrambi."
Ivar era in procinto di baciarla quando la porta si aprì e Kyra sbucò in un tripudio di piume dorate.
"Scusate l'interruzione ma Oleg richiede la vostra presenza nella sala del trono."
"Arriviamo subito."
Kyra lanciò loro un'occhiata divertita prima di lasciare la stanza. Hildr si liberò dalla presa di Ivar, raccattò i vestiti - pantaloni neri e casacca grigia - e si riparò dietro il separé. Ivar si tirò giù dal letto lentamente, le gambe di mattina erano più pesanti del solito.
"Perché non ti cambi davanti a me?"
"Perché sei in punizione e non puoi godere della mia bellezza." Disse Hildr.
"Mi farai diventare matto, Hildr."
"Tu sei già matto."Oleg stava giocando con un cane quando Hildr e Ivar si unirono a lui. Nella sala c'era solo Vadim, che salutò gli ospiti con un cenno del capo.
"Principe Oleg, perché siamo qui?" domandò Ivar.
Era piuttosto nervoso e agitato, ma fece di tutto per mostrarsi cordiale e sereno.
"Voglio invitarti a fare una gira fuori città. Sono certo che un po' d'aria fresca ti farà bene."
"Dove andiamo?" aggiunse Hildr.
Oleg smise di giocare col cane per rivolgerle uno sguardo confuso.
"Non ho detto che vieni anche tu. Ho invitato solo Ivar."
Hildr indurì la mascella, era chiaro che il russo volesse escluderla dalle faccende politiche e militari, ma lei non si sarebbe arresa.
"Ivar non va da nessuna parte senza di me. Non abbandono mai il suo re."
"Anche Vadim resta qui, non sarai da sola." Disse Oleg, un sorriso finto sulle labbra.
Hildr notò che Vadim non si era mosso, eppure nel suo sguardo era palese la rabbia per essere stato messo da parte. Poi guardò Ivar che serrava le mani sulla stampella tanto da far sbiancare le nocche.
"Hildr, per favore, resta qui. Io e Oleg torneremo prima che faccia buio."
"Come, scusa? E' assurdo."
Oleg e Ivar si parlavano attraverso gli occhi, era come se comunicassero tacitamente per non farsi sentire da nessuno.
"Fa come ti dico e non replicare."
Hildr incassò quell'ordine come un pugno allo stomaco. Era delusa dal comportamento di Ivar, che sembrava fidarsi più di uno sconosciuto che di lei. Senza dire altro, lasciò la sala del trono per evitare di fare una scenata davanti a Oleg e uscì dal palazzo per una passeggiata.
"Straniera!" la richiamò una voce.
Kyra ancheggiava verso di lei con i capelli rossi che le frusciavano attorno come un mantello.
"Che vuoi?"
"Perché sei arrabbiata? Scommetto che lo sgorbio ti ha lasciato qui da sola. Anche Vadim è furioso perché Oleg non lo vuole in gita. Sai che noia!"
Hildr prese un respiro profondo perché era necessario calmarsi e non fare sfoggio di debolezza. Quelle persone potevano sfruttare qualsiasi punto vulnerabile per colpirli.
"Ivar avrà le sue ragioni per lasciarmi qui."
"Certo, fingiamo di crederci. Fammi compagnia, su. Non hai altra scelta."
Kyra la prese a braccetto e la trascinò verso il mercato di Kiev, dove un nutrito gruppo di bancarelle e mercanti vendeva ogni genere di prodotto.
"Potrei gettarmi dalla finestra ed evitare di trascorrere la giornata con te." disse Hildr.
"Moriresti pur di evitarmi? Beh, non saresti la prima." ribatté Kyra ridendo.
Era una donna inusuale, pensò Hildr, ben vestita e ingioiellata ma fin troppo arguta per svolgere il ruolo banale di moglie del comandante.
"Tu e Vadim siete sposati da molto?"
"Da tre anni. E' un matrimonio combinato, alla base non c'è amore. Io e Vadim siamo amici."
"E perché lo hai sposato? Una come te può avere qualsiasi uomo."
Kyra per un momento apparve stanca, innocua, però sorrise per mascherare la tristezza.
"Perché io e Vadim siamo i più nobili subito dopo Oleg. Quando la moglie di Oleg è morta, c'era bisogno di un altro matrimonio importante e siamo stati scelti noi."
Hildr corrugò la fronte a quella nuova informazione che poteva tornarle utile in seguito.
"Oleg è vedovo?"
"E' una brutta faccenda. Vadim una mattina si è presentato da mio padre e ha chiesto la mia mano dopo che la moglie di Oleg era morta misteriosamente durante la notte. E' stato un funerale molto bello, sai."
L'impassibilità di Kyra circa la morte sorprese Hildr, che aveva avuto a che fare con troppe morti per riderci sopra.
"Misteriosamente, dici? In che senso?"
"Non lo so. Fai troppe domande, straniera. Uh, guarda che bella quella stoffa!"
Si soffermarono presso una bancarella di tessuti e spille fatte a mano, la vecchia signora stava mostrando a Kyra la stoffa blu di cui si era invaghita. Hildr si accorse che Vadim camminava da solo lungo una fila di bancarelle che vendevano armi, le mani dietro la schiena, un sorriso appena accennato.
"Scusami, Kyra."
Kyra non si rese conto dell'assenza di Hildr, era troppo impegnata a scegliere le stoffe con cui far ricamare i suoi nuovi abiti.
"Vadim."
L'uomo rallentò per permettere a Hildr di affiancarlo, era molto più alto di lei e le faceva ombra. I deboli raggi del sole illuminavano i suoi occhi verdi di una luce affascinante.
"Kyra ti assilla con le sue chiacchiere?"
"Sì, è logorroica. Mi ha parlato del vostro matrimonio."
"Lei non ha amiche a corte, non va nemmeno d'accordo con mia madre, e Oleg non è sposato. Tu sei la prima donna con cui può relazionarsi, sebbene i suoi modi possano sembrare inopportuni."
Vadim prelevò un coltello da un banco per esaminarlo, ruotò il polso per testarne l'agilità e lo rimise a posto con disappunto.
"Mi ha detto che Oleg è vedovo, ecco perché vi siete sposati."
"E' vero. Purtroppo le circostanze delle nostre nozze non sono state felici."
Vadim tergiversava rispondendo in maniera assai vaga, e Hildr non voleva calcare troppo la mano per non risultare invadente.
"Dove sono andati Oleg e Ivar?"
"A Novgorod per incontrare Askold, uno dei fratelli di Oleg. Non so perché abbia portato con sé anche Ivar. Mio cugino spesso fa delle cose senza logica."
"E tu perché non sei con lui? Insomma, sei il comandante dell'esercito."
Vadim si fermò all'improvviso e Hildr andò a sbattergli contro. Si massaggiò il naso dolorante.
"Non posso rispondere a tutte le tue domande, soprattutto quelle che riguardano questioni private di stato."
"Ma io e Ivar siamo vostri alleati." Incalzò Hildr.
"Alleati non significa amici. Sei una ragazza intelligente, Hildr, perciò sai che non ti conviene ficcanasare negli affari altrui."
Sebbene Vadim la stesse velatamente minacciando, riusciva a essere gentile come suo solito. Era strano pensare che lui e Oleg fossero parenti.
"Non posso smettere di ficcanasare quando c'è in ballo il futuro del re e di Kattegat. Io devo proteggere Ivar e i suoi interessi."
"Tu stai solo cercando di proteggere il tuo amore. A te poco importa di Kattegat, tu vuoi solo che Ivar viva e che lo faccia al tuo fianco."
Hildr non seppe che dire, si sentì punta nel vivo, quindi si limitò a sospirare.
"Questo palazzo ha qualcosa di bello e divertente?"
Vadim sorrise e le fece cenno di seguirlo.
"Rimarrai a bocca aperta."
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La Valchiria del Re (2) || Ivar The Boneless
FanficIvar e Hildr sono in fuga da mesi, senza certezze e senza una meta. Attraverso la Via della Seta giungono a Kiev, dove vengono accolti con entusiasmo dal principe Oleg. Ivar ha finalmente la possibilità di riconquistare Kattegat e la sua posizione d...