Lo guardo,cercando di fare notare il meno possibile l'agitazione - Certo. Adesso? - annuisce,prendendomi delicatamente per la spalla destra.
Superiamo la scalinata,e andiamo dritti in camera sua.
Mi fa entrare,e prima di farlo anche lui,si guarda intorno.
Quando vede che non c'è nessuno,mi raggiunge,chiudendo la porta dietro di sé.I suoi occhi non sono come quelli di sempre,sembrano "spenti" - Oggi Derek è sbottato,e visto che in macchina tremavi come non so cosa,vorrei farti una domanda:come stai? - ingoio rumorosamente la saliva.
- Bhe...sto bene. Anzi,no,non sto bene. Forse è perché sono spaventata ogni fottuto momento della mia fottuta vita,o forse perché,a volte,devo prendermi dei calmanti...si hai capito bene,prendo dei calmanti,cazzo!La mia me stessa è andata a rifugiarsi in una bolla,per cercare di non sentire più quella vocina dentro di lei,che dice che si merita tutto quello che le succede!La vita con lei sta facendo la stronza,non le lascia un minuto di tregua. Ogni volta che Eve pensa di avere le cose sotto controllo,ecco che il fiato merdoso di quella puttana della vita,ritorna!Non ce la faccio più cazzo! - riprendo fiato,e le mie ginocchia cedono,facendomi cadere pesantemente per terra.
Inizio a piangere disperatamente,sia per le cose che ho detto,sia per paura di quello che succederà adesso.
Ho finalmente detto quello che provo,senza filtri,senza censure,la verità più totale...e la verità fa male.In pochi secondi,Zack è accasciato vicino a me,che mi abbraccia come se ne avesse bisogno.
Senza pensarci due volte,ricambio il gesto,bagnandogli la maglia con le mie lacrime.- Eve,mi dispiace per tutto quello che stai passando. Ti giuro che da oggi in poi,ci sarò prima io di te:se qualcuno se la prenderà con te,ti difenderò io,sorellina - mi stringe un po' di più - Ti ringrazio - rimaniamo così per minuti che sembrano interminabili.
Veniamo interrotti da un rumore strano che proviene dal fondo della porta.
Mi viene in mente il gattino,e subito mi stacco dal suo abbraccio.
- Il gattino...mi sa che è qui - mi lancia uno sguardo sorpreso,e va subito ad aprire la porta.
Come sospettavo,eccolo lì,seduto,con i suoi occhietti azzurri - Vieni,piccolo - cerco di non urlare.
Il gattino,appena lo chiamo,viene subito da me - Come lo chiamiamo? - viene a sedersi di nuovo affianco a me - Devi decidere tu il nome - come un fulmine che colpisce il suolo,mi viene in mente il nome perfetto.Ice.
Se non sbaglio,è il nome che mia mamma aveva dato al suo coniglietto,quando era bambina.
Alcune delle sue foto,raffiguravano lei con il suo coniglietto,e di sfondo la gabbia che le aveva costruito.
Erano così teneri.- Ice,ti piace,piccolino? - mi continua a guardare con i suoi piccoli occhioni di ghiaccio,senza però,emettere un suono.
- Secondo me,va bene - mi risponde Zack - Era il nome... - annuisce - Si lo so - sorrido,cercando di cambiare argomento - Bene. Ciao Ice,io sono Eve,e lui è Zack. Di noi ti puoi fidare,va bene - si avvicina,e si mette in braccio a me.Senza pensarci due volte,lo prendo,e lo stringo amorevolmente - Lo vuoi toccare?È morbidissimo - chiedo a Zack,che si tocca il ciuffo,pensandoci attentamente - Va bene - sorrido,e gli passo Ice.
Appena lo prende,assume un'aria responsabile,come se avesse tra le braccia un vero neonato - È molto...morbido e leggero - gli fa varie carezze,senza fargli male - Gli brontola il pancino,mi sa che ha fame - mi alzo,facendogli cenno di seguirmi - Dai andiamo a prendergli i croccantini - con molta attenzione a non far cadere Ice,mi segue fino in cucina.
Vedo che il sacchetto con le cose per Ice è sul bancone della cucina.
Lo svuoto,e vedo cadere anche un biglietto,che probabilmente sarà lo scontrino.
Lo prendo comunque,per vedere cos'ho comprato.
Ma non c'è scritto il prezzo,o le cose che ho preso:ci sono 10 numeri.
Appena realizzo che è un numero di telefono,e che quasi sicuramente me lo ha messo Matt,lo prendo,e lo metto nella tasca dei Jeans.
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The Sister Eve
Random- COMPLETA - La paura era l'unica emozione che Eve aveva il permesso di provare. I suoi 4 fratelli,la trattavano come una prigioniera,a tal punto da farle tentare il suicidio. Non morì, ma è come se lo fosse:era diventata taciturna,triste,e persa. ...