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Il termine cena era un parolone, i pasti tipici del fine settimana erano insalata mista, verdure, feta e yogurt greco. Decise di iniziare a fare sport, si era segnata sullo smartphone alcuni esercizi per i glutei e le cosce. Voleva rassodare la muscolatura in barba alle aspiranti soubrette di Corso Como che quando le incrociava la beffeggiavano con lo sguardo per il fisico minuto.

Erano show girl senza cervello che fissavano appuntamenti presso istituti estetici e parrucchieri per cacciare polli miliardari con anelli di fidanzamento nei salotti perbene della città.

Il piccolo banchetto era pronto, il piatto vegetariano era accompagnato da una bevanda energetica. Gli amici di Mel si erano estinti prima del trasloco, la serata sarebbe proseguita con il finale della trilogia di E. L. James.

La vecchia lavastoviglie in carica vibrava per la sua età e i rumori ne farcivano le stanze. Mel si denudò delle vesti per ricoprirsi con un bermuda striminzito e una lattea t-shirt da cui violenti si esibivano i turgidi capezzoli per l'inconsueta afa serale.

Si struccò e smontata la corazza emotiva accese l'ebook, non avrebbe mai speso un centinaio di euro per delle storielle bdsm mal scritte anche se doveva ammettere che la eccitavano.

Riprese a leggere da dove aveva sospeso.

Pagina 83 su Kindle

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"Anastasia :

Mentre ha gli occhi chiusi mi chino in avanti e lo tocco, poi provo a succhiargli le labbra, accarezzando il petto con la lingua.

Christian: Mi piacerebbe morderti.

Anastasia: Piacerebbe anche a me, credo.

Christian : Non ti toccherò. Non prima di avere il tuo consenso scritto.

Anastasia Steele: Che?"

Quelle parole la stuzzicarono, non sapeva se quello strano mondo perverso era adatto a lei o se le faceva solo schifo.

Quei pensieri furono interrotti, allungò il braccio sinistro per afferrare il cellulare e silenziare l'insistente notifica dell'e-mail.

« Chi è a quest'ora? »
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- Mittente:xxx

Destinatario: Melissa

Data: 11/04/2020 - 21.00pm

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Salve Signorina 

Le ho scritto ieri e non mi ha risposto. Aveva impegni? 

Quando è uscita da casa ha dimenticato il regalo, se ci tiene ad utilizzarlo sarà costretta a tornare da me.

Saluti

Master - 

« Sarà mica il tipo che ho bloccato su whatsapp? » si domandò.

Rispose alla mail per mantenere le distanze dallo psicopatico.

« Come cavolo ti rispondo se la mail è censurata? »

« Ci provo comunque »

Mel si accorse che stava parlando da sola e si mise a ridere.

Aveva voglia di scrivere, fu un modo per beffarsi di tal dei tali tra una parolaccia di Christian Gray e uno spasmo di Anastasia Steel.

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- Mittente: Melissa

Destinatario: xxx

Sig. Master

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Non so chi sia. Mia madre mi ha insegnato a rifiutare le caramelle offerte da soggetti ambigui, soprattutto se hanno mail anonime.

Non so a quale regalo si stia riferendo e non mi interessa.

Eviti di scrivermi o chiamarmi.

Cordiali Saluti

Dr.ssa Melissa Nemore - 

Soddisfatta scompose i capelli per ravvivarli.

Ricevette tempestiva la risposta ma con un scroll left la inoltrò nella cartella spam.

Vivere da sola era complesso e crearsi una vita dignitevole richiedeva più risorse di quanto immaginava da adolescente. Le era capitato di uscire di casa indossando un jeans e una maglietta raccolti dal pavimento per poi rincuorarsi con futili giustificazioni.

«Sono solo un po' spiegazzati» si scagionava dai sensi di colpa.

La parte più matura di lei sapeva e cercava persino di suggerirle che prima o poi le cose sarebbero dovute cambiare.

«Prima o poi» sorrise di nuovo con un po' di rammarico.

Le piaceva il suo stile di vita, aveva senso cambiarlo a tutti i costi solo per piacere agli altri? Forse si, forse no, era indecisa sulla risposta.

Se qualcuno, addirittura lo stalker Sig. Master glielo avesse chiesto sarebbe stata in grado di elencare miliardi di difetti e solo un pregio: la determinazione.
Se voleva qualcosa doveva essere sua.

Stava giocando con ciocche di capelli arrotolandole dietro l'orecchio.

Indovinate un po'?

Sognava da sempre di vedere lisci i suoi ricci ingestibili proprio come le camicie che stirava la madre, la piastra era una nemica dichiarata entrata nella black list personale.

Ogni cosa di sé era mediocre:

I seni enormi maledettamente scomodi a cosa servivano? Solo per sopportare viscidi complimenti di degenerati?

Mel si avvicinava a compiere trent'anni ma non comprese che se avesse amato se stessa; anima e corpo, avrebbe vissuto meglio.

Madre natura poteva donargli un fondoschiena gonfio come quello di Kim Kardashian? Si ripeteva quando passava davanti alle palestre con i sederi in bella mostra delle model fitness.

Una cara amica dell'università un giorno gli disse platealmente:

«Mel, cambiati i connotati oppure la pianti di rompere le palle»

Il saldo in banca aveva si e no tre zeri, figuriamoci un patrimonio per la chirurgia plastica e nessun direttore le avrebbe fatto un mutuo quindi smise di rompere le palle agli altri ma non a sé.

La realtà che viveva gli faceva schifo, si sentiva braccata dentro a un corpo che odiava.

Le dita giocavano con il manico della tazza da tea comprata durante una vacanza londinese quando era ancora la figlia prediletta del padre mentre la sorella ne rosicava l'affetto.

Tra un sorso e l'altro della bevanda  decise di recuperare la mail cestinata nella posta indesiderata.

Era lui.

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