Il silenzio (Capitolo 17)

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Flashback

Adriano e Niccolò erano in studio, come quasi ogni giorno, quando improvvisamente quest'ultimo comincia a toccarsi il petto sentendo tanto dolore. Poggia le mani sulla gola, sentendo il respiro mancare, per poi accasciarsi per terra e perdere i sensi. La sua faccia diventava sempre più viola.
L'ultima cosa che vide fu il viso spaventato del suo migliore amico, che subito dopo chiamò l'ambulanza, molto agitato.

Fine flashback

Adriano non faceva altro che pensare a quella scena accaduta poche ore prima, ormai era come un chiodo fisso nella sua mente.
Cominciò a darsi piccoli schiaffi sulla fronte, cercando di spazzare via quei brutti pensieri che giravano per la sua mente.
In quel momento erano seduti di nuovo su quelle scomode sedie, ad aspettare notizie.

"Tu lo sapevi...?"

Chiese la ragazza guardando un punto non definito davanti a lei.

"Sapevo cosa?"

Chiese lui a sua volta, molto confuso.

"Che il tumore è tornato"

"Non sapevo niente come te, anche se..."

Abbassò lo sguardo verso il pavimento, non riuscendo a guardare la ragazza negli occhi.

"Anche se...?"

Fece un grosso respiro, per poi cominciare a torturarsi le mani.

"L'altro giorno, quando ero in studio, ho trovato alcune pastiglie in bagno, non so di preciso a cosa servissero... Magari non erano nemmeno sue..."

La ragazza mise le mai tra i capelli, poggiando i gomiti sulle sue gambe.

"Certo che erano sue..."

Sofia solo in quel momento cominciò a fare due più due, ed era tutto molto più chiaro.
Il suo comportamento così strano, non mangiava più come prima, ed era persino dimagrito.

"Come fai ad esserne sicura?"

Chiese, questa volta voltandosi verso di lei e guardandola negli occhi, ormai rossi.

"Andiamo Adriano! É da tempo ormai che Niccolò non é più quello di prima!"

Sbottò lei, per poi aprire le braccia e lasciarle cadere in giù.

"Dovevo capirlo! Dovevo capire che stava male e aveva bisogno d'aiuto! Mi ripeteva sempre in continuazione che stava bene..."

Ed ecco i sensi di colpa che salivano.

"Sofia..."

Poggiò una mano sulla sua spalla, facendola voltare.

"Niccolò ce la farà, perché é forte. Ha già passato tutto questo, e sono sicuro che ci riuscirà di nuovo"

Lei annuì, per poi poggiare la testa sulla sua spalla.
Tutto d'un tratto, la porta della stanza si spalancò, facendo sobbalzare i due ragazzi, e da essa uscì il dottore di prima, che a passo svelto si diresse in un'altra stanza dell'ospedale.
I due si guardarono molto straniti, e allo stesso tempo preoccupati.
Subito dopo, tornò indietro e Adriano lo bloccò prima che potesse entrare nella stanza.

Quella casa che avevamo in mente||UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora