CAPITOLO 11

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                              JENNIFER POV

Batto le palpebre assonnata.
La mia faccia è completamente schiacciata sul
cuscino che ricordavo più comodo a dire il vero, Aspetta.

Do una sniffata alle lenzuola , questo non è il profumo del mio ammorbidente alla fragola, ma ha un odore decisamente più forte.

Mi alzo di scatto ma me ne pento immediatamente perché mi sento come se mi avessero tirato una mazza da baseball sulla fronte e noto una garza attorno al mio polso.

Riesco a ricordare qualcosa di ieri, ho ballato, mi sono divertita e poi una stanza vuota, dopodiché un buco nero.

Mi guardo attorno allarmata. E se qualche zotico mi avesse  rapita? È un opzione plausibile dato che questa è decisamente la camera di un maschio.

Lattine di pepsi accartocciate su una mensola, una piccola poltroncina malandata posta di fianco al letto, cartoni della pizza e una sfilza di vestiti stesi sul pavimento.

Quando mi giro verso la porta e vedo il pomello
girarsi in modo lento mi nascondo sotto le coperte come se fossi una bambina di sei anni e nel momento in cui sento quell'inconfondibile risata tiro un sospiro di sollievo.

"È normale che tu non ricorda niente." Sposto la coperta sotto al mento e vedo Jackson entrare in camera con indossa solo dei pantaloni grigi di tuta e rigorosamente senza maglietta.

"Esci!"

"Sei in casa mia, dormi nel mio letto e hai i miei vestiti addosso." Precisa. Solo ora mi rendo conto della gravità della situazione in cui mi trovo.

"Oddio, mio padre mi ucciderà, avrà chiamato la polizia e chiamerà mia madre sicuramente." Impreco.

"Ho mandato un messaggio dal tuo telefono dicendo che dormi da Cloe." Alza gli occhi al cielo come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Afferro il cellulare dal comodino e trovo venti chiamate perse dal numero di Cloe.

Levo il lenzuolo e invece del mio pigiama di seta ho una felpa lunga e dei calzettoni che mi arrivano sopra al ginocchio.

"Tieni questo." Mi poggia sulle gambe una scatola con all'interno una bottiglietta d'acqua dei salatini e qualche bustina di Tachipirina.

"Grazie, sei gentile." Abbozzo un sorriso.

"Hai un aspetto orribile e russi, quindi no."

"Abbiamo dormito insieme?!"
ormai non do più peso ai suoi insulti, più che altro mi rendo conto che ho davvero dormito nello stesso letto di Jackson Warren, e ho anche russato, ottimo.

"Ti piacerebbe Houston, io ho dormito sul divano."

Certo che non ha dormito con te stupida!

"Dimmi chi è stato." Si avvicina di colpo al mio viso e mi guarda minaccioso.

"A fare cosa?"

"Jennifer, c'era della droga nel tuo drink e ti ho trovato da sola in uno stanzino priva  di sensi, quindi dimmi la verità."

Sgrano gli occhi e lo fisso esterrefatta. No, non è vero, io non ho neanche mai toccato una sigaretta e solo ieri a quasi diciotto ho assaggiato per la prima volta i superalcolici.

"È stato per caso quel decerebrato di Ash? È stato lui a drogarti? Non mi è mai piaciuto quel tizio!" Dice in tono accusatorio.

"No, certo che no! Come fai ad essere così sicuro che era droga quella nel mio drink?"

Ad un passo da te ||Àron PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora