Capitolo 10

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"Ci pensi Marls? Questa è la nostra ultima settimana ad Hogwarts" "Non me lo ricordare Mary, non sono pronta e devo ancora finire di preparami per gli esami!" sospiro esasperata "Io non sono messa molto meglio, stai parlando con me non con Lily Evans!" "Allora come vanno le cose con Remus?" "Molto bene, mi piace sempre di più, anche se delle volte si comporta in modo strano, sparisce e riappare sempre più debole e stanco, sono un po' preoccupata" "Beh, a meno che tu non l'abbia già fatto dovresti provare a parlargli" "Già, hai ragione, sono un po' spaventata sai, dalla fine della scuola, non so che ne sarà della nostra relazione, ma credo che parlerò con lui anche di questo" "Fai bene, ma per me non devi preoccuparti troppo, mi sembra molto innamorato lui" sorrido alla mia amica e continuiamo a vagare per i corridoi ricordandoci tutti momenti passati insieme. "McKinnon non hai ancora imparato a evitare i sanguesporco?" un brivido mi corre lungo la schiena quando sento la voce di Avery "So scegliere benissimo da sola le persone giuste da frequentare" mi volto verso Mary  e la vedo spaventata mentre il serpeverde seguito dall'amico Mulciber estrae la bacchetta "Si ho notato, bella scelta Black, quel lurido traditore" "Non parlare di Sirius in questo modo schifoso mangiamorte" prendo d'istinto in mano la bacchetta e sento subito dopo la mano di Mary sul mio braccio "Forza Marls, andiamo via" "Forse dovresti ascoltare la tua amica, vi conviene scappare in questi ultimi giorni che potete e nascondervi nel castello, perché tra poco fuori da qua vi verremo a cercare e sappiate che a quel punto non potrete nascondervi da nessuna parte" "Sarete voi a nascondervi da noi Avery non temere" "Peccato che tu sia finita in quella casa McKinnon" i due ragazzi ci sorpassano dando una spallata a Mary e si dirigono verso  i sotterranei "Ei stai bene?" abbraccio la mia amica e lei annuisce titubante "tu?" "Si, odio Avery non lo sopporto. Ora andiamo dagli altri" ci dirigiamo verso la sala comune e mi rendo conto di quanto le cose stiano per cambiare.
Gli esami arrivano in un attimo, ma nonostante l'ansia e la stanchezza li superiamo tutti abbastanza bene, chi più e chi meno e ora sdraiati in giardino vicino al lago nero dobbiamo trovare la forza di dire addio alla scuola "Sarà strano non vederci più tutti i giorni" "Sarà strano davvero, mi mancherà tutto perfino Gazza credo" rido all'affermazione di James "Ma smettila" e guardo Mary, dallo scontro coi serpeverde è cambiata, si nota che è preoccupata, ma non ha voluto raccontarlo a nessuno, nemmeno a Remus; le sorrido lievemente "Ei ragazzi credo che quel gufo abbia una lettera per qualcuno di noi" esclama Peter per poi sfilarla dal becco dell'animale e leggerne velocemente il contenuto "E' Silente ci vuole parlare nel suo ufficio, vuole tutti quanti" ci alziamo tutti e ci dirigiamo incuriositi dal preside. "Vi ringrazio per essere venuti tutti subito" Silente parla con calma, seduto dietro la sua scrivania, con al suo fianco la McGranit in piedi, che ci guarda fiera, ma preoccupata "E' ormai inutile negarlo, sapete tutti cosa vi aspetterà fuori da questa scuola, già da domani. Voldemort ha acquisito sempre maggiore potere, ma vi propongo qua, ora di entrare a fare parte di un esercito, l'ordine della fenice, per combatterlo, non siete obbligati, ma vi ritengo tutti in grado e abbastanza coraggiosi. Se vorrete farne parte dovrete firmare qua e potrete partecipare alle riunioni, conoscere gli altri membri e fare le ronde" Silente srotola una pergamena e James firma subito, seguito da Sirius e Lily. Sento la McGranit sussurrare al preside le sue preoccupazioni, data la nostra età e la nostra inesperienza, ma in breve tempo tutti abbiamo firmato "Sono fiero di voi, benvenuti nell'ordine"
Il treno fischia e inizia a muoversi lentamente, ci lasciamo Hogwarts alle spalle e una lacrima mi riga il viso, la asciugo velocemente "Il nostro ultimo viaggio su questo treno" "Assurdo sono volati questi anni" in breve cala il silenzio nel vagone, chi si addormenta, chi guarda fuori dalla finestra, nessuno ha il coraggio di ammettere di essere spaventato dal futuro che ci attende una volta scesi dal treno.

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