Piccola anima

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L'idea per la prima parte di questo capitolo mi è venuta proprio ascoltando questa bellissima canzone. Se vi va, provate a metterla in sottofondo mentre lo leggete. Credo che dia un effetto diverso al tutto e che vi permetta di immaginare meglio la scena.   https://open.spotify.com/track/0vJ1F4W4FZ9lNGxGwyJZZp?si=nwPQoiGaTrCFMwWBF3UJvQ

I giorni successivi furono molto intensi e impegnativi. Tutti noi attendevamo solo il sabato per dimostrare le nostre capacità. Ci eravamo impegnati tanto e non vedevamo l'ora di iniziare la puntata e di risentire il calore del pubblico.

Quel sabato si sarebbero formate le due squadre e toccava a noi decidere i capitani corrispondenti. Ognuno di noi dovette fare un nome, chi seguendo il cuore, chi seguendo una strategia, ma le allieve più votate furono Gaia e Nyv. Era una grande responsabilità, ma ero sicuro che avrebbero fatto il loro meglio per portare la propria squadra alla vittoria. Poi arrivò il momento di formare le squadre e il mio fu uno dei primi nomi che Gaia fece. Un grande sorriso spuntò sui nostri volti e raggiunsi il mio posto dandole il cinque. Quando tutti i nomi furono fatti e noi avevamo già occupato i vari banchi, mi guardai attorno. Si era formata una bella squadra ed ero circondato da molti dei ragazzi ai quali mi ero più affezionato.  Era quasi impossibile non affezionarsi: passavamo ogni giorno insieme, imparando a conoscerci, a scoprire i nostri pregi, così come i nostri difetti peggiori.

Quando fu il momento di iniziare la sfida a squadre il primo nome fatto da Gaia fu proprio il mio. Non me lo aspettavo, ma ero contento che anche lei credesse tanto in me, così come le avevo ammesso anche io qualche sera prima. Avrei dovuto sfidare Giulia, una ragazza con una voce potentissima e una sensibilità assurda. Era molto forte e, per quanto credessi nella mia assegnazione, il timore di non portare il punto a casa c'era.

Andai al centro del palco e iniziai a cantare "Piccola anima". Le immagini di mia sorella erano impresse nella mia mente e pensavo a lei mentre ogni parola veniva emessa dalla mia voce. Ma c'era una frase che mi fece distogliere la concentrazione da Giorgia.

"Quell'uomo infame non ti ha mai capita"

In un attimo mi tornarono in mente le parole di Gaia. I suoi occhi blu colmi di lacrime. La sofferenza che quella canzone aveva riportato a galla. Il bisogno e la fiducia che aveva posto in me per raccontarmi una storia così delicata. La fragilità che soffocava dalla sua grande energia. Presi il microfono in mano e iniziai a camminare intorno a quel palco. Diedi le spalle ai professori e da lontano la guardai negli occhi mentre cantavo quelle parole. Sentendole, un debole sorriso spuntò sul suo volto e tra sé e sé sussurrò un "grazie". Ma non c'era bisogno di ringraziarmi. L'avevo conosciuta da poco tempo, ma mi era bastato per capire che ci fosse qualcosa di speciale in lei. Ritornai a guardare i professori e il pubblico. La musica si fermò e gli applausi riempirono quel momento così emozionante. Notai subito gli occhi lucidi della Pettinelli. Gliene combinavo di tutti i colori, ma nonostante tutto aveva creduto in me sin da subito. Portai il punto alla mia squadra. Ero molto soddisfatto di me stesso.Ritornai a posto e Gaia mi accolse subito in un abbraccio. Le sue braccia mi circondavano forte e mi ringraziò nuovamente. Quel momento venne interrotto dalla voce di Maria.

"Gaia cosa pensi dell'esibizione di Jacopo?" chiese

"Che dire Maria, è stato bravissimo, non gli si può dire nulla. Mi sono emozionata tanto". Si voltò verso di me e mi sorrise di nuovo.

La puntata andò avanti e purtroppo nelle altre esibizioni non ottenemmo sempre il risultato sperato: avevamo perso e alcuni di noi avrebbero dovuto affrontare una sfida nella puntata successiva, me compreso. Eravamo tutti molto dispiaciuti, soprattutto Gaia. Essendo diventata capitano tutta la responsabilità ricadeva sulle sue spalle e le sue decisioni determinavano il risultato. 

Avevamo tutti bisogno di distrarci un po' e poiché ci avevano dato la serata libera decidemmo di andare in pizzeria insieme. Prima di uscire mi rinchiusi nella mia stanza e chiamai Greta. Nei giorni precedenti ci eravamo sentiti solo tramite messaggi e mi mancava molto. Lasciò squillare il telefono solo per pochi secondi e mi rispose.

"Ciao amore mio, come stai?" mi chiese subito.

"Benissimo, ma sono un po' dispiaciuto per come è terminata la sfida a squadre... hai visto la puntata?"

"Sì..." 

La sua voce cambiò immediatamente tonalità. C'era qualcosa che la infastidiva.

"Tutto okay?"

"Certo..." 

Non ne ero del tutto sicuro, ma decisi di non farci troppo caso.

"Ti trovi bene con i ragazzi della tua squadra?"

"Veramente tanto. Sono contento che Gaia mi abbia scelto"

"Mi sembra che abbiate legato molto"

DI nuovo quel tono. Era gelosa, forse?

"Beh sì, in realtà. Abbiamo avuto modo di conoscerci meglio in questi giorni ed è una ragazza fantastica, sia umanamente che artisticamente"

Rimase in silenzio. Era decisamente infastidita da quelle parole.

"Ma così come gli altri, sono tutti dei bravi ragazzi" cercai di rimediare.

"Sì, si vede... Rimanete in hotel questa sera?"

"In realtà pensavamo di farci un giro e magari di andarci a prendere una pizza. Non abbiamo ancora avuto modo di visitare Roma e ci farebbe comodo distrarci un po' dopo questa settimana"

"Se hai da fare ti lascio andare, allora"

"Magari ci possiamo sentire domani, se ti va"

"Va bene... Ciao amore"

"Ciao amore, ti amo"

"Ti amo anch'io"

Riattaccò. Mi dispiaceva che fosse così infastidita. Non avevamo avuto modo di parlare molto negli ultimi giorni e mi era sembrata così distante e fredda. Non capivo quale fosse il problema. Io e Gaia eravamo solo amici e non mi sembrava di aver fatto niente di male. 

Ero seduto sul letto e non riuscivo a capacitarmi della reazione di Greta. Ad un certo punto Nico entrò in camera per avvisarmi che stavano uscendo. Mi era passata la fame, ma decisi che mi avrebbe fatto bene prendere una boccata d'aria tra le vie di Roma.



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