"Non me ne vado più" (Capitolo 10)

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"Cose c'é?"

Chiese Sofia, avendo visto il suo improvviso cambio d'umore.

"Stavo pensando ad una cosa"

Disse per poi rimettersi composto sul divano, e lo stesso fece lei.
Fece un lungo respiro e poi decise di parlare.

"Sofia, io voglio ripartire da capo con te. Voglio rimediare a tutto il dolore che ti ho fatto, e se tu me lo permetterai..."

Intanto Sofia era in lacrime, non poteva credere che la persona che tanto amava era di nuovo lì con lei.

"Voglio prendermi cura di te e del bambino"

Continuò lui, prendendo le mani della ragazza.

"Oh Niccolò, ma certo..."

Disse per poi mettere le braccia intorno al suo collo e stringerlo forte a se.

"Mi sei mancato"

Disse, ancora sulla sua spalla, in lacrime.

"Anche tu, tanto"

Ad entrambi sembrava di essere tornati adolescenti, quando per messaggio si dicevano "mi manchi", scritto solo cinque minuti dopo che s'erano visti.
Eppure ad entrambi manca essere adolescenti, manca essere spensierati e senza problemi che in quel momento stavano vivendo da adulti.
Dopo anni ed anni di lontananza, erano riusciti a rincontrarsi.
Coincidenza o destino?
Qualunque cosa sia stata, erano così contenti di essersi potuti incontrare e risolvere tutte le cose passate.
Dopo quel lungo abbraccio, la ragazza lo baciò e lui approfondì il bacio, e il secondo fine era chiaro a tutti e due.
Ne avevano così bisogno, aspettavano da tanto che questo momento ritornasse e lo desideravano tanto.
Sofia mise le gambe attorno alla vita di Niccolò, che si alzò e la portò nella camera da letto.
L'adagiò delicatamente sul morbido materasso, e riprese a baciarla con foga.
Era strano riprovare quelle sensazioni dopo tanto tempo, ma erano belle ed eccitanti allo stesso tempo.
Finalmente, erano tornati ad essere felici.
•••
La mattina seguente arrivò, e con essa anche la luce del sole che si faceva spazio tra la serranda della finestra.
Sofia dormiva ancora, mentre Niccolò era in cucina che preparava la colazione, quando improvvisamente sentì qualcuno piangere e alcuni lamenti.
Si precipitò nella camera dove si trovava Sofia, e la ritrovò tremante a piangere con le mani sul viso.

"Sofia, cos'è successo?"

Chiese preoccupato.
Appena lo vide, lo abbracciò forte e cominciò a sentirsi meglio.

"H-ho sognato che t-tu andavi di nuovo via da me, e-e quando mi sono svegliata h-ho visto che non c'eri e mi sono spaventata..."

Disse singhiozzando e balbettando, e lui le asciugò le lacrime che le rigavano il viso.
Aveva rifatto di nuovo lo stesso sogno.
In realtà era da un pò che non lo faceva, precisamente dal giorno in cui era tornato.
Da quando era andato via, era suo solito fare questo sogno: si svegliava e affianco a lei non c'era Niccolò, e aveva un attacco di panico.
Tutte le notti lo stesso sogno, anzi incubo.
Ma quella volta fu diverso, diverso perché quella volta lui c'era.

"Io sono qui, non me ne vado più"

Disse sorridendo, e lei annuì per poi asciugarsi velocemente le lacrime.

"Su, adesso vieni che ho preparato la colazione"

Le diede una carezza sotto al mento, e lei annuì sorridendo e poi andò in bagno a darsi una sciacquata.
Poi andò in cucina e trovò Lorenzo a fare colazione insieme a Niccolò, e sorrise istintivamente.

"Ma buongiorno"

Disse arruffando i capelli del piccolo, che sorrise.

"Che ne dite se oggi andiamo a pranzo fuori?"

Chiese lui, mordendo un biscotto.

"Siii! Ti prego mamma!"

Urlò eccitato Lorenzo, guardando sua mamma.

"Certo"

Rispose sorridendo.
Era tornato tutto alla normalità, se non ancora meglio.
Adesso Sofia aveva una famiglia, e non poteva chiedere di meglio.
Ma quanto durerà tutto questo?
•••
Andarono in un ristorante che Niccolò conosceva, dove facevano un'ottima carbonara.
Sembravano la famiglia perfetta, quelle famiglie che si vedono in TV, quelle sempre felici.
Lorenzo aveva finalmente un padre, Sofia aveva una persona che amava al suo fianco e Niccolò lo stesso.
Non si poteva desiderare di meglio, no?
Eppure nessuno dei tre sapeva che il destino stava per giocargli un brutto scherzo, uno bruttissimo scherzo...
•••
Dopo che Sofia aveva insistito tanto a dividere il conto, non riuscendoci, Niccolò stava al bancone per pagare e mentre madre e figlio erano fuori ad aspettare.

"Mamma"

Richiamò l'attenzione Lorenzo.

"Dimmi"

Disse abbassando lo sguardo verso di lui.

"Ma adesso Niccolò é il mio nuovo papà?"

Chiese innocentemente lui.
Lorenzo sapeva solo che suo padre era partito per un lungo viaggio, e che prima o poi sarebbe tornato, e alla ragazza parve il momento giusto per dirgli la verità.
Si, aveva solo sei anni, ma non voleva che lo scoprisse troppo tardi, d'altronde é pur sempre suo padre.

"Vedi Lorenzo, io ti ho sempre detto che papà era partito, ricordi?"

Disse calandosi alla sua altezza, e lui annuì.

"Ecco, Niccolò é il tuo padre, é tornato"

Disse quasi con le lacrima agli occhi.
Quasi non credeva nemmeno lei alle sue parole, sembrava un sogno.

"Quindi lui é il mio papà?"

Chiese incredulo, con occhi sognanti, e lei annuì con le lacrime agli occhi.

"Ecco, possiamo andare"

Disse lui uscendo dal ristorante, dopo aver pagato.
Non appena Lorenzo lo vide, gli prese la mano e gliela strinse, cominciando a camminare.

"Andiamo papà"

Niccolò si bloccò di colpo.

"Come mi hai chiamato?"

Chiese sorridendo, molto felice di sentirsi chiamato in quel modo.

"Papà... Ho sbagliato?"

Chiese, pensando di aver detto qualcosa di male.

"Nono, anzi!"

Lo prese in braccio e poi lo strinse a se, sotto lo sguardo commosso di Sofia.

State bene attenti alle parole in grassetto...🙊 (nel testo sopra intendo)
Penso che questa storia non supererà i 15 capitoli, e mi dispiace.
Sono stata troppo frettolosa nel postare, dovevo aspettare un altro pò.
Ma ormai quel che fatto é fatto, e non si torna indietro.
Mi dispiace di starvi deludendo, davvero.
Sto scrivendo un'altra storia, ma questa volta cercherò di trattenermi.
Scusate l'ora💓
Ciaoo🙈🙈

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