Serata di famiglia

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(Capitolo dedicato a @nera173)
Pov's Harry
Dopo quell'episodio io e mio padre non ci siamo più calcolati e questo mi faceva ancora più male. Tutto era cambiato. La mia mente era sempre riposta al trove. Non trovavo il coraggio di guardare Remus, Sirius e mia madre negli occhi. Nonostante tutto i miei due migliori amici non riuscivano a farmi tornare il sorriso. Non riusciva nemmeno più a giocare o a salire su una scopa. Minus non si faceva sentire ed era distaccato. Proprio come me. I miei voti stavano calando, cosa che preoccupava Lily. A lezione non ascoltavo una parola. Ero avvolto nei miei pensieri. Non riuscivo a seguire un discorso per più di due secondi. Anzi non riuscivo e non volevo seguirlo proprio. Quello era il giorno più freddo ad Hoghwars.  La sera prima avevo preparato, assieme a Ron e ad Hermione, un piano per fermare Voldemort. Ma era difficile. Molto difficile. Dovevano cercare gli Horcrux quelli già esistenti. <<Ma non sappiamo quali ha già creato, dovremmo ripercorrere tutta la sua vita per scoprirlo!>> aveva esclamato Hermione la sera prima. Ora ci trovavamo tutti e tre alla lezione di Trasfigurazione. Inutile dire che non stavo ascoltando minimamente. Ero troppo impegnato a pensare alla vita di Tom Riddle ovvero Lord Voldemort. Ero così preso dai miei pensieri che non mi accorsi nemmeno che la professoressa McGrinett (Scusate per la mia ignoranza nei commenti scrivetemi per favore come si scrive) stava urlando da minuti. <<Signor Evans mi sente?!>> io sussultai. <<Si! Mi scusi, professoressa>> dissi sul serio dispiaciuto. Quando fini la lezione corsi fuori. Tornai in sala comune. Non avevo voglia di pranzare. Mi appoggiai al muro, sospirando. Trattenni le lacrime. Non avevo voglia di rivedere tutto. Proprio non ne avevo. Una lacrima sfuggì dal mio controllo. Mi accasciai a terra, portando le ginocchia al petto. La sala comune era vuota. Il camino era acceso. I divanetti e le poltrone fatti e morbidi. Alcuni libri erano sul tavolino. Davanti a me c'erano due scale. La destra portava al dormitorio maschile. La rampa di scale a sinistra, invece, al dormitorio femminile. Piansi per il dolore. Non mi vergognavo e non mi consideravo patetico perché quando il dolore è troppo nessuno, nemmeno l'uomo più forte al mondo riesce a non soffrire o peggio a non piangere. È impossibile. Dopo dieci minuti sentii la porta aprirsi e qualcuno mi offrì la mano. Alzai lo sguardo e vidi mio padre. Era troppo uguale a me. Stessi lineamenti, stesso mento, stesso viso, stessi capelli ribelli e mori, stessi occhiali rotondi che si adagiavano sul naso coprendo gli occhi color cioccolato pieni di lacrime. La sua mano era dolcemente tesa verso di me. Dietro di lui c'erano Remus, con due barrette enormi di cioccolata, aveva gli occhi tristi e i capelli ordinati. Poi c'era Sirius, dietro a destra di mio padre, i capelli erano lunghi, curati e neri. Gli arrivavano alle spalle. Non oltre. Gli occhi cercavano di essere forti ma erano pieni di lacrime anche se celate. Le labbra erano secche, era evidente. E i lineamenti tristi, sciolti. Troppo sciolti. Poi c'era mia madre. Occhi bellissimi, come i miei, verde smeraldo. Ciglia curate così come i lunghi capelli rossi. Il viso dolce era in lacrime e gli occhi, che di solito emanavano felicità e dolcezza, ora erano tristi e sofferenti. Dopo un minuto che sembravano millenni, afferai la mano di mio padre. Lui mi tirò su e mi trascino in un abbraccio. Niente parole. Solo un gesto. Un abbraccio. Che però vale molto più delle parole. Perché, come disse una volta Remus, "Le parole non valgono niente, sono i fatti che valgono e che rimangono". Una volta staccati vidi il suo viso in lacrime. <<Papà...>> provai a dire ma mi bloccò. <<Shh...>> mi zittì <<Non dire nulla>> continuò e io corsi nelle braccia di mia madre. Lei ricambiò l'abbraccio, strigendomi forte e passandomi una mano tra i capelli. Quando ci staccammo sentii Remus attirarmi a sé, dolcemente. Mi piaceva abbracciarlo. Ma ero ferito dal fatto che il mio padrino non lo aveva fatto prima di lui. Una volta che ci stingemmo forte, guardai Sirius. Era impassibile. Come se non gli importasse di me...
(Vi consiglio ora di mettere la canzone sopra "Losing your memory")
Mi guardò sensa battere ciglio. Per fortuna i miei occhi erano già lucidi. Nessuno dei due voleva fare il primo passo. I miei genitori e Remus ci guardavano confusi, con il sopraciglio alzato. Passarono minuti impassabile. Remus e James sbuffarono e ci spinsero uno verso l'altro. Remus spinse Sirius e mio padre me. Alla fine mi abbracciò più forte di quanto avessero fatto gli altri e io sorrisi mentre una lacrima piena di dolore mi passava sulla guancia per poi andare a toccare la sua giacca. Quando ci staccammò ci misimo tutti e cinque sui divani e le poltrone. Inutile dire che iniziammo a ridere. Così fino alla fine del giorno...

ANGOLO ME
Ciao ragazzi! Allora volevo solo chiedervi se vorreste un capitolo dedicato alla Jily!!?!
Anna👑💫

The return to the past [1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora