Capitolo 6

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Cuando te besé, viajé
Sentí que toqué el cielo
Y no me equivoqué, no no no
Porque lo haría de nuevo, y de nuevo, y de nuevo
("Cuando te besé", Becky G ft. Paulo Londra)


"Ho una cosa per te!" urlo da dentro la cabina mentre tolgo l'abbigliamento da animatrice il più velocemente possibile. Ne ho abbastanza di questo lavoro, penso sospirando e poi cambio il costume e indosso una salopette di jeans sopra ad esso.

"Cosa?" chiede Nic poggiato al di fuori della cabina. Lo immagino nella sua tipica posizione di attesa: con le braccia incrociate al petto e una gamba incrociata sull'altra mentre osserva il mondo intorno a lui attraverso le sue lenti scure.

"La tua felpa." Dico estraendo la felpa nera da dentro il mio zaino e poi apro la porta della cabina per uscire da essa. Metto una mano sotto ai miei capelli e la scuoto velocemente per ravvivarli dopo una lunga giornata mentre allungo l'altra – che sorregge la felpa – verso Nic che mi guarda divertito. Mi mancherà avere un indumento che emana il suo profumo nella mia stanza.

"Scherzi?" mi domanda alzando un sopracciglio. "Puoi tenerla!"

Ritraggo la mano, porto la felpa al petto e sorrido, in fondo speravo che mi avesse risposto così.

"Così mi penserai quando sarai in camera sola soletta..." aggiunge sussurrando questa frase al mio orecchio con un fare vago e un tantino malizioso.

Strabuzzo gli occhi e scuoto la testa mentre mi allontano da lui un po' imbarazzata. Mi chino e poso la felpa dentro lo zaino, esattamente dove si trovava prima, e poi, improvvisamente, scoppio a ridere realizzando quanto appena detto dal ragazzo.

"Che te ridi?"

"Nulla, Moriconi." Affermo continuando a ridacchiare e mi concentro a chiudere per bene la porta della cabina dopo aver lasciato lo zaino al suo interno. "Solito posto?"

"Certo!" esclama facendomi un cenno della testa per invitarmi a far strada, nonostante la conosca benissimo. Gli passo davanti rifilandogli una linguaccia e poi inizio a correre verso la spiaggia. Sento Niccolò venirmi subito dietro e sorrido con il cuore. È incredibile come io riesca ad avere tanta complicità con un ragazzo conosciuto da qualche settimana, proprio io che non ho mai avuto fiducia in nessuno; il romano riesce a cambiare le mie emozioni con un solo sguardo, con una semplice battuta o con un semplice sorriso. Mi volto un attimo a guardarlo, mentre continuo a correre, e lo vedo impegnarsi per afferrarmi ma aumento la mia velocità e riesco ad arrivare per prima con i piedi in acqua. Posso le mani sui miei fianchi e cerco di regolarizzare il mio respiro. Vedo Niccolò arrivare già stanco nonostante il tratto da noi percorso sia stato breve.

"Sei una schiappa!" esclamo guardandolo e notando il suo petto alzarsi e abbassarsi velocemente in cerca di aria. Adoro punzecchiarlo e credo che anche lui adori farlo con me.

"E tu sei antipatica!" risponde prontamente come un bambino capriccioso.

Spalanco la bocca e mi fingo sorpresa da tale affronto portando una mano sul petto con fare teatrale. Successivamente, mi incanto a guardare il mare calmo e l'orizzonte che inizia ad assumere i colori del tramonto lentamente. Inspiro profondamente la brezza marina e mi rilasso, amo il mare e il senso di tranquillità che mi trasmette.

"Sai che non ho un posto nel mondo, quindi cercami dove il mare finisce." Sussurra Nic affiancandomi, una volta che ha ripreso fiato. Lo guardo per un attimo e poi torno a guardare quella distesa blu davanti a noi. Mi concentro su quella frase, dove il mare finisce. Sento la mano del ragazzo intrecciarsi con la mia e così decidiamo di incamminarci verso la spiaggia con la piattaforma di legno abbandonata, quello che ormai è diventato il nostro posto.

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