~ στρατιώτης ~

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Dopo qualche giorno di sforzi, miei e di Bagoas ,e con qualche goccia d'acqua in più, riuscimmo a rimettere in piedi Alessandro che era nuovamente pronto ad affrontare le tribù orientali.

Tenne un discorso per cercare di riacquistare la fiducia del suo esercito: << È giusto avere paura! Tutti abbiamo paura perché nessuno è arrivato così lontano fin'ora. E ora siamo a poche settimane dall' Oceano Orientale, la nostra strada verso casa. Costruiremo una flotta di navi e risalendo il Nilo arriveremo fino in Egitto. Una volta ad Alessandria saremo a casa in pochi settimane. Potremo rivedere le persone care! Condividere con loro i grandi tesori e i racconti dell'Asia e gioire delle nostre gloria fino alla fine dei tempi.>>

<< Seguiamo Alessandro>> disse uno dalla folla

<< Perché... questo silenzio?>>

<< Siamo con te Alessandro>> disse un'altro

<< si siamo con te>> disse un'altro ancora

<< Euceste, un eroe, dove sono finite le grandi Amazzoni che osano combattere e uccidere gli uomini? Dove sono andate?>> in fondo la folla cominciò a urlare ma davanti tutti guardavano Alessandro con disgusto

<< tu Nearco, chi sono queste tribù davanti a noi rispetto quelle che abbiamo già sconfitto. Lisimaco, Antigono, mi spezzate il cuore voi uomini impauriti.>>

<< Cratero! >> urlavano i soldati mentre questo si avvicinava << Traditori!>> <<Lasciatelo parlare>> disse un'altro soldato << Abbiamo aspettato abbastanza>> << Aspettate, sentiamo cosa ha da dire>>

<<Mio re non mi piacciono le lamentele e non le tollero nella mia unità ma ho perso molti uomini... giovani, mai stati con una donna, alcuni sono morti di malattia, altri massacrati in scizia sulle rive del fiume Osso (?), alcuni sono morti valorosamente altri ancora non hanno avuto nessuna fortuna ma sono morti. Sono venuto con quarantamila uomini otto anni fa e abbiamo marciato con te per più di diecimila miglia sotto la pioggia, sotto il sole, abbiamo combattuto per te più di cinquanta battaglie abbiamo ucciso molti barbari e ora quando mi guardo intorno quante delle loro facce riconosco e tu vuoi che combattiamo altre tribù di scimmie folli ancora più a Oriente sentiamo parlare di migliaia di mostri detti elefanti e cento altri fiumi dobbiamo attraversare.>> disse Cratero

<< Cratero, buon Cratero, chi meglio di te può parlare, nobilissimo tra gli uomini, tu sai che non c'è una parte die senza cicatrice, un osso offeso da spada, coltello, pietra, catapulta, bastone. Ho condiviso tutte le difficoltà con voi>> urlò Alessandro ricolmo di rabbia e compassione

<< Si è vero, mio re, e noi ti amiamo per questo, ma per Zeus troppi i morti >> ci fu un urlo di assenso dalla folla << tu non hai figli, Alessandro, e noi siamo uomini semplici, non vogliamo disturbare gli dei, noi desideriamo soltanto rivedere i nostri figli e le nostre mogli e i nostri nipoti, per l'ultima volta prima di raggiungere i fratelli nell'oscura casa che chiamano Ade>> un altro urlo sancì la fine del discorso di Cratero

<< Si, hai ragione Cratero, sono stato un indolente. Avrei dovuto mandare voi veterani per primi a casa e lo farò, sarete voi gli scudi d'argento. E poi ogni uomo che ha servito per sette anni avrà una giusta pensione dal nostro tesoro>> la folla gridò << Ricchi, amati, verrete trattati dalle vostre mogli e figli da eroi per il resto della vita e godrete di una morte senza pena. Ma il tuo è un sogno, Cratero, la vostra semplicità è finita da tempo, quando avete preso amanti, avuto figli persiani, avete aumentato i bottoni di guerra con oro e gioielli, perché vi siete innamorati di tutte le cose della vita che distruggano un uomo >> in quel momento il suo sguardo colmo di lacrime era fisso nei miei occhi << Non lo vedete?! E voi come me sapete che con il passare degli anni la memoria si affievolirà e tutte le vostre grandi vittorie svaniranno, resterà un solo ricordo indelebile quello di aver abbandonato il vostro re in Asia. Perché io andrò avanti con i miei asiatici >>

<< Noi ti seguiremo Alessandro >> disse uno di quei asiatici

<< Vogliamo tornare a casa, Alessandro!>> urlò invece un macedone, << siamo stanchi di gloria. Vogliamo vedere mogli e figli prima di morire!>> <<Io ho dei nipoti che non ho mai visto>> l'esercito Macedone cominciò a ribellarsi

<< Io ho pagato i vostri figli bastardi, non ho tenuto niente per me e vi ho chiesto solamente un altro mese. Io vi ho portato più lontano di quanto mio padre abbia mai sognato. Tornate a casa, mi rivolgerò ai barbari e al loro coraggio. IO VADO A ORIENTE.>> [...]

Alessandro era sconvolto nuovamente. L'esercito non ce la faceva più. Io stesso non ce la facevo più ma, al contrario di loro la mia casa era lì accanto a lui. Non sarei tornato indietro senza di lui per nessun motivo.

στρατιώτης (stratiotes) = soldato


~ Alessandro ed Efestione ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora