~ Alessandro ed Efestione ~

~ πιστός ~

Quella notte andai verso le stanze di Alessandro trovandolo sdraiato sul letto intento a leggere una lettera di sua madre. Era frustrato così cominciai a massaggiargli la schiena

<< È un riscatto alto quello che chiede per nove mesi trascorsi nel suo grembo >>

<< Falla venire qui, Alessandro. Gli darà tanta gioia >> dissi ingenuamente

<< Gioia... se io sono lo specchio infranto dei sui sogni. Resta con me stanotte Efestione. >>

Io non potevo, era troppo distrutto, aveva bisogno di schiarirsi le idee e la mia presenza non avrebbe di sicuro aiutato. Un rumore da dietro le mie spalle mi impedì di rispondere. Bagoas.

<< Penso io al bagno, grazie Bagoas >>

Dopo che rimanemmo soli il re di Babilonia mi condusse sul balcone delle sue stanze da dove si poteva vedere la città illuminata dalle torce notturne e dalla luce della luna.

<< I generali criticano la tua ossessione per Dario, >> doveva sapere << dicono che non era scritto che tu diventassi il re dell'Asia >>

<< Dell'Asia, naturale. Non vogliono altro che tornare a casa carichi d'oro. Ma io ho visto il futuro, Efestione, l'ho visto ormai mille volte su migliaia di volti. Questa gente vuole... ha bisogno di cambiare. Aristotele sbagliava sul loro conto... >>

<< in che senso >>

<< ...guarda coloro che abbiamo conquistato. Lasciano i morti insepolti, sfondano il cranio a nemici, ne mangiano la polvere, si accoppiano in pubblico. Cosa possono pensare, o cantare, o scrivere se nessuno di loro sa leggere, ma come esercito di Alessandro possono arrivare là dove non credevano possibile, possono fare i soldati o lavorare in città, nelle Alessandrie. Dall'Egitto all'Oceano più estremo. Noi abbiamo saputo legare queste terre, Efestione, e i popoli >>

<< Qualcuno dice che le Alessandrie sono diventate estensioni di Alessandro stesso... >> lui doveva sapere << ... attirano la gente nelle città per ridurla in schiavitù >>

<< Ma noi gli abbiamo liberati, Efestione, dalla Persia dove tutti vivevano come schiavi. Liberare i popoli del mondo questo oscurerebbe sicuramente la gloria di Achille e quella di Eracle, un'impresa degna di Prometeo... che è sempre stato un un'amico dell'uomo >> i suoi occhi erano illuminati dalla gioia

<< Ricorda il fato di quegli eroi: hanno sofferto grandemente >>

<< Ma tutti quanti soffriamo: tuo padre, il mio. Sono tutti giunti alla fine dei loro giorni, in fondo, quanto tutto è finito la sola cosa che importa è quello che hai fatto >>

<< Una volta hai detto "la paura della morte guida tutti gli uomini". Non ci sono altre forze? Non c'è amore nella tua vita, Alessandro? A volte mi domando se non sia tua madre quella da cui fuggi. Così tanti anni, così tanta distanza fra voi due... >> la sua espressione mi diceva che avevo ragione << Di cosa hai paura? >>

<< ah chi può saperlo. Quando ero bambino mia madre mi credeva divino, mio padre debole. Quale dei due sono, Efestione? Debole o divino? Io so solo che l"unico di cui mi fido a questo mondo sei tu. Mo sei mancato. Ho bisogno di te. Io amo te, Efestione, nessun altro >> in quel momento mi sentivo veramente amato: centinaia di farfalle si muovevano nel mio stomaco e brividi freddi mi percorrevano la schiena.

<< Tieni ancora la testa inclinata... così? >> che domanda stupida

Un sorriso si formò sulle sue labbra << ho smesso di farlo >>

<< No, come un cervo che ascolta nel vento. Tu mi ferisci ancora Alessandro. E hai gli occhi come nessuno al mondo. Ti sembrerò un discepolo stolto ma ... sei tutto quello a cui tengo... >> i nostri corpi si incontrarono in un abbraccio caldo e confortevole << ...e per il dolce respiro di Afrodite, sono geloso di perderti a causa di questo mondo che desideri così fortemente >> una lacrima comparve bagnadomi il viso

<< Tu non mi perderai mai, Efestione... >> mai più stolto fui come quella sera sul quel balcone << ...io sarò con te sempre, fino alla fine >>

Ci staccammo e mi asciugò la lacrima. Le nostre labbra si unirono nel silenzio della notte.

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πιστός = fedele (pistos)