Sofferenza

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Pov's Harry
I miei pedi penzolavano nell'aria. Sotto di me non c'era niente se non la ringhiera che mi sosteneva. Davanti a me si estendeva un paesaggio mozzafiato. Il sole splendeva alto e i suoi raggi ricadevano sul mio viso, illuminandolo. L'aria era calda e solare, almeno quella lontano da me. Perché io ero circondato da un aria fradda, triste e piena di paure, sofferenze e demoni. Che avevo già affrontato in passato e che non mi lasciavano da allora. Da quel 31 ottobre. Erano passate 2 ore da quando avevo lasciato di corsa la stanza. Nessuno mi era venuto a cercare. Forse perché i miei migliori amici sapevano che volevo stare solo per ora. Dovevo calmarmi. Cercare di... Non ricordare. Volete sapere com'è? Il dolore intendo. È come un tornado. Ma non fatto d'aria. Ma di dolore. Dolore, sofferenza. Dolore. Solo dolore. Un dolore intenso. Che pare allegerirsi, dopo un po'. Ma alla fine torna più forte e deloroso di prima. La vuta mi aveva insegnato che il dolore fisico non è niente al contrario di quello che si prova dentro. Nell'anima. Nel cuore. Guardai giù. Sentii l'aria farsi più fredda e forte. Volevo lanciarmi. Ma dovevo resistere. Inutile dire che non ci riuscii. Mi lasciai andare. Stavo precipitando. Ma non avevo paura. Nemmeno ansia. Niente. Non provavo niente. Se non libertà. Dolce e pura libertà. Stavo per sentire il suolo quando qualcosa o meglio qualcuno mi afferrò. Sentii qualcosa di duro. Vidi che ero su una scopa e colui che mi aveva afferrato era... Mio padre...
Fece un giro per il Campo per gli allenamenti e poi atterrò. Scese dalla scopa e io con lui. <<COSA TI È PASSATO IN MENTE?!>> sbraitò mio padre, guardandomi con occhi lucidi. Mi sentivo uno stupido. Stavo per morire. E la mia morte avrebbe portato sofferenza. Ora non sono diventato solo codardo ma anche egoista. Perfetto! Datemi un premio Oscar come miglior figlio, figlioccio e migliore amico dell'anno! Abbassai lo sguardo, poi lo rialzai. <<Papà...>> provai a dire ma lui mi anticipò. <<COSA AVREMMO FATTO IO E TUA MADRE SE TU FOSSI MORTO?!>> chiese infuriato. Io non resistetti più. Tutto il dolore e la rabbia che avevo accumolato nel tempo era diventata troppa. <<SCUSA PAPÀ. MA NESSUNO HA  PENSATO A QUANDO IO AVEVO SOFFERTO PER LA VOSTRA MORTE E QUELLA DI TUTTA LA MIA FAMIGLIA! SCUSA MA TUTTI SONO STATI EGOISTI CON ME E PER ME! E SÌ! SÌ, SO COSA AVRESTE PASSATO PERCHÉ L'HO PASSATO ANCHE IO E LO STO PASSANDO ANCORA ADESSO>> le lacrime scorrevano sul mio viso. Mi accorsi di aver esagerato quando vidi il suo viso ridotto come il mio. <<Scusa...>> sussurai ma lui non disse niente. Si lanciò su di me e mi abbraccio forte. Un abbraccio paterno. Un vero abbraccio paterno. Finalmente la cosa che volevo di più al mondo si è realizzata.



ANGOLO ME
Capitolo corto ma è di passaggio
Sorry so much
Anna🌞⚡

The return to the past [1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora