III

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Il calore la fasciava come l'abbraccio di un focoso amante, la schiuma dello shampoo l'accarezzava e gli scivolava sulle prosperose forme. Le mani scivolavano con delicatezza sul corpo effervescente. Getti d'acqua ardenti defluivano sulla clavicola fino ai quadricipiti. I peli crespi ne interrompevano la regolarità lungo il corpo. Pensava a come migliorare la sua qualità di vita, gli si accese una lampadina e capì che c'era solo una strada.

I primi passi sul tappetino zuppo fecero un rumore strano, quel suono gli ricordava un rospo che gracchiava nella casa dei nonni.

Si era sollevata una cappa uggiosa coprendo lo specchio con un alone. Minuscole goccioline tratteggiavano curve sull'opaca superficie facendone scorgere le sue nudità. L'aria era così inamidata di calore che gli sembrava d'essere in un bagno turco da cui non voleva allontanarsi. Disegnò un cuore infranto sullo specchio che gli si parava dinanzi e scorse il dito per scrivere la "M" , l'iniziale del nome, sul lato sinistro e un punto interrogativo sul lato destro.

Avvolse l'asciugamano sul capo a mo di musulmana e subito dopo emise un urlo alla vista di uno scarafaggio color pece che trainava un assorbente verso il water.

Paralizzata dalla paura gli scaraventò il phone che aveva in mano ma l'insetto fu troppo scaltro.

Con un filo di sollievo recuperò l'asciugacapelli, clicco sul pulsante d'accensione ma con la sua super forza da wonder woman scoprì di averlo rotto,

« Che palle » sbuffò

Si strofinò i capelli con le mani e controllò le forme dei ricci che le circondavano la testa, la chioma quasi asciutta contornava le pupille dilatate di un verde cristallino e i suoi zigomi rosati ricordavano un manga in carne e ossa.

Aprì la finestra per evitare la muffa della condensa e si diresse verso il suo soffice cuscino, non riusciva più a reggersi sulle ginocchia per la stanchezza, si addormentò senza darsi il tempo di indossare il pigiama.

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