Capitolo 4

1.7K 144 10
                                    

Quel giorno non lo aveva visto molto a scuola.
Aveva passato la nottata a rimuginare sui propri sentimenti e, come se il karma lo avesse fatto apposta, gli era stato concesso di vederlo solo la mattina, mentre con Hitoshi entrava a scuola, ridendo mentre quello sembrava ancora cercando di convincerlo a fare qualcosa che Eijirou era restio a fare. Per due volte aveva assistito a quella scena, il giorno precedente e quella mattina, e in entrambe le occasioni aveva avuto la tentazione di andare verso il rosso e portarlo via da quel ragazzo, nonostante vedesse che fosse felice di essere entrato in contatto con una persona.
Nel pomeriggio gli allenamenti lo avevano travolto come sempre, mentre il padre continuava a ripetergli di dover rimanere concentrati sulla partita, sull'obiettivo che dovevano raggiungere, come se lui non se lo fosse ripetuto per giorni, da quando era stato nominato capitato, e dal giorno prima, in cui si era reso conto di essersi fatto distrarre da un ragazzo.
E anche in quel momento, dopo aver passato due ore immerso nello studio, si trovava a fare qualche passaggio con il padre, ormai non in grande forma, che tentava di stagli dietro per allenarlo ancora un po'. La partita con i West high era sempre più alle porte e Katsuki ce la stava mettendo tutta per non deludere le aspettative che gravavano su di lui.
Una cosa, però, gli ronzava per la testa: sempre quei capelli rossi.
"Papà, hai mai pensato di fare qualcosa di nuovo?"  chiese improvvisamente, mentre era di spalle al padre e al canestro e stava per fare una delle sue solite finte, quelle con cui avrebbe dovuto prendere in contro piede gli avversari.
"Come una nuova mossa? Su, fammi vedere" rispose il padre, incitando con un buffo sul fianco il figlio. Katsuki si mosse col pallone, ma poi si bloccò appena tornò ad essere davanti al padre, faccia a faccia. Strinse il pallone tra le braccia mentre il volto di Eijirou e la prima volta che avevano cantato insieme, gli veniva in mente, investito di nuovo da tutte quelle emozioni. Voleva cantare di nuovo con lui, voleva guardarlo negli occhi e perdercisi come la prima volta.
"No, una cosa totalmente nuova, ma con cui i tuoi amici non potrebbero essere d'accordo.." continuò, mostrandosi insicuro come non si era mai sentito davanti al proprio allenatore e padre, che lo guardava, non comprendendo davvero cosa passasse nella mente, o meglio nel cuore, del figlio.
"Allora non sono dei veri amici" iniziò, serio, poggiando una mano sulla spalla del figlio e per un secondo Katsuki si sentì compreso, quella confusione venne sostituita da sollievo per qualche istante, fino che il padre continuò dicendo:"La partita è tra poco, dovete essere tutti uniti" e ogni preoccupazione gli ricadde addosso, ritrovandosi ad annuire, mentre riprendeva a palleggiare col pallone e portarsi con le spalle verso il padre e il canestro, continuando quello che tutti si aspettavano da lui.

[...]

Lo rivide il giorno dopo, finalmente a lezione, quella che avevano in comune ed ebbe l'occasione di sorridergli solo mentre si sedeva. Quel giorno aveva una maglia bianca a maniche corte, che mettevano in risalto ancora di più i suoi capelli rosso fuoco. Gli sorrise a sua volta, mentre una mano andava ad infilarsi timida nelle ciocche. Katsuki si perse nell'osservarlo, mentre lo vedeva arrossire davanti alla propria insistenza e si disse che no, non aveva mai visto nessuno di così bello.
"Buongiorno a tutti ragazzi" iniziò il prof, entrando nell'aula, sempre vestito di nero, ed andando proprio davanti al banco del biondo, attirando la sua attenzione e costringendolo a distogliere lo sguardo da Eijirou.
"Prima qualche annuncio. Oggi pomeriggio avreste l'occasione di fare i provini per il musical invernale, vi aspetto in tanti"
Katsuki trasalì, immaginando se stesso ed Eijirou su quel palco, mentre cantavano di nuovo insieme e poteva osservare quegli occhi nuovamente da così vicino. Ma come se avesse compreso l'andamento di cui pensieri, Denki, alle sue spalle, gli poggiò una mano sulla schiena e si avvicinò emettendo una risata ancor prima di fare la battuta che si aspettava sarebbe arrivata.
"Ma questo quando torna sulla terra?" e rise, mentre alla destra di Katsuki, Izuku batteva le mani felice, voltandosi verso la sorella che gli sorrise a sua volta. Avrebbero vinto, come ogni anno quella coppia di fratelli, mentre lui avrebbe vinto il campionato con la sua squadra, era quello su cui doveva puntare, dimenticando il resto, nonostante sentisse gli occhi rossi di Eijirou bucargli la nuca.

[...]

Alla fine della lezione si avvicinò al proprio armadietto, dopo che per tutta la lezione non aveva fatto altro che pensare a come dimenticare quella situazione. Tutto era stato vano, perché sapeva cosa stesse per fare, mettendo via tutti i libri utilizzati e chiudendo il proprio armadietto, dietro del quale sbucò Denki. Trasalì, spaventato dal ragazzo, che come sempre, stringeva il pallone tra le braccia e sorrideva, rallegrandolo leggermente.
"Allora, che fai ora?" chiese, infilando il dito immediatamente nella piaga. Si ritrovò a boccheggiare mentre sentiva di essere con le spalle al muro, colto in fallo dall'amico e dalla sua mente stessa.
"Ehm.. sono rimasto indietro con i compiti" mentì, dicendo la prima scusa che gli venne in mente per poter avere il pomeriggio libero e perché l'amico se ne andasse lasciandolo libero di raggiungere il proprio obiettivo.
"Ma come, siamo appena rientrati dalle vacanze, nemmeno io sono indietro e viaggio in ritardo dai tempi dell'asilo" ammise, sorridendo come suo solito e seguendolo per il corridoio, in mezzo alla folla che si stava creando davanti agli armadietti per la gente che prendeva le proprie cose per partecipare ai club o tornare a casa.
"Beh, ci vediamo dopo" decise di rispondere semplicemente, mettendo una mano sul petto dell'amico per bloccarlo, prima di iniziare a camminare molto velocemente per allontanarsi da lui. Sapeva perfettamente quanto quello fosse un comportamento sospetto, ma non poteva dirgli la verità, nemmeno a Denki che era il proprio migliore amico. Così decise di infilarsi in un'aula, sapendo di essere seguito dal biondo, dove fece finta di salutare un ragazzo, che davvero conosceva, voltandosi leggermente quando vide che Denki fu bloccato da un altro ragazzo. Salutò quello e prese a correre nella direzione opposta, uscendo da un'altra porta dell'aula e raggiunse le scale, scendendole di scorsa, cercando di evitare persino il padre, che trovò a chiacchierare con un professore in cortile. Sgranò gli occhi quando lo vide e notò di essere stato visto, ma prese a correre ancora più velocemente, diretto verso la sua meta.
Arrivò al teatro della scuola con il fiatone, piegato in due sulle ginocchia per la corsa e l'ansia che lo aveva portato a percorrere quel percorso in quel modo. Si sollevò, osservando la stanza enorme che gli si parava davanti, con il palco proprio davanti alla posizione che occupava lui, ma contemporaneamente così distante, proprio come lo sentiva in quel momento. Guardò le teste delle persone in lontananza che si preparavano all'audizione a cui lui stesso aveva pensato così tanto, fino a che lo sguardo cadde sul professor Aizawa e, qualche posto più in là, Izuku con la sorella Momo, nei loro vestiti eccentrici, pronti a dare del loro meglio.
Katsuki non era mai stato il tipo da andare ad assistere ad uno degli spettacoli messi in scena dalla scuola, ma come aveva tenuto il ragazzo a specificare a lui e Eijirou, lui e la sorella avevano partecipato a diciassette opere della scuola e non intendevano fermarsi. Eppure, in quel momento, desiderava che il ragazzo dai capelli rossi fosse lì accanto a lui solo per poter fare quell'audizione insieme.
Non capiva se fosse per il desiderio di partecipare davvero a quello spettacolo, o solo per avere di nuovo Eijirou accanto.
Assistette alla carneficina che Aizawa mise in atto con i ragazzi che partecipavano alla competizione per singoli e rabbrividì al pensiero di essere messo sotto esame da quell'uomo.
"Hei, perché ti nascondi?" fece una voce accanto a lui, facendolo trasalire. Non si era nemmeno accorto di essersi messo dietro il porta scope di un'inserviente scolastico che doveva averlo lasciato li solo per qualche minuto. Si voltò, venendo investito da Eijirou che gli sorrise, mentre curioso, guardava dentro la sala come stava facendo lui fino a qualche istante prima. Allontanò quell'oggetto dotato di ruote e fece un sorriso nervoso, passandosi poi una mano dietro la nuca. Era stato colto in fallo, nonostante avesse evitato chiunque prima di arrivare lì.
"Non mi sto nascondendo, solo che.."
"I tuoi amici non sanno che sei qui?" chiese lui, arrivando ancora prima che potesse ammetterlo, alla realtà dei fatti. Katsuki era un codardo, che aveva paura dei propri amici, anche solo per accettare di dirgli che desiderava fare altro oltre che il basket.
"Già" ammise, guardandosi le scarpe, per poi sentire una mano leggermente più piccola della sua afferrarlo e tirarlo verso un posto a sedere. Notò Eijirou abbassarsi sui sedili, come a nascondersi con quello davanti e fece lo stesso anche lui. Nemmeno il rosso voleva essere visto lì, quindi perché doveva sentirsi tanto in colpa con se stesso? Decise di imitarlo, felice di poter passare quel tempo insieme.
Fecero in tempo a vedere lo spettacolo messo in scena da Izuku e Momo, che si scatenarono sulle note di una canzone totalmente modificata, nonostante anche loro, da lì, videro lo sconforto della pianista che se ne stava nell'angolo ad osservare qualcosa a cui non poteva porre rimedio. I Midoriya erano il presidente e la vice presidentessa del drama club e a loro era data qualunque libertà in quel luogo. Katsuki sentì Eijirou al suo fianco sospirare e si girò a guardarlo, ritrovandolo con il volto contratto, contrariato anche lui da quella situazione.
Avrebbe voluto posargli una mano sul braccio o sulla mano per calmarlo, ma si trattenne. Non sapeva se fosse pronto, non sapeva nemmeno se fosse pronto lui stesso. Abbassò lo sguardo quando la musica si interruppe e Aizawa scoppiò in un applauso effervescente, come non lo aveva mai visto fare.
"Bravissimi, bravi!" urlò, mentre Izuku faceva inchini davanti a tutti quei ragazzi che erano stati rifiutati, mentre lui avrebbe ottenuto la parte del protagonista, senza il minimo tatto.
La sala si svuotò e Katsuki fece per alzarsi e andare via, quando anche Izuku e Momo, gli ultimi degli studenti, se ne andarono, sparendo dietro le quinte. Ma quando arrivò accanto alla porta, sentì alle sue spalle urlare un:"Vorrei fare il provino!"
E quella voce arrivava direttamente da Eijirou, che se ne stava con la mano alzata, mentre il professore Aizawa gli si avvicinava.
"Signor Kirishima, nel teatro il tempismo è molto importante e i provini per i solisti sono finiti da un pezzo" decretò, spegnendo la luce della propria scrivania posta di fronte al palco, mentre la mano di Eijirou si abbassava, deluso da quella affermazione. Katsuki si sentì pervaso dal dolore mentre guardava da nascosto dietro l'angolo, il rosso abbassare le spalle. Forse non era l'unico a sentirsi confuso dopo la sera di capodanno.
"Canto io con lui!" sentì urlare dalla propria voce, ancora prima che potesse rendersene conto e anche lui uscì con la mano in alto, tremolante e i denti digrignati per la paura. Eijirou si voltò a guardarlo, sorridente, radiante, come se insieme avessero potuto ottenere una chance che solo a lui era stata tolta. Gli fu accanto, tanto che le loro braccia poterono scontrarsi.
"Signor Bakugou, dov'è la sua banda sportiva o come si chiama..?" fece Aizawa, stringendo al petto la cartellina che fino a qualche giorno prima era appesa  alla bacheca e dove avrebbe potuto scrivere il proprio nome, se solo non si fosse sentito un codardo.
"Squadra" disse, mentre Aizawa sollevava un sopracciglio e prendeva automaticamente la propria decisione.
"Comunque, come ho detto al Signor Kirishima, il tempismo è oro nel teatro, magari per il prossimo musical" concluse di nuovo, con fare arrogante, per poi uscire definitivamente dalla porta del teatro, lasciandoli da soli lì, con i propri pensieri e la propria delusione. Si sentiva amareggiato da tutto quello che gli era accaduto, anche per aver coinvolto Eijirou, che se ne stava accanto a lui, con lo sguardo basso, triste. Come se solo avesse scritto il proprio nome prima su quel foglio, le cose sarebbero potute cambiare. Ma forse sarebbe stato così, perché loro due avrebbero affrontato Izuku e Momo di petto, conquistando ciò che si meritavano.
