Era una sera di inizio inverno, di quelle in cui la neve inizia a cadere ed imbiancare tutto con il suo mantello leggero, che sarebbe sparito con il primo raggio debole di luce. Le persone erano nelle strade, festose e allegre, aspettando l'imminente arrivo dell'anno nuovo. L'anno che se ne andava si portava dietro l'arrivo di un altro e, come sempre, l'inizio di tante nuove avventure.
Ma se tutti stavano festeggiando, Katsuki e suo padre erano di un altro avviso. Per loro non vi era nulla di più importante dello sport, del basket e anche in quella serata del 31 dicembre, loro desideravano solo allenarsi.
Katsuki, neo capitano della squadra del proprio liceo e suo padre, l'allenatore di quella stessa squadra, si stavano allenando nella palestra dell'albergo nel quale stavano passando le vacanze di natale. I capelli biondi del ragazzo erano attaccati alla fronte, appiccicati a causa del sudore che stava rilasciando, per via del padre che lo stava mettendo sotto come il solito. Gli dava consigli e metodi su come attaccare e non farsi trovare impreparati dall'avversario, perché una cosa vi era di importante quell'anno: avrebbero dovuto affrontare la squadra loro rivale da sempre, i west high knights.
Katsuki sentiva sulle spalle quel peso enorme per via del nuovo ruolo che aveva assunto, ma grazie al suo spirito combattivo, sentiva che quell'anno ce l'avrebbero fatta.
"Ragazzi!" sentì una voce femminile richiamarli alle spalle e, prendendo il pallone con entrambe le mani per fermarlo, dopo che esso fece centro nel canestro, si fermò, voltandosi verso la donna che stava di fronte all'ingresso con un vestito blu che le ricadeva sul corpo. Sua madre era bellissima ed elegante, mentre sorrideva ai suoi due uomini davanti a cui si era arresa molte volte per via della loro ossessione.
"Hei!" aveva esclamato il padre, andando verso la madre con l'intenzione di abbracciarla, ma lei lo aveva bloccato, intenzionata assolutamente a non farsi sporcare quel vestito che doveva aver pagato molto e a cui teneva.
Tese una mano davanti a se per bloccare il marito.
"Ragazzi, c'è la festa, di capodanno"
"Giusto, la festa.. di capodanno" marcò il padre, voltandosi verso il figlio che lo guardava leggermente scocciato, perché l'unica cosa che desiderava in quel momento era stare lì a provare altre mosse per essere sicuro di poter essere pronto a battere i west high.
"Su, vatti a cambiare, c'è una festa per voi ragazzi giù al bar" aggiunse la donna, facendogli segno col dito alle proprie spalle. Bakugou sbuffò, guardando ancora il pallone tra le proprie mani e il canestro.
"L'ultimo!" esclamò, facendo palleggiare quella sfera arancione e andando a segno esattamente come faceva ogni volta.
[...]
Nella parte opposta dell'albergo vi era un ragazzo, immerso nella lettura di un libro, completamente all'interno della storia, tanto da non accorgersi dell'arrivo della madre. Stava seduto su un divanetto, con le gambe incrociate al petto, quando la donna gli prese il libro dalle mani e lo chiuse, portandoselo dietro la schiena.
Eijirou sollevò lo sguardo, colto di sorpresa, spostando i capelli rossi leggermente lunghi sulla fronte, per poter fronteggiare meglio la donna.
"Mamma!" disse, sorridendole, mentre la donna faceva la stessa cosa. Si tese verso di lei per poter riavere indietro l'oggetto del suo interesse, ma lei si fece più lontana.
"C'è una festa, vatti a cambiare" disse le madre, continuando a sorridergli, ma Eijirou sentiva quell'obbligo arrivare fino alla sua mente. Sbuffò guardando la donna e sperando che stesse scherzando. Lui non era il tipo da feste, soprattutto perché non aveva voglia di andarci da solo e si sarebbe sentito di troppo, come sempre. Il rosso e la madre erano soliti stare per conto loro, soprattutto dopo la venuta a mancare di suo padre, quindi il ragazzo non capiva cosa stesse prendendo quella sera alla donna.
"Dai, divertiti" continuò e Eijirou si alzò in piedi, ormai consapevole di non poter fare nulla a riguardo.
"Posso riavere indietro almeno il libro?" chiese, totalmente intenzionato ad andare alla festa, ma continuando quella lettura ad ogni costo.
La donna glielo porse, continuando a mostrare quel sorriso caloroso che solo lei era in grado di fare e si allontanò.
[...]
Appena arrivato alla festa, Katsuki maledì mentalmente la madre per averlo costretto a partecipare a qualcosa di cui lui non voleva far parte. Certo, gli aveva preparato tutti i vestiti nella propria camera, ma non lo aveva preparato all'eventualità che ci fosse così tanta gente. Avevano tutti un bicchiere di qualcosa di caldo in mano, chi cioccolata e chi the, quindi era già un passo avanti a quello che credeva avrebbe trovato, ma desiderava solo poter sparire da lì per poter tornare alla palestra ad allenarsi.
Di sottofondo la musica del karaoke la faceva di padrona, mentre le voci abbastanza brave dei due ragazzi finivano di cantare, seguiti dagli applausi delle persone che lo stavano circondando. Senza rendersene conto, Katsuki si era ritrovato esattamente dietro a quel palchetto che era stato adibito al centro della stanza per poter far cantare i ragazzi e farli divertire. La stanze era immersa in una soffice luce blu, esattamente come le sue pareti e ad ogni trave era attaccato qualche striscione per inaugurare l'arrivo dell'anno nuovo, esattamente come i partecipanti alla festa che indossavano cappellini e collane colorate. Il ragazzo non osava immaginare cosa sarebbe potuto accadere lì dentro a mezzanotte.
Quando i due ragazzi scesero dal palco, una luce ad occhio di bue corse per la stanza, mentre veniva chiesto dal presentatore se ci fossero dei volontari per la prossima canzone.
Katsuki con le mani in tasca si osservò attorno, mentre le persone attorno a lui scalpitavano per vedere chi sarebbe stato il prossimo.
Improvvisamente la luce si fermò su di lui, accecandolo.
"No! Io non so cantare!" esclamò, capendo che il destino avesse scelto lui. Katsuki, però, non era il tipo da queste cose, certamente a lui non andava di mettersi in mostra in quella serata a cui non voleva nemmeno partecipare. Le persone attorno a lui, però, presero a spingerlo e si ritrovò in un istante sul palco, con il presentatore al suo fianco.
[...]
Eijirou si accomodò sul divano, esattamente come aveva fatto qualche minuto prima, qualche istante prima che la madre andasse a disturbarlo obbligandolo a partecipare a quella serata. La luce non era delle migliori per immergersi in una lettura, ma non conoscendo nessuno, il ragazzo sapeva che si sarebbe annoiato a morte. Così aprì il libro sul proprio grembo, intento a sforzare i propri occhi se si fosse ritrovato costretto.
Attorno a lui la musica di sottofondo non era male, mentre i due ragazzi sul palco allestito finivano a loro performance e un applauso si elevava ai propri lati. Un leggero chiacchiericcio si elevò, mentre la protagonista del libro che stava leggendo, finalmente si avvicinava alle labbra del ragazzo che amava.
Poi una luce accecante si posizionò sopra di lui, impedendogli di andare avanti nella sua interessante lettura. Chiuse immediatamente il libro, infilando appena in tempo il segna libro e posandolo al proprio fianco, quando due mani lo presero per le braccia e lo sollevarono di peso. Non capì cosa stesse accadendo fino a che non si ritrovò sul palco, con accanto il presentatore ed un ragazzo dai capelli biondi, con un microfono pronto ad amplificare la sua voce.
[...]
Eijirou e Katsuki non si erano mai visti. Non si conoscevano nemmeno, ma quando la musica iniziò a suonare ed iniziarono a cantare entrambi, trovandosi costretti, nessuno lo avrebbe mai detto. S'intrecciarono, si unirono e echeggiarono all'unisono quando nemmeno i due protagonisti credevano di esserne in grado.
Katsuki fu il primo a cantare, quando si rese conto che il ragazzo dai capelli rossi accanto a lui non avrebbe iniziato mai per primo. Non aveva voglia di stare al centro dell'attenzione, ma se c'era una cosa che non gli mancava, quello era il coraggio. Emettere quelle note fu strano per lui, ma quando il ragazzo al suo fianco completò la sua frase, una scintilla si fece spazio nel suo cuore. Sorrise, come non aveva fatto in tutta quelle vacanze, un po' per la pressione che sentiva di suo, un po' per quella che gli faceva il padre e non aveva trovato nulla che potesse farlo sentire bene. La voce dolce e delicata di quel ragazzo lo incantò, portandolo ad avvicinarsi a scontrare i propri piedi e cantare parole che non gli erano mai appartenute, fino alla fine, intensamente.
E si erano ritrovati così, alla fine della canzone, con il cuore in mano e il fiatone nel corpo, mentre si sorridevano, non credendo che tutto quello che una canzone gli aveva trasmesso fosse possibile. Loro che nemmeno si conosceva.
"Katsuki!" esclamò il biondo per sovrastare il casino dovuto agli applausi che ora il pubblico gli stava rivolgendo, porgendo la mano al rosso di fronte a lui che ancora gli stava sorridendo. Quegli occhi rossi intenso, così simili ai suoi, ricambiarono l'affetto, emettendo un leggero risolino che riecheggiò quando il ragazzo rispose a sua volta con il proprio nome.
"Eijirou!"
Quando scesero dal palco, Katsuki porse al rosso una tazza di cioccolata calda che era andato a recuperare velocemente dal bancone, ed insieme si recarono verso l'uscita, dato che era quasi mezzanotte.
"Grazie" disse Eijirou, questa volta con voce gentile, senza bisogno di sovrastare alcun rumore e guardandosi i piedi, intimidito da quello sguardo che aveva visto in Katsuki durante la loro canzone. Non gli era mai successa una cosa del genere, nonostante avesse diciassette anni e non fosse un ragazzo dal brutto aspetto. Aveva sempre dato priorità ad altre cose nella vita, come ad esempio l'istruzione, su cui aveva sempre fatto pressione anche sua madre.
"Canti da molto?" chiese Katsuki, che si sentiva in dovere di fare domande per conoscere bene quel ragazzo. Quelle sensazioni che aveva provato sul palco erano del tutto diverse, così inaspettate che si sentiva in dovere di comprendere cosa gli stesse accadendo. Quel ragazzo lo intrigava con la sua timidezza e con i capelli rossi, forse leggermente troppo lunghi. Perché solo sul palco lo aveva guardando direttamente negli occhi, da quando erano scesi, invece, non gli aveva dedicato ancora uno sguardo.
"In realtà ho provato a cantare una volta nel coro della chiesa e sono svenuto. Fine della mia carriera" ammise, ridendo leggermente e sollevando finalmente lo sguardo ad incontrare quello del suo interlocutore, che venne percorso da un brivido che lo fece sorridere a sua volta. Sembrava che tutta la tensione se ne fosse andata dal suo corpo, come se al momento fosse scollegato dalla realtà che lo attendeva il giorno seguente.
"Tu, invece? Mi sembravi davvero a tuo agio su quel palco" constatò Eijirou, appoggiandosi ad un tavolino libero fuori nel terrazzo, dove appoggiò anche la tazza di cioccolata fumante. Adorava quella bevanda e apprezzava che il ragazzo gliene avesse portato una tazza nonostante non lo conoscesse affatto.
"La mia doccia è pazza di me!" esclamò il biondo, facendo scoppiare a ridere entrambi, proprio quando nel cielo furono fatti scoppiare i fuochi d'artificio, che segnavano l'arrivo dell'anno nuovo.
Katsuki si voltò immediatamente verso il ragazzo che gli stava accanto, mentre nella sua mente correva veloce l'idea di doverlo baciare. Era capodanno e solitamente erano quelle le cose che facevano le persone durante quell'occasione, no? Ma il proprio corpo non riusciva ad accettare quella nuova consapevolezza, lui che si era sempre lasciato rivestire da quello strato di indifferenza superato solo da pochissime persone predilette. Ora desiderava baciare un ragazzo che aveva appena conosciuto, così dal nulla. Fu difficile trattenersi anche quando vide gli occhi luminosi di Eijirou che lo osservava, anche lui con lo stesso pensiero nella mente, ma mentre il rosso si fece in avanti, il biondo tirò fuori il cellulare.
"Dammi il tuo numero, ti chiamo domani!" esclamò per sovrastare il rumore delle persone attorno a loro e mentre una piccola delusione nasceva negli occhi di Eijirou, sorrise comunque, contento di aver trovato qualcuno di speciale.
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My musical academia [BnhaxHsm]
FanfictionCompleta "Eijirou e Katsuki non si erano mai visti. Non si conoscevano nemmeno, ma quando la musica iniziò a suonare ed iniziarono a cantare entrambi, trovandosi costretti, nessuno lo avrebbe mai detto. S'intrecciarono, si unirono e echeggiarono all...