Capitolo 14

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Dónde estarás?
Cuál tu camino
Sin ti me siento un clandestino
Dónde yo vaya
Veo tu rostro
Es un eterno, eterno agosto
("Agosto", Alvaro Soler)

Sei mesi dopo

Ormai è sera e tutta Londra è illuminata dalle mille luci tra le strade. Sento i tendini del mio polpaccio destro tirare mentre salgo velocemente le scale che portano all'uscita della metro e sbuffo non appena vedo che sta per iniziare a piovere. L'odore di pioggia contrasta quello di chiuso appena uscita dalla metro. Non che la pioggia sia una novità a Londra, ma, nonostante io sia qui da più o meno sei mesi, non mi sono ancora abituata alla mancanza del caldo sole della Sardegna. Mi chino leggermente e massaggio il mio muscolo dolorante con la mano cercando di mantenere l'equilibrio. Forse non avrei dovuto provare e riprovare quel giro così tante volte oggi durante la lezione di modern, penso e faccio una smorfia appena tocco un punto dolente. Decido che è meglio sbrigarsi e tornare a casa, piccole gocce di pioggia iniziano lentamente a cadere ed io non ho con me un ombrello. Mi riparo invano con il colletto del giubbotto di pelle che indosso e percorro le poche centinaia di metri che dividono il mio appartamento dalla fermata della metro. Quando arrivo davanti al portone, cerco le chiavi di casa dentro il mio borsone e poi apro velocemente per poi salire a casa. Raggiungo in fretta il piccolo appartamento che si trova al secondo piano e, mentre tento di aprire la vecchia porta che ogni volta fa resistenza, sento il mio cellulare squillare. La fastidiosa suoneria prosegue senza fermarsi, ma la ignoro fin quando non riesco ad entrare in casa. Butto il borsone a terra e cerco per un paio di secondi il telefono dentro esso per poi trovarlo e leggere sullo schermo il nome di Manuela. Nonostante ci sentiamo tutti i giorni, sorrido al pensiero di passare del tempo al cellulare con la mia migliore amica, mi manca da morire.

"Ehy Manu!" esclamo contenta accentando la chiamata per poi chiudere la porta di casa.

"Oddio Cate, sei a casa? Prendi il pc, muoviti!" mi dice abbastanza agitata.

"Sì, sono appena arrivata... Che succede?" mormoro avviandomi verso la mia camera da letto e avvicinandomi subito dopo alla mia scrivania. Alzo un sopracciglio e cerco di capire la situazione.

"C'è Niccolò che canta a Sanremo." Afferma come se fosse riuscita a buttare tutta l'aria che stava trattenendo in corpo.

"Cosa? Ma che dici!" scoppio a ridere per quella affermazione, è impossibile quello che mi sta dicendo.

"Caterina, metti Rai1, ascoltami." spalanco gli occhi non appena la sento chiamarmi con il mio nome intero, cosa che fa solo quando è estremamente seria. Metto il cellulare in vivavoce e lo appoggio alla scrivania mentre con l'altra mano apro internet e vado sul sito Rai per vedere in streaming la diretta del primo canale.

"Hai fatto?" insiste Manuela mentre la pagina sta caricando. È in fibrillazione.

"Un attimo!" esclamo infastidita, non posso credere che tutto questo sia vero.

"Oh cavolo..." sussurro qualche secondo dopo portandomi una mano davanti la bocca. Sento subito gli occhi inumidirsi. "È a Sanremo Manu, è Niccolò!" Ed è vero, è proprio lì davanti ai miei occhi. Sta cantando una canzone che non ho mai sentito prima, ma è impossibile non riconoscere il suo timbro e i suoi modi di muoversi quando canta. Lo guardo incantata mentre dentro di me si accende una felicità che non è facile descrivere. Niccolò ha raggiunto il suo sogno: sta cantando su un palco importante e sta facendo ascoltare una sua canzone a quanta più gente possibile. Mi sembra ieri quando mi faceva sentire le sue canzoni su una spiaggia o per telefono, quando i nostri discorsi erano la sua fonte d'ispirazione e quando tutto ci sembrava semplice. Adesso invece sono qui a guardarlo attraverso uno schermo e a riascoltare la sua voce di nuovo dopo tanti mesi. Non sei cambiato di una virgola Nic, riesco ancora a vedere quella scintilla da sognatore nel tuo sguardo mentre ti guardi intorno impaurito. Immagino già quanto ti sia costato salire lassù per essere poi circondato da una grande orchestra e messo di fronte ad un'importante platea come quella.

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