15 marzo 2020

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Domenica 15 marzo 2020, ore 21:47.

Terzo giorno in cui scrivo queste pagine di diario. Sembrerà strano, ma il tempo sta relativamente volando. Certo, la strada è ancora lunga. Difatti, mancano ancora diciannove giorni prima che questa quarantena forzata finisca. O meglio, al momento mancano diciannove giorni. 

Purtroppo i dati relativi alla situazione in Italia non sono migliorati: oltre 2.850 contagi in più, più di 360 deceduti, ma una nota positiva c'è, perché risultano essere guarite 369 persone. Magari, prima o poi, questa situazione limitante sotto tutti i punti di vista terminerà una volta per tutte. Quando in televisione, tra una pausa pubblicitaria, passa lo spot promozionale che tenta in tutti i modi di propagare le norme di comportamento per contenere e per far finire il prima possibile questa catena di contagi, mi fermo a guardarle, quelle norme infinite, e spero che la gente le legga attentamente, che decida di fare del bene, per se stessi e per gli altri, e di seguirle. 

Il flash-mob del giorno consisteva nell'utilizzare le torce del telefono. Il progetto voleva riunire gli italiani sui balconi delle loro case, tramite una semplice azione, ossia puntare le torce dei loro dispositivi elettronici verso il cielo, con la speranza che un satellite potesse immortalare l'Italia in tutto il suo splendore, illuminata da noi, i suoi abitanti, che per quanto incivili possiamo risultare spesso e volentieri, ora più che mai siamo tutti uniti, ci teniamo per mano a distanza, e speriamo di poterlo fare presto con un contatto fisico. 

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Prossima parte: martedì 21 aprile 2020, ore 12:00.

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