A caccia di innocenza

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5. A CACCIA DI INNOCENZA

Il giorno dopo
Hildr si aggirava nella biblioteca dalle prime luci dell'alba. Aveva trascorso la notte insonne, quanto accaduto alla festa l'aveva scossa e tenuta sveglia a pensare. Oleg non sarebbe mai stato un semplice alleato, le sue azioni minavano a sottolineare il proprio potere per intimorire chiunque, anche un ragazzino.
"Cerchi qualcosa?"
Johannes era sbucato da un corridoio secondario che gli permetta di accedere alla biblioteca dagli alloggi.
"Forse. - disse Hildr - Non so nemmeno io cosa cerco."
"I libri sanno concedere una grande consolazione, sai."
"Peccato che io debba avere a che fare con le persone!"
Johannes ridacchiò, la vichinga era la prima persona a palazzo che si interessava a lui dopo Vadim.
"Come scrisse Seneca: Ignoranti quem portum petat nullus suus ventus est, non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare."
"Mi conviene trovare una meta prima che il vento diventi troppo sfavorevole da impedirmi di scorgere un porto sicuro." Disse Hildr.
"Hai una bella mente, ragazza. Usala bene."
"Ci proverò."
La porta cigolò quando Kyra fece irruzione con le gote arrossate per la corsa.
"Sei qui, straniera! Oleg vuole vederti subito."
Hildr si girò verso Johannes per salutarlo con un cenno del capo, dopodiché seguì Kyra all'esterno del palazzo.
"Perché mi vuole vedere? E perché fuori?"
"Perché oggi è la giornata della 'Venatio', ossia della caccia. E' un'antica forma di divertimento dei romani che Oleg ha conosciuto a Costantinopoli e se n'è appropriato. Ai nobili divertono le battute di caccia." Spiegò Kyra.
"E' una banale battuta di caccia. Perché farne una festa?"
Hildr rabbrividì per il freddo e si avvolse meglio nella pelliccia. Durante la notte una tempesta di neve aveva imbiancato tutta Kiev e i campi circostanti, era uno spettacolo suggestivo.
"Perché questi stupidi giochi servono a Oleg per gratificare i nobili e garantirsi il loro sostegno."
"In cosa consiste? Dobbiamo uccidere animali?"
"No. - disse Kyra - Si dà la caccia ad una ragazza in età da marito che Oleg sceglie a occhi chiusi. La ragazza è la bestia selvatica in questo caso."
Hildr fece una smorfia di disgusto. Era una pratica disumana proprio come i sacrifici umani che loro concedevano agli dèi.
"Uccidono ragazze innocenti per divertimento?"
Kyra si fermò per scuotere il capo e sospirare.
"Non la uccidono. E' solo un gioco. Il primo nobile o soldato che cattura la ragazza è il vincitore. Non muore nessuno, tranquilla."
"E scommetto che poi la ragazza va in sposa al vincitore." Disse Hildr, schifata.
"Se il vincitore ha già una moglie sceglie a chi dare in sposa la ragazza. Una delle mie sorelle l'anno scorso è andata in moglie al figlio del nobile vincitore, un bell'affare."
"E' orribile. Sposare qualcuno per obbligo è una punizione tremenda!" replicò Hildr.
Kyra la guardò in tralice quasi volesse schiaffeggiarla con gli occhi.
"Non siamo tutte fortunate come te. Non tutte le donne guidano un esercito, lottano e scelgono chi amare. Non siamo tutte libere."
Hildr abbassò il capo per la vergogna, le parole della russa non facevano una piega.
"Hai ragione. Perdonami."
Kyra non proferì parola e proseguirono il tragitto in silenzio. Hildr da lontano intravide un gruppo di uomini - nobili, soldati e servi - intorno a Oleg. Tutti si stavano armando per la caccia.
"Principe, la ragazza è qui." annunciò Kyra.
I suoi capelli rossi erano come fili di sangue in mezzo al bianco della neve. Oleg sorrise e si avvicinò a Hildr per poi baciarle la mano. La ragazza non capiva perché quella gentilezza dopo che lo aveva sfidato davanti alla sua corte.
"Hildr, è un onore averti qui. Kyra ti ha spiegato che giorno è?"
"Andate a caccia secondo una vecchia pratica romana. E cacciate giovani donne."
"Non per mangiarle!" rispose uno dei nobili, baffi unti e doppio mento.
"Non mangiate i loro corpi ma di certo mangiate le loro anime." Ribatté Hildr con freddezza.
"Intelligente. - commentò Oleg - Però oggi ho deciso di cambiare le regole del gioco. Dal momento che ieri sera abbiamo un piccolo screzio, mi piacerebbe dimostrare a tutti che noi siamo in pace. Ti andrebbe di essere la preda di questa caccia?"
Hildr si irrigidì, per un secondo la paura le attraversò il corpo come una scarica dolorosa. Desiderava che Ivar fosse lì a sostenerla ma chissà dove era andato insieme a Igor.
"Io sono già sposata, dunque non ne vedo il motivo."
Oleg le arruffò i capelli come se stesse coccolando un cane, e la ragazza si tirò indietro con uno scatto.
"Non sei davvero sposata, non c'è mai stata una vera cerimonia. Non ti obbligo a sposare nessuno, voglio solo far vedere ai miei nobili che tra di noi non c'è astio. Ieri hai osato sfidarmi, è bene che tu ora mi renda il debito che hai con me."
"Quale sarebbe il premio per il vincitore?"
"Una pietra preziosa, credo. Ci penserà Vadim a stabilire il premio. Ci stai?"
Hildr voleva rifiutare perché nelle intenzioni di Oleg c'era qualcosa di oscuro, ma il pensiero di Kattegat e della riconquista la pervase ad accettare. Lo faceva per Ivar, per restituirgli il regno che gli spettava.
"D'accordo. Posso scegliere la mia arma?"
"No, la preda non è armata. Che gusto ci sarebbe altrimenti se la preda potesse difendersi?"
"Perché mai la preda dovrebbe difendersi se è solo un gioco innocuo?" lo incalzò Hildr.
Oleg sorrise, aveva architettato un piano mascherando la faccenda losca con uno stupido gioco.
"Sai come sono le battute di caccia, spesso qualcuno resta ferito."
La vichinga non si lasciò intimorire, mostrarsi debole non rientrava nelle opzioni.
"Allora prega che quel qualcuno non siano i tuoi cacciatori."
"Pregherò. - disse il principe - Date una cartina alla ragazza!"
Mentre Hildr esaminava la cartina che segnava il percorso della caccia, Kyra le allacciava al braccio un nastro rosso che fosse riconoscibile ai partecipanti.
"Kyra, mi servono i tuoi fermagli."
"Sono un regalo di nozze, sei impazzita?"
"Sono appuntiti e sono armi perfette. Davvero vuoi che un'orda di uomini spregevoli mi inseguano senza avere la possibilità di difesa?"
Kyra sbuffò, odiava rinunciare ai propri ornamenti, ma la ragazza aveva le sue ragioni. Si sciolse i capelli e cedette i due lunghi fermagli a Hildr, che li nascose sotto la pelliccia.
"Sta attenta, Hildr."
Hildr agguantò le esili mani di Kyra e strinse forte obbligandola a guardarla in faccia.
"Se dovesse capitarmi qualcosa, dì ad Ivar che ... che ..."
"Lo farò." disse Kyra.
"Siete pronta, signora?" domandò un servo.
Hildr annuì e il servo la condusse verso una striscia di neve smossa che indicava l'inizio del percorso. Dietro di lei si erano schierati i giocatori, sguardi eccitati e mani tremanti per l'adrenalina. Oleg si mise in piedi e sventolò uno straccio rosso, poi fischiò.
"Che la caccia abbia inizio!"
Hildr iniziò a correre più veloce che poteva.

La Valchiria del Re (2) || Ivar The Boneless Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora