Nora Gonzaga, diciottenne, studentessa di una scuola privata e ultima figlia tra 8 fratelli.
Il Padre è morto a causa di un tumore, ha un rapporto strano con i fratelli, sono i suoi pilastri, la forza per andare avanti in ogni situazione difficile...
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"Lopéz... domani partirai"Sussurro guardando il soffitto della mia camera "Già..." "Che farai nelle tue giornate?" "Beh... farò innamorare altre ragazzine... poi uscirò con una di loro ogni sera, fino a quando non verrai a trovarmi" "Potrei nascondermi nella valigia, sappilo" "E i vestiti?" "Quelli li tengo qui, così quando torno dal viaggio avrò pezzi di te a farmi compagnia..." ride e sospiro "Non ti assillerò con le chiamate... ma a quelle che ti farò, rispondi, per piacere..." lo guardo e lui annuisce. Siamo stesi sul letto uno difronte a l'altra. Sta facendo scontrare le nostre fronti e i nostri nasi.
"Ora che ha vinto il tuo progetto che succederà?" chiedo e sorride "Gli scatti... faranno un tour Americano e Europeo" sorride "In alcune tappe ho intenzione di portare la modella con me... Ovviamente però prima.. devo proporlo all'avvocato della ragazzina..." Sorride sulle mie labbra. Mi scosto di poco. "Guardami negli occhi e dimmi che sei serio" dico accarezzandogli la guancia con le dita. Scuote i capelli e mi guarda. "Porterò la modella con me nelle tappe più fattibili... sempre che lei ne abb-" lo bacio e non gli faccio finire la frase "Non dirlo neanche per scherzo!" lo guardo e si sporge per prendere il mio labbro inferiore con i denti. "Bene... a questo punto, bisogna far firmare le carte al manager e all'avvocato" "Che sono la stessa persona" sussurro guardando le sue labbra.
Lo bacio ancora e ancora. Mi alzo dal letto e prendo la mia felpa preferita, la felpa più speciale, maschile, che ho nella cabina armadio. Torno sul letto con questa tra le mani e lo guardo "Questa è tua" Si sistema sul letto e mi guarda confuso. "Mia?"Annuisco.
"E' un modo per tenermi con te... più o meno" rido e lui abbassa lo sguardo. "E' la felpa a cui tengo di più, ha un valore affettivo e quindi voglio darla a te..." "Vieni qui" Mi abbraccia e mi culla.
Intreccia la sua mano con la mia e stringe la presa.
Nasconde la testa nell'incavo del mio collo e passo la mano libera nei suoi capelli. "Questo, allora, è il mio modo per farmi portare sempre con te..." sussurra e poi mi guarda negli occhi. Toglie l'anello del mignolo e me lo da. "Me lo regalò mia madre per il mio dodicesimo compleanno" sorride e mi prende la mano e infila l'anello al mio pollice.
