CAPITOLO 2

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Quella serata, ormai tardissima, per Dave era una serata con un rientro più strano del previsto. Quella sera era troppo bella, da essere goduta fino ad un certo punto. Proprio non voleva tornare nel suo regno, il REGNO DI DAVE, ovvero la sua casa; "Casa dolce casa!!!" come una fantastica osservazione di un romanzo di Alva Noe.

Faceva tanta fatica persino a pensare di mettersi in cammino, per tornarci in quel bel regno, che a dirla tutta era una semplice casa con una cucina piccola, un modesto bagno con una vasca che fa tanto retrò anni Novanta, giusto un piccolo salone dove c'è una modesta TV ed una modesta poltrona dove poteva godersi: un film, un evento sportivo, un game-show, un notiziario... insomma, quel che gli pareva bello di vedere in una qualsiasi sera, sempre, però, in funzione del suo umore. A volte, se aveva l'umore completamente storto, nemmeno si avvicinava al telecomando. Il suo regno, così piccolo, ma così grande per lui, è tutto per lui. Dave aveva improntato il suo stile di vita sulla rara e quasi unica cosa che si possa disporre in questo mondo tanto frenetico, ovvero, LA SEMPLICITA'. Per lui una cosa semplice era un qualcosa di inestimabile valore, anche perché era un valore non quantificabile con nessuna valuta monetaria di questo mondo, nemmeno quantificabile con qualsiasi operazione bancaria ed azionaria del mondo sia della micro che della MACRO Economia.

La nostalgia, per ora, fa da protagonista... ma è ora di mettersi in cammino, per andare via da quel posto che, in momenti di tanta tristezza e di tanta debolezza, è il suo POSTO MIGLIORE; un posto dove rimanere lì la propria anima, un posto dove il corpo può vivere la, comunque, Vita piena di impegni, di frenetico e rumoroso frastuono, ma dove l'anima restava a contatto con l'armonia del fragore delle onde marine.

Le ciabatte, quelle cose che non si sanno che tipo di calzatura siano, da leggere, diventano un po' pesanti; non tanto per la sabbia che si era accumulata al di sotto di ogni singolo spazio delle loro suola, ma tanto dal peso dell'anima che quasi dice NO al volersene andare da lì.

Inizia ad incamminarsi per raggiungere le scale, quelle scale che, di tanto in tanto, percorre per staccare dalla VITA MODERNA per entrare in questo MONDO SPECIALE DELL'ANIMA: un mondo pieno di gioia, dove, può finalmente staccare da tutto, un mondo in cui, finalmente, può sentire davvero dentro quello che è davvero lui stesso, e non quel mondo dove si sente, appena appena, quello che gli passa per la testa. Anche perché il mondo ti vuole più una macchina che un essere umano: quell'essere con le sue distrazioni, con le sue debolezze, con le sue paure, con le sue sensazioni, con le sue...EMOZIONI!!!

Una volta salito e scavallato il suo ultimo gradino, il gradino che gli fa, come di colpo, cambiare umore: da un umore pacifico, pieno di pace ed armonia con la sua anima, ad un mondo frenetico, un mondo in cui le macchine valgono più degli uomini, più degli animali, più delle piante, più di ogni singolo ben di Dio che ci si possa disporre su questo pianeta.

Di colpo, però, passeggiando e macinando i metri che lo dividono dal lido fino ad arrivare nel suo "regno", inizia a sorridere, passo dopo passo. Inizia a respirare più profondamente, inizia a sentire la freschezza che lo riempiono i polmoni, che disseta, in qualche modo, con la sola forza del pensiero e con la forza del motore della fantasia, la sua ANIMA.

La sua casa dista circa un chilometro. Una distanza che, a seconda dell'umore in cui ti trovi, può essere pesante se la tua anima non è in pace con sé stessa, ma che può essere una passeggiata, dove non senti nemmeno il passare pesante del tempo: il trascorrere del flusso della sabbia in una clessidra, in un ticchettio interminabile di un orologio ad ingranaggi, oppure un continuo Tic-Toc del pendolo di un orologio tipico... beh, tipico da, da... "da pendolo!!!" e tenuto appeso, ancora, da qualche persona di altra Epoca.

In quella serata, oppure meglio dire nottata, si gode tutto il passaggio. Cammina e cammina, fino a sentire le sue gambe un po' stanche; le gambe che... chissà se lo reggono ancora? Anche perché deve tener conto di una bella passeggiata, fatta sulla spiaggia, su quella sabbia che sembrava tanto di un terreno appena sfoltito dalle piante e fatto frullare da quelle strani "forbici" di un trattore di un qualsiasi contadino della zona. Insomma, un terreno che rende il percorso più tortuoso; perché ci vuole un po' di forza in più nelle gambe, un po' di voglia in più per passare da un granello ad un altro.

Con quel sorriso stampato sulle labbra, con la sola fatica fisica accumulata, volge uno sguardo alla Luna...Beh!!! Come è bella e romantica quella Luna, che tanto sorrideva a qualsiasi cosa, e sorrideva tanto a quel mare che lasciava un bel riflesso, una bella scia luminosa dentro di esso... insomma era tutta una Poesia da...VEDERE!!!

Quel Fantastico Mondo di DaveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora