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Non mi ricordo niente, so solo che sono su una superficie morbida che riconosco fin troppo bene.
Apro gli occhi e, come speravo, le tende del mio balcone sono chiuse.
Mi metto sui gomiti per la prima volta dopo tanto tempo, controllando i vestiti che indosso.
Ho dei pantaloncini rosa, e una maglietta nera con un gatto sopra.

Sapere di essere a casa mia, con dei miei vestiti, nel mio letto, mi regala un enorme pace.
Dopo quello che è successo, non penso rivedrò mai Matt, suppongo abbia pure cambiato scuola.

Prendo un bel respiro e, non avendo più dolore allo stomaco, mi alzo.
Apro lentamente la porta di camera mia, ma rimango po' delusa nel non vedere nessuno.
Scollo le spalle, e mi dirigo in cucina, dove probabilmente saranno tutti.

Mi acciglio, quando neanche qui c'è nessuno.
Dove diavolo saranno finiti tutti? Sono scomparsa per un giorno, senza dirgli la verità, ho perso i sensi, e per di più sono minorenne, oltre che una loro famigliare.

Stringo i pugni - Dovevo immaginarmelo... - sta per uscire una lacrima - Immaginarti cosa, sorellina? - è la voce di Cristian, o sbaglio? E poi come mi ha chiamata? Sto per caso sognando? - Tu...come... - spalanco gli occhi - Pensavi ti avessimo lasciata a casa da sola dopo che un maniaco ti ha rapita? - do un colpo di tosse, imbarazzata.

Spero che non mi facciano il terzo grado - Io...mi dispiace - non uso un tono spaventato, arrabbiato, o imbarazzato, ma semplicemente il mio, quello che ho sempre avuto paura di usare - Non è colpa tua, anche se ti avevamo detto di stargli lontano. Hai 15 anni, è normale non dare retta a nessuno, e fare di testa propria. In questa età, hai bisogno di conferme, di divertirti, e sbagliare a modo tuo, cosa che con noi non hai mai potuto fare. Siamo noi quelli che ci dobbiamo scusare - per poco non applaudo al suo discorso.

Da dietro di lui, spuntano tutti gli altri, che in coro mi chiedono scusa.
Rimango paralizzata, ma mi avvicino.
In pochi secondi siamo tutti abbracciati, proprio come una vera famiglia.
Nessuno piange, perché in fondo sappiamo che questo momento doveva avvenire da un po' di tempo.

Passano vari minuti, e ci stacchiamo - Io direi di andare tutti a mangiare fuori, ci state? - Derek non è mai stato così entusiasta di dire una cosa.
Rispondiamo tutti annuendo, e saliamo ogniuno nella propria camera.

Mi faccio una doccia veloce, per poi asciugarmi e vestirmi.
Circa un'ora dopo siamo tutti in macchina, pronti ad andare nel nostro ristorante preferito.
Nel tragitto parlo un po' con tutti.
Mi fanno domande sul mio stato d'animo, su come mi sento fisicamente, e su cosa mi abbia fatto Matt.

Mento - Mi ha tenuta in cantina tutto il giorno, e l'ho visto solo la sera - sembrano sollevati da un lato, ma dall'altro sanno benissimo anche loro che non è così.
Se fosse stato vero, non mi avrebbero trovata con un mega livido sul ventre.

Guardo fuori dal finestrino, e mi accorgo che siamo arrivati al ristorante.
Scendo dalla macchina, e aspetto gli altri, prima di andare avanti.
Lucas stava quasi per cadere dall'auto, per provare a scendere "come un boss mafioso". La cosa mi fa sorridere, e lui lo nota, facendomi la linguaccia, e un gestaccio.

Entriamo dentro, e subito vediamo che è stracolmo di gente.
Noncuranti di questo, andiamo da una cameriera, che ci indica gentilmente il nostro tavolo.
Il tavolo 8, come il "nome" della poliziotta che mi ha portata in salvo.

Ecco di cosa parlerò questa sera: della sua incredibile forza, del suo immenso coraggio, della sua bravura nel correre, ma soprattutto del suo sangue freddo.
Devo assolutamente andarla a trovare in questi giorni, sia per ringraziarla, che per parlarle un po'. Aveva i capelli raccolti in una coda, la pelle scura, e una tuta che non lasciava vedere molto del corpo.
E io che pensavo che gli angeli custodi avessero un paio di ali, e una tunica angelica.

Dopo quella sera, è diventata lei la mia eroina.
All'improvviso, mi viene in mente una domanda da porre ai miei fratelli: hanno ucciso veramente loro Emily? Proprio quando sto per porre la domanda, entra un ragazzo dannatamente famigliare.
Ce ne accorgiamo tutti - Sorellina... -

The Sister EveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora