Quando parti a volte è dura
Può mancare il cielo
Ma solo viaggiando si può crescere davvero
Beddhra mia pigghia tuttu
E minti ntra la borsa
Portame cu tie alla larga moi de sta realtà
E ricorda che ogni cosa che trascuri
No, non ritornerà
Forse non ritornerà
("Portami con te", Boomdabash)"Ho parlato di te a mia madre." Afferma sincero Niccolò poggiando il mento sulla mia spalla attirandomi ancora di più a sé e facendo così combaciare perfettamente la mia schiena al suo busto. La nostra pelle nuda – ricoperta solo dal costume – si scontra e si accarezza come si conoscesse da tempo ormai.
Rimango un po' spaesata a quell'affermazione e sento le guance arrossire. A sua madre? Di me? Perché mai avrebbe dovuto? Stringo le spalle e mi rannicchio ancora di più tra le braccia di Nic, il mio porto sicuro, mentre continuo a guardare il sole scomparire dietro la linea dell'orizzonte del mare. La tranquillità di questa spiaggia abbandonata stona eccessivamente con questo periodo della mia vita, ma mi piace passare il tempo qui, con lui.
"Ed è una cosa buona?" chiedo ricordandomi che devo ancora rispondere al ragazzo.
"Beh sì, credo." Controbatte incerto alzando di poco le spalle. "Di solito dico tutto a mia madre, ho un bel rapporto con lei." continua per poi spostare lo sguardo dal mare a me accennando un sorriso.
"Mi fa molto piacere questa cosa, Nic." Annuisco e allargo le labbra in un grande sorriso provocato da questa sua confessione.
"Dovremmo mandarle una foto, sai?" chiede retorico sfilando il cellulare dai pantaloncini del costume per poi sbloccarlo e cliccare sull'icona della fotocamera. Alza il braccio e fa in modo che lo smartphone si ritrovi davanti i nostri volti che vengono inquadrati dalla camera e poi riproposti sullo schermo. Istintivamente porto le mani davanti al mio viso e mugolo una smorfia.
"Mi vergogno!" esclamo scoppiando a ridere con ancora le mani davanti al volto.
"No dai, è come se la stessi inviando ad un amico." Mi rassicura il romano lasciandomi un bacio sulla guancia. Abbassa gli occhiali da sole, che precedentemente erano appoggiati sulla testa, sul naso e afferra una ciocca dei miei lunghi capelli scuri per poi portarla tra le sue labbra e il suo naso come se fossero dei baffi. Tolgo le mani da davanti gli occhi per guardarlo e capisco subito il suo gioco, quindi poggio la mia testa contro la sua e sporgo le mie labbra in avanti, facendo così la faccia da pesce. Appena sia io che Nic abbiamo assunto l'espressione più buffa possibile, scatta la foto per poi scoppiare a ridere. Mi unisco alla sua risata e con lo sguardo osservo le sue dita pigiare sullo schermo per inviare la foto a sua madre su whatsapp.
"Che potrà mai pensare di me?" scuoto la testa e torno a guardare il mare.
"Chi lo sa!" esclama alzando le spalle con fare vago e poi posa nuovamente il cellulare in tasca.
Sospiro e faccio scemare il mio sorriso in una smorfia. Penso a come sarebbe parlare di Niccolò ai miei genitori: mi chiederebbero se frequenta l'università, se ha un buon lavoro, se possiede una casa e non si soffermerebbero minimamente a domandarsi cosa lui prova davvero per me o cosa io provi per lui. Poi bisognerebbe spiegargli che è pieno di tatuaggi e questo scatenerebbe in loro una reazione degna di un premio Oscar. Sento già le loro voci dire che non è una persona adatta a me e che non posso permettermi di mischiarmi con certa gentaccia. Che stupidi, come se chi porta giacca e cravatta fosse un santo. Non vedo l'ora di iniziare la mia vita a Londra, lontano da qui e, soprattutto, lontano dai miei. Non posso negare che gli voglio tanto bene, sono comunque i miei genitori, ma negli ultimi anni il nostro rapporto è peggiorato con lo scorrere del tempo. Io sono cresciuta e non sono la figlia che loro hanno sempre desiderato: prendo decisioni che non condividono e sto con gente che non rispecchia l'etichetta sociale che vorrebbero. Che male c'è se è questo quello che voglio per la mia vita? Vivo dei miei sogni e delle mie scelte.
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Ovunque tu sia | Ultimo FF
Fanfiction"Ti penserò giorno e notte Cate, promettimi che lo farai anche tu. Perché, sai, a Roma non troverò mai qualcuno che mi sussurra dolcemente di non spaccare tutto quando sono arrabbiato. Non troverò mai una Caterina come te. Perché tu non ci sarai...