~ φίλος ~

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Dopo aver scoperto il corpo di Dario straziato dalle lame dei comandanti persiani e abbandonato sulla terra alla mercé degli animali selvaggi, Alessandro coprì il cadavere con il suo mantello e gli diede gli onori funebri degni del più grande dei re e decise di inseguire quei comandanti attraverso colli per uccideli per il loro tradimento.

La sua politica di espansione ci fece sbaragliare popolazioni e fondare nuove Alessandrie fino a che, un giorno, il re non prese la decisione che ormai tutti aspettavano ma io temevo: chiese in sposa la barbara Roxane.

La tristezza che mi avvolse alla notizia fu tale che piansi un giorno e una notte strillando come se le mie carni di squarciassero, Alessandro si rifiutava di guardarmi negli occhi e io non riuscivo a guardare lui senza frenare le lacrime.

Pensavo che il giorno peggiore sarebbe stato quello del matrimonio al quale partecipai con i miei occhi straziati, ma quella notte sarebbe stata quella dove ci saremmo separati definitivamente. Dovevo dargli il mio ultimo regalo stanotte o non sarei più riuscito a darglielo, non avrei più avuto il diritto di farlo.

Dopo il matrimonio raggiunsi Alessandro ancora solo nelle sue stanze, aprii la porta senza bussare, sicuro che non mi avrebbe mai aperto altrimenti, avevo in mano il mio dono avvolto in un panno, stava per replicare ma io lo zittii e mi avvicinai a lui porgendo ciò che avevo in mano:<< L'ho trovato in Egitto. >> la pietra rossa splendeva alla luce delle candele << L'uomo che me l'ha venduto ha detto che è appartenuto ad un tempo in cui l'uomo adorava il sole e le stelle. >> le lacrime mi solcavano nuovamente il viso, presi l'anello e glielo infilai al dito << io penserò sempre a te come al Sole, Alessandro, e prego che il tuo sonno illumini tutti gli uomini >>  mi sorrise e io, non riuscendo a nascondere il pianto, mi lanciai tra le sue braccia << ti auguro di avere un erede. Sei un grande uomo ma nessuno...>> in quel momento la barbara entrò e io mi costrinsi ad uscire senza guardare il mio amato in viso. Uscito nel corridoio mi accasciai a piangere appoggiato alla porta chiusa consapevole di aver lasciato in quella stanza, in quel momento, il mio cuore e la mia unica ragione di vita.

D'un tratto cominciarono i gemiti e ad ognuno di essi il mio cuore si infrangeva e lacrime bagnavano ormai anche il mio collo. Perché continuavo ad ascoltare? Perché non ero io quello che gemeva? Perché?

φίλος (Filos) = questo termine è uno dei più complicati da tradurre perché significa sia amante (nel senso di qualcuno che si ama) sia amico. Con il termine φιλια (Filia) si identifica il rapporto fra Achille e Patroclo che come sappiamo era un po' più che semplice amicizia. Penso che questa parola sia veramente perfetta anche per questa coppia.

*Scusate la fine un po' trash da romanzetto d'amore*

~ Alessandro ed Efestione ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora