Dopo aver perlustrato ogni angolo della casa sia dentro che fuori, decido di andare a fare un giro per visitare il quartiere e per vedere se c'è qualche negozio di oggettistica perchè voglio dare un tocco di personalità alla mia camera. Ho sempre adorato decorare, creare ed abbellire, ecco perché sogno di diventare un architetto di successo, sarei disposta a tutto pur di riuscirci.
"Io vado a fare una passeggiata." Dico
attraversando il soggiorno."So che ormai sei grande, ma cerca di non allontanarti troppo." Dice mettendo in pausa il film che era intento a guardare.
Apprezzo la sua preoccupazione ma mi limito ad annuire, non sarò di certo la persona con il senso dell'orientamento migliore del mondo ma tra meno di un anno saró maggiorenne, ancora non ci credo.
C'è una piacevole aria frizzantina e un sole delicato che mi accarezza i capelli facendoli sembrare di seta.
Spesso mi capita di ripensare a quando vedevo le mie coetanee andare ai balli di fine anno o ai mega party o addirittura fare viaggi da sogno con i loro fidanzati e puntualmente un senso di rimpianto mi travolge.
Anche se con tutte le migliori intenzioni del mondo, mia madre madre mi ha abituata a pensare solo ed esclusivamente allo studio. Dovevo essere obbligatoriamente la migliore in tutto ciò che facevo e la cosa era stressante.
Venire qui a New York, anche se mi fa male dirlo perché amo mia madre, è stata una sorta di liberazione da tutto quello stress e quell'ansia. Voglio che le cose inizino a prendere una piega diversa.
"Attenta a dove vai!" I mei pensieri vengono brutalmente interrotti da una voce profonda.
Alzo la testa e scorgo due occhi neri scrutarmi.
Zigomi forti e labbra carnose che si uniscono in una linea ben definita. T-shirt bianca attillata che mette in risalto il suo fisico allenato.Sbatto le palpebre e la mia attenzione torna sul suo viso dove noto una espressione accigliata.
"Scusami, ma non c'è bisogno di arrabbiarsi." Davvero dovrei mettermi a litigare con un perfetto sconosciuto perché per sbaglio l'ho urtato?
"Imbranata."Dice a bassa voce, ma non abbastanza dato che riesco a sentirlo forte e chiaro.
"Per piacere sei ridicolo." Controbatto.
Ho molti difetti e ne sono consapevole, ma non riuscire a starmi mai zitta è probabilmente in cima alla lista, altro motivo per cui i miei compagni di scuola a Boston non mi tolleravano."Ho di meglio da fare che mettermi a litigare con una ragazzina." Dice con tono provocatorio, ma che problemi ha? Ha iniziato lui? E poi nessuno può usare questo tono con me.
Mi avvicino e gli do un pugno sul braccio con tutta la forza che ho ma lui sembra non sentire il benchè minimo dolore e la cosa mi urta.
"Tiri pugni a tutte le persone con cui ti scontri?" Chiede continuando a mantenere quel fastidioso sorrisetto stampato sul viso.
"Ti sembrerà strano, ma l'unica faccia da cazzo sei tu." Dico lanciandogli una delle mie peggiori occhiatacce e nonostante ciò lui continua a mantenere il suo ghigno divertito.
"Sono Jackson." Si presenta.
"Jennifer Houston." Rispondo secca.
"Bene Jennifer, spero di rivederti presto." Mi fa un occhiolino per poi tornare alla sua corsa veloce lasciandomi lì impalata.
Quando giro la testa per guardarlo vedo che lui ha fatto la stessa cosa nel medesimo momento. Ci lanciamo un occhiata fugace per poi tornare alle rispettive direzioni.
Non ho molta esperienza per quanto riguarda la comunicazione con il sesso maschile ma credo sia normale sentirsi nervosi e avere i brividi sulla schiena no?
Dopo aver cercato in tutti i vicoli di Inwood finalmente trovo un negozietto dell'usato che dalle cose esposte in vetrina mi inspira molto ma purtroppo è chiuso, effettivamente si è fatto abbastanza tardi.
Appena inizia a fare buio decido di rientrare e con l'aiuto del mio fedele google Maps ci metto pochi minuti.
Dopo essermi fatta una bella doccia calda mi tuffo letteralmente sul comodo letto quando sento una voce dal piano di sotto.
"A TAVOLAAA!" Purtroppo per me il mio appetito supera di gran lunga la voglia di dormire.Fosse per me mangerei a tutte le ore del giorno e della notte anche se dalla mia corporatura piuttosto esile non si direbbe.
Arrivata in cucina le mie narici vengono invase da un profumino delizioso. Lily deve essere una brava cuoca.
Sulla tavola c'è un vassoio con del pollo al forno e le patatine fritte. Probabilmente sta cercando di comprarmi ma finché il mio stomaco è sempre pieno non mi interessa.
Vedo sia Lily che mio padre addentare la loro coscia di pollo e mi sento molto sollevata dal fatto che non mangino cibi sofisticati, non sarei psicologicamente pronta.
"Sei pronta per il tuo primo giorno di scuola?"
Chiede Lily con eccessivo entusiasmo. Grazie per avermi ricordato che domani avrò tutti gli occhi puntanti addosso."Si sono pronta." Mento spudoratamente.
"Andrà sicuramente alla grande, sei una Houston tesoro. Sei una vincente." Mi incoraggia mio padre. Questo mi è mancato veramente tanto.
Una volta aver terminato la cena con una sostanziosa fetta di torta al cioccolato, vado in camera mia, apro un taschino del mio zaino da viaggio che ancora non ho disfatto del tutto e tiro fuori una Yankee Candle a la accendo, solo così posso dormire in tranquillità, spengo le luci e mi rannicchio sotto al piumone.
Quando il dolce aroma invade la stanza e resto in compagnia della debole fiamma della candela, mi lascio beatamente andare con uno sbadiglio.
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Ad un passo da te ||Àron Piper
ChickLit"Sei stressante e davvero non ti sopporto più. Hai divorato le mie idee e mi hai fatto piangere senza motivo. Hai fatto capire anche ad una persona fredda come me l'importanza di un bacio quando le parole non potevano calmarmi. Mi hai insegnato l'im...