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Indietreggio il più possibile, cercando di non far trasparire il mio terrore, invano.
Mi sto schiacciando sempre di più sul muro, e sembra che lui non abbia intenzione di fermarsi.
Proprio quando sto pensando a come sfuggirgli, la maniglia della porta del bagno si abbassa, dandomi un'immenso sollievo.

Lucas esce, e ci punta subito uno sguardo inquisitore - Ma che state facendo? - si mette a braccia conserte, dubbioso - Niente di cui tu debba preoccuparti, fratellino - Lucas ha un grande potere: riesce a convincere tutti e tutto.
È il preferito della famiglia, tutti lo sanno, ma il problema è che non vuole esserlo.

Darei qualsiasi cosa, pur di ricevere un complimento da uno dei 4.
- Comunque Criatian, non riesco a fare un esercizio di algebra, mi aiuti? - è chiaro che Lucas voglia allontanarlo il più possibile da me - Certo! Sai quanto io ami l'algebra. Dai andiamo! - non è fatto vero, visto che Cristian è più uno da sport.
Li seguo con lo sguardo fino alla fine del corridoio, per poi entrare velocemente nel bagno.
La temperatura è piacevole, ed è tutto in ordine.
Prendo il necessario (un asciugamano, lo shampoo, il balsamo, e il mio bagnoschiuma preferito al cocco) posando i vestiti sul calorifero.

Senza aspettare nient'altro, mi spoglio, e non posso fare a meno di guardarli.
I lividi.
Ne ho dappertutto: sulle spalle, sulle braccia, sul collo, persino sulla pancia.
Ce ne sono grandi e piccoli, violacei e gialli, con forme definite.
Mi scende una lacrima, alla vista di queste chiazze scure sulla mia pelle chiara e morbida.
Smetto di pensarci, e mi rifugio sotto il getto dell'acqua.

Nella doccia, mi lascio andare ad un pianto liberatorio, forse il primo di tutta la mia vita, visto che mi tenevo le emozioni dentro.
Esco da li per andare ad asciugarmi e vestirmi, ma non ho ci sono più le mie cose.
Al loro posto, c'è un vestito nero in pizzo senza spalline, dei tacchi vertiginosi neri, e della biancheria intima davvero...provocante.

Sospiro, sospettando già di chi sia la colpa: Cristian o Zack.
Indosso i vestiti, ma non mi piace per niente l'effetto che hanno su di me.
Si vedono tutti le macchie con questo vestito dannatamente corto.
La rabbia prende possesso di me,facendomi uscire di testa.
Esco dal bagno, e vedo subito quel pervertito di mio fratello Zack nel corridoio che sorride - Ti sta proprio bene quel vestito, sai? - mi acciglio - Dove hai messo i miei vestiti? Non ho certo intenzione di rimanere nuda. E per di più si vedono tutti i lividi - assume uno sguardo indifferente - Sono più grande di te, perciò fai quello che dico io, chiaro? - incrocio le braccia - Non penso che delle persone vogliano vedere come mi avete ridotta! Capirebbero che non sono semplicemente caduta dalle scale - si avvicina - Non preoccuparti, c'è del...com'è che si chiama? Ah si, fondotinta. Copri quelli più evidenti - si gira e se ne va.
Io rimango li, nel corridoio, non soddisfatta a pieno di com'è andata la lite.
Sono ancora in tempo per rispondergli - Forse, se smetteste di picchiarmi, non sarebbe necessario doverli coprire - si blocca, e molto lentamente, porta gli occhi su di me - Quindi sarebbe colpa nostra? - avanza - N...no - balbetto io, maledicendo la me del passato - Ho sentito benissimo quello che hai detto - è furibondo - T...ti prego, n...non ora - sembra non dare ascolto alla mia supplica.
- Tu, inutile puttanella, osi incolpare noi dei tuoi sbagli? Ti insegno io ad essere educata - finisce la frase, e mi prende il braccio, strattonandomi fino in camera sua.

Entriamo, e lui chiude subito la porta a chiave, buttandomi per terra.
- T...ti imploro...farò qualsiasi cosa - sembra darmi ascolto.
Potrei aver preso la decisione peggiore di tutta la mia vita,però l'altra scelta era farmi ritrovare in un bagno di sangue - Qualsiasi cosa, eh? - annuisco,cercando di capire cosa vuole - Bhe, questa settimana sono andato a prendere ripetizioni, ed è finita che mi sbattevo la tipa...quindi non so un cazzo sui compiti da fare - non capisco - Vuoi che ti dia ripetizioni,o c...che ti faccia i compiti? - domando, facendolo ridere - Che mi faccia tu i compiti, cogliona - mi alzo - Certo, v...va bene - ci fissiamo ancora per qualche secondo.
Come vorrei dirgli di andare a quel paese.

The Sister EveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora