Quel tocco delicato

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Quella notte non riuscii a chiudere occhio. Erano ormai le sei del mattino e le prime luci dell'alba avevano già iniziato ad oltrepassare la tapparella. Controllai nuovamente se ci fossero notifiche su whatsapp. Niente. Non riuscivo più a stare in quel letto e ormai non aveva nemmeno più senso. Mi alzai di scatto e mi diressi in bagno per farmi una doccia veloce. I primi getti d'acqua furono gelidi e, oltre alle imprecazioni di prima mattina, quella doccia fredda riuscì a togliermi un po' di stanchezza di dosso e a farmi chiarire le idee. Io ce l'avevo messa tutta per cercare di chiarire la sera precedente, ma nulla sembrava funzionare. Se anche lei teneva a questa relazione avrebbe provato a venirmi incontro. Una cosa era certa: ora più che mai dovevo concentrarmi solo sulla musica e sulla sfida che avrei dovuto fare il sabato successivo. Non volevo altri pensieri per la testa.

Mi guardai allo specchio prima di prepararmi ad uscire. Avevo delle occhiaie che facevano paura. Ci mancavano solo quelle. Cercai nel borsone gli occhiali da sole. Per fortuna li portavo sempre con me. Uscii dalla camera e andai subito a prendermi il primo di una lunga serie di caffè. Il bar dell'hotel era ancora vuoto, ma lentamente i miei compagni iniziarono a svegliarsi e a raggiungermi.

"Sei andato a fare serata stanotte e non mi hai detto nulla, bravo Giacopo, tu si che sei un amico" scherzò Stefano riferendosi agli occhiali che nascondevano le occhiaie.

"Si Neno sono scappato stanotte, la prossima volta ti vengo a chiamare e ci andiamo insieme" stetti al gioco nonostante non ne avessi nemmeno le forze.

"Notte insonne?" chiese Gaia che nel frattempo ci aveva raggiunto e si stava sedendo con noi.

"Diciamo di sì" dissi abbassando lo sguardo e ritornando a guardare il mio caffè. Era già finito da un po', ma continuai a girare con il cucchiaino lo zucchero rimasto sul fondo. Non mi andava di parlare con nessuno quel giorno. Era a malapena iniziata e già non vedevo l'ora che quella giornata terminasse.

"Voi avete studiato?" chiese Giulia sedendosi accanto a me, posando la dispensa della Pettinelli sul tavolino. 

"Sì, però devo ripetere un po' prima dell'interrogazione. Non ricordo bene alcuni concetti" rispose Gaia.

"Credo che improvviserò" disse ridendo Stefano.

"La Pettinelli interroga? Siete seri?" chiesi. 

Giulia annuii. Cazzo, me ne ero completamente dimenticato. Mi alzai di scatto e tornai in stanza per andare a prendere la dispensa. Non sapevo nemmeno su cosa avrebbe interrogato. Ero nella merda. Dovevo pure recuperare il quattro della settimana precedente. Mi avrebbe chiamato anche oggi. Sicuro. 

"Ehi non ti ho visto stamattina. Sei uscito presto?" mi chiese Nico uscendo dal bagno.

"Sì, avevo bisogno di prendere una boccata d'aria" risposi continuando a sfogliare la dispensa.

"Stai ripetendo?"

"In realtà dovrei iniziare a studiare, ma non so nemmeno da dove iniziare"

Si sedette vicino a me e prese il libro in mano. Sfogliò qualche pagina e si fermò a quella su Mogol e Battisti. Continuai a sfogliare le pagine di quel capitolo. Erano parecchie e avevo solo mezz'ora prima di andare in studio.

"Hai bisogno di una mano per studiare?" mi propose notando la mia preoccupazione.

Per quanto trovassi interessante conoscere meglio la storia della musica, la teoria non era il mio forte. Mi distraevo facilmente e i concetti non mi entravano in testa. Preferivo di gran lunga esercitarmi nel canto e mettere direttamente in pratica le mie conoscenze.

"Se per te non è un problema, mi faresti un grande favore Nico"

Nicolò, invece, non aveva troppi problemi nello studio. Aveva la fortuna di avere una memoria fotografica e gli bastavano pochi minuti per memorizzare i concetti principali di ciascuna pagina.

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