Un frastuono bloccò i suoi pensieri e si fece avanti rispetto alla propria posizione per vedere cosa fosse successo. Notò la pianista sul palco che era caduta, spargendo i fogli lungo il pavimento e quando si mise in marcia verso di lei, Eijirou fu più veloce, correndo sul palco e aiutando la ragazza.
Katsuki raggiunse i due su quella piattaforma, aiutando il rosso a raccogliere i fogli.
"Come ti chiami?" chiese Eijirou alla ragazza, beccandosi uno sguardo imbarazzato, accompagnato dalle guance che divennero rosse. Katsuki sorrise tra se, pensando che anche a lui il rosso faceva quell'effetto.
"Kyoka" disse semplicemente, mentre Eijirou gli passava i fogli che aveva raccolto lui, aiutandolo anche con la mano a tirarsi su in piedi.
"Kyoka, perché ti fai trattare così male da Izuku? Il musical è tuo" osservò il rosso, facendo trattenere il respiro a Katsuki e alla ragazza davanti a loro. Il ragazzo era dotato di uno spirito di giustizia enorme e mentre guardavano la carneficina che si era svolta precedentemente, Katsuki se ne era reso conto.
"Ah si?"
"Certo, il pianista è come il playmaker nel basket, no?" concluse, indicando Katsuki accanto a se che trasalì, non aspettandosi da lui che lo mettesse in mezzo al discorso. Lo guardò, mentre cercava di comprendere il suo modo di comunicare con la ragazza e si soffermò su quei tratti dolci che accompagnavano il suo viso. Erano di nuovo così vicini, eppure di nuovo lontani.
"Vuoi sentire come sarebbe l'originale?" chiese infine la ragazza, di cui aveva appena conquistato la fiducia con pochissime parole.
Katsuki si ritrovò a seguirli fino al piano, dove Kyoka si posizionò con i fogli, pronta a dare del suo meglio per stupire Eijirou che doveva averla conquistata totalmente. Il biondo osservò il sorriso che Eijirou dedicò alla ragazza, mentre gli si posizionava alle spalle, pronto a seguire lo spartito insieme al ragazzo. Non sapeva se fosse il caso, ma quando le dita della ragazza presero a correre sui tasti e la voce melodiosa del rosso uscì dalle sue labbra, Katsuki si ritrovò a completare quelle frasi e, come se sapessero già a memoria la canzone. Si ritrovarono a guardarsi negli occhi, cantando all'unisono e completandosi come due pezzi equivalenti di un puzzle. Le loro iridi rosse si scontrarono e tremarono insieme, mentre le loro voci si dedicavano quella canzone che meritava una melodia dolce quale con cui era stata composta e non quella che Izuku e Momo gli avevano fatto costruire attorno. Il biondo provò il desiderio di afferrare le mani di Eijirou mentre si guardavano e cantavano, ma non lo fece, troppo spaventato da tutta l'elettricità che sentiva nel corpo. Fino alla fine della melodia, dove si ritrovò a sussurrare un "wow", non solo per quel sentimento che era corso tra il suo cuore e quello del rosso, ma anche per la bravura di quella ragazza, che meritava un futuro nella musica e nei componimenti di quel genere.
"Bakugou, Kirishima, tornate per il prossimo provino. Jiro, fornisci loro il testo del secondo atto" squillò improvvisamente la voce di Aizawa, facendo voltare tutte e tre le persone verso il fondo del teatro, dove l'uomo li stava osservando e annotava qualcosa sulla cartelletta dove, fino a qualche istante prima, Katsuki aveva desiderato ci fosse scritto anche il proprio nome.
"Certo!" esclamò Kyoka, alzandosi in piedi e porgendo ai due ragazzi lo spartito di una canzone. Vide lo sguardo di Eijirou illuminarsi a quella nuova situazione, ma lui abbassò lo sguardo, terrorizzato, pensando a quello che sarebbe potuto accadere il giorno dopo.

My musical academia [BnhaxHsm]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora