Capitolo 5. Hai sbattuto la testa?

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Trovare qualcosa che Charles non fosse in grado di fare sembrava quasi impossibile. Era perfetto. Trascurando ovviamente il piano emotivo, lì era un vero disastro. Ironico che lo dica proprio io, che dopo essere andato a letto con lui, il mattino dopo sono fuggito dalla mia stessa stanza.

Comunque una cosa la trovai: ballava di merda.
Lo continuai ad osservare per tutta la sera, seduto su una sedia di plastica bianca, con una birra in mano. Margherita lo avevo invitato al Mercoledì sotto le stelle, la serata settimanale durante la quale si andava a ballare in piazza. Ho sempre odiato il mercoledì sera; mettevano musica di merda e finivo con l'ubriacarmi così da non ricordare che le mie orecchie avessero sentito pessime canzoni italiane degli anni settanta.

In quel momento stava passando Ti amo di Umberto Tozzi. Charles teneva abbracciato a sé Elisa, una delle amiche di Margherita. Lei era molto più bassa di lui, quindi stava appoggiando la testa contro il suo petto, mentre lui le cingeva la vita. C'era un sacco di gente sulla pista che avevano allestito, ma io avevo occhi solo per lui.
Non lo guardavo così intensamente da giorni, un po' per paura, un po' per orgoglio. Il modo in cui abbracciava Elisa mi infastidiva e di questo Margherita se ne accorse.

«Che ti prende?» mi chiese la mia amica, avvicinandosi a me, così da potermelo sussurrare. Io scossi la testa, sperando non insistesse oltre. Non le avevo detto niente di quello che era successo con Charles, credendo potesse servire per dimenticarlo. E invece ci pensavo sempre. Mi ritornavano in mente le sue mani su di me, le labbra umide contro il collo e quel modo dolce ma al tempo stesso urgente con cui aveva spinto in me. Le mie lenzuola sapevano ancora di lui, anche se erano passati cinque giorni. Ogni cosa sapeva di lui.

La canzone terminò e cominciò subito dopo Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri. Margherita saltò dalla sedia, tirandomi per il braccio ma senza però riuscire a farmi alzare.

«Non mi va», le dissi semplicemente e lei sbuffò, dandomi le spalle e raggiungendo le sue amiche. Finalmente Elisa si staccò da Charles e lui si girò. Mi guardò mentre io mi alzai dalla sedia, intenzionato ad andarmene a casa.

«Dove vai?» mi chiese lui, spingendomi in un piccolo vicolo. Appoggiai la schiena contro il muro, lasciando che i miei occhi percorressero ogni centimetro di lui. Mi era davvero vicino, così vicino che non respiravo più aria pulita ma Charles allo stato puro.

«Torno a casa, sono stanco», sussurrai.
«Mi stai evitando». La sua non fu una domanda ma un'affermazione, alla quale decisi di rispondere con una decisa scrollata di testa. Era così palese che stessi mentendo, me ne rendevo conto, ma che altro potevo fare? Beh, forse avrei potuto affrontare la situazione...però avevo bevuto un po' troppo e mi girava la testa.

«Vieni» mi sussurrò, allungando la mano verso di me. Girai la testa verso destra, così da assicurarmi che nessuno ci vedesse, quindi gliela presi e mi misi a correre dietro di lui. Già, Charles Leclerc è anche riuscito a farmi correre!

La notte era fresca, il cielo limpido e colmo di stelle. Finimmo sdraiati sull'erba in un campo poco lontano da casa mia, avvolti da un silenzio surreale. Silenzio che venne rotto da Charles per primo.

«Ti ho pensato molto in questi giorni», disse, spingendomi a girare la testa verso di lui. Teneva le braccia incrociate dietro la testa, così da poter stare leggermente sollevato. «Siamo adulti, ci andava di andare a letto insieme e lo abbiamo fatto. Perché te la sei presa così?» Mi lasciai sfuggire una risata nervosa. Ci avevo pensato anch'io a lui in quei giorni, e ogni volta mi ero sentito come se respirare fosse troppo difficile. Forse me la ero presa troppo proprio per questo, perché mi è sempre piaciuto respirare tranquillamente.

«Non me la sono presa...semplicemente no- non sapevo come comportarmi».
«Esattamente come ti sei sempre comportato».
«D'accordo, mi stai dicendo che ti manca sentirmi parlare dei miei libri».

Serendipity in Love || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora