"Jennifer, non aprire agli sconosciuti, ogni volta che esci ricordati di chiudere la luce, non ti azzardare a dare party, non possono entrare maschi." Ordina mio padre mentre mi punta un dito contro, probabilmente provando ad essere minaccioso ma non gli riesce un granché.
"Mi raccomando Jenny, annaffia le ortensie, ci tengo molto." Interviene Lily entrando nel salotto trascinando due trolley viola che fanno pendant con il suo maglione largo.
A volte mi chiedo se Lily sia a conoscenza del passato turbolento di mio padre.
Dal modo in cui lo guarda con ammirazione o sa tutto e lo ama così com'è oppure non è a conoscenza proprio di niente.
Mi sento un po' in colpa per non essermi minimamente preoccupata di come stessero i suoi genitori, ma oggi ho la testa da un'altra parte.
Mio padre prende le ultime cose per portarle di fuori e le carica nel bagagliaio mentre io lo seguo con pantofole e vestaglia passo passo come un cagnolino.
Mi sembra di rivivere un dejavù, mio padre con delle valige di notte, io con un braccio ingessato che lo rincorro pregandole di non andarsene con la differenza che almeno questa volta ho la sicurezza che non rivedrò tra dieci anni.
"Posso sapere perché partite proprio alle 10.00 di sera?" Chiedo curiosa, non è per niente una cosa prudente e poi è da quando sono rientrata stamattina che stanno preparando i bagagli.
"Tesoro, c'è una percentuale di traffico nettamente minore rispetto alla mattinata, dovresti saperlo."
Quando anche Lily lo raggiunge e salgono entrambi in macchina mi avvicino a loro.
"Fate buon viaggio." Sussurro vicino al finestrino per non svegliare il vicinato o forse per non far capire a qualche male intenzionato che da questo momento sono sola a casa, il mio livello di paranoia dopo tutto quello che è successo ha raggiunto altissimi livelli.
"Mi raccomando sta' attenta, ci vediamo presto!" Entrambi mi regalano un enorme sorriso.
Nel momento in cui mio padre mette in moto e accelera, resto lì a vedere l'auto allontanarsi sempre di più finchè non imbocca in altra strada.
Appena mi rendo conto che sono completamente sola ed è buio pesto, corro alla velocità della luce dal marciapiede fino a dentro casa e mi barrico dentro.
Chiudo la porta d'ingresso e quella sul retro a chiave.
Mi precipito in cucina per perdere una pentola che userò come arma nel caso qualcuno dovesse irrompere in casa.Arrivo in camera mia chiudo le tapparelle, tende e accendo il lumicino sul comodino a fianco al mio letto.
Mi metto sotto le coperte con la pentola a portata di mano e rimugino.
Penso che è passato solo un giorno da quando Sandy mi drogata e già mi sento appassire completamente, mi sento sporca,
Come se in questo momento non ci sia luce nella mia vita, non mi sono mai sentita peggio di così in quasi diciotto anni di vita. È la sensazione più brutta che abbia mai provato e non la augurerei neanche al mio peggior nemico.Rabbrividisco al pensiero di aver passato venti minuti buoni stesa sul pavimento lercio di quella discoteca e che qualche male
Intenzionate avrebbe potuto anche approfittarsi di me.È una cosa molto triste da dire ma delle volte odio essere una donna. Probabilmente se fossi nata uomo, tutte queste preoccupazioni non le avrei avute, nonostante il fatto che non siamo più nel Medioevo, le donne devono continuare a temere di bere un po' di più o di camminare la sera da sole, di dire una parola di troppo, tutto ciò è rivoltante perché è una situazione che durerà per sempre, la legge del più forte.
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Ad un passo da te ||Àron Piper
Literatura Feminina"Sei stressante e davvero non ti sopporto più. Hai divorato le mie idee e mi hai fatto piangere senza motivo. Hai fatto capire anche ad una persona fredda come me l'importanza di un bacio quando le parole non potevano calmarmi. Mi hai insegnato l'im...