Capitolo 9. Infinite possibilità

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Charles' POV

Quella tra me e Daniele sembrava una relazione ciclica: andava male, poi bene, poi ancora male e si ripartiva da capo. E ogni volta che succedeva sembrava più difficile della precedente.

Non mi parlò per almeno una settimana, rivolgendomi poi finalmente la parola...solo per chiedermi di passargli il sale. Quando provai a chiedergli scusa, di cosa però non so, lui mi lasciò da solo come un coglione lì dov'ero. Me lo meritavo? Forse un po' sì.

Nel totale disastro della mia vita, un venerdì pomeriggio, una sorpresa inaspettata si presentò a casa dei Rovere. Sentii il clacson di una macchina, lamentandomi inizialmente perché aveva disturbato il mio riposino post pranzo, per poi affacciarmi e vedere la macchina di Pierre. Mi resi ben presto conto che non era da solo; oltre a lui c'erano anche Daniel e Lando.

Eravamo sempre stati il quartetto più improbabile del mondo, eppure funzionavamo alla grande. Daniel era il più "anziano" e quando noi altri eravamo arrivati in Formula 1 si era offerto di prenderci sotto la sua ala. Con Pierre sono sempre stato amico, mentre Lando lo abbiamo conosciuto facendo i campionati minori insieme. Erano tra i miei migliori amici, o qualcosa del genere. 

Quando arrivai davanti alla porta, prima che potessi fare qualsiasi cosa, mi ritrovai Daniel letteralmente in braccio. Lo salutai con una pacca sulla spalla e lui mi disse di vedermi ingrassato. Il solito bastardo! 

Poi toccò a Lando, che si limitò ad un abbraccio, lasciando che poi anche Pierre potesse salutarmi. Forse tra tutti lui era quello che mi era mancato di più e abbracciandolo capii che anch'io ero mancato a lui.

«Ma che significa?» chiesi confuso.

«Insomma, noi ti facciamo una sorpresa, veniamo qui per passare un po' di tempo con te e tu te ne esci con un"ma che significa"?» chiese a sua volta Daniel, quasi scocciato. Risi, scuotendo la testa. In effetti aveva ragione.

«Ehi, siete arrivati!» disse Luisa arrivando di corsa dalla cucina. Salutò i ragazzi, guardandomi poi come a volermi dire: Non ringraziarmi. E invece l'avrei ringraziata anche fin troppo, di questo ne ero già certo. 

«Pensavo che i ragazzi potrebbero dormire nella tua stanza. Possiamo aggiungere una brandina senza alcun problema e tu potresti dormire con Daniele», propose. Stranamente mi ritrovai gli sguardi di tutti addosso, mentre io pensai che Daniele non sarebbe stato per niente contento. Ma come avrei potuto dirlo a Luisa?!

«Sì, perché no», sussurrai infilandomi le mani in tasca. «Allora faccio vedere la stanza ai ragazzi», aggiunsi avviandomi verso le scale. Lei annuì e i tre mi seguirono, rimanendo sulla soglia e analizzando il posto dove avevo dormito negli ultimi due mesi.

«Se non ti sei pentito di quello che hai fatto dopo...questo, allora sei senza speranze!» disse Lando, entrando per primo e appoggiando il suo zaino contro il letto. 

«Simpatico», sbuffai, incrociando le braccia al petto. Anche gli altri due entrarono, buttandosi entrambi sul letto e appurando che scricchiolava parecchio. Forse a causa del chiasso che stavamo facendo, Daniele si presentò in camera mia, guardandoci confuso.

Io mi irrigidii di colpo ed ebbi paura che gli altri si potessero accorgere di come mi faceva sentire la sua improvvisa presenza. 

«Ciao», ci salutò, appoggiandosi alla porta. 

«Lui è Daniele, il figlio di Luisa», lo presentai e Daniel si fece avanti per primo, felice di conoscere un suo "omonimo senza la e". Daniele strinse la mano a tutti, sorridendo. 

«Devo dormire con te da stasera», gli feci sapere avvicinandomi al suo orecchio. Per un secondo mi dimenticai dei miei amici, quindi nemmeno mi accorsi di come ci stessero guardando. Daniele incrociò le braccia al petto, sorridendo sghembo.

Serendipity in Love || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora