17 marzo 2020

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Martedì 17 marzo 2020, ore 21:53.

Anche questa giornata sta per concludersi. È la quinta che documento in questo "diario di quarantena". Sicuramente scrivere poche righe ogni giorno è un'attività che colma la noia. A me scrivere è sempre piaciuto, sin da quando ero piccolo. Non ho mai scritto un diario, tantomeno ho mai avuto un'agenda, perché la mia costanza, in questo tipo di situazioni, è veramente minima. Però mi sono cimentato diverse volte nell'ideare alcune storie, sperando di poterle completare, un giorno. Senza ombra di dubbio, scrivere queste riflessioni quotidianamente è confortante. Purtroppo non lo sono i dati condivisi oggi: i contagi aumentano a quasi 3000, 345 i morti e quasi 200 i guariti. Cifre che non fanno sperare in nessun risultato positivo, o almeno, non nell'immediato futuro. Dobbiamo attendere, questo sicuramente, ma dobbiamo, soprattutto, rispettare le normative, e purtroppo non tutti lo stanno facendo. 

Oggi pomeriggio, ad esempio, nel cortile interno del mio condominio, c'erano dei ragazzi che stavano chiacchierando come se nulla fosse. Non ho avuto la possibilità di affacciarmi dalla finestra per poter vedere cosa stessero facendo precisamente, ma li sentivo ridacchiare e parlare del più e del meno. Mi dà rabbia vedere come moltissime persone stiano prendendo questa situazione sotto gamba, come se fosse un gioco o, peggio ancora, un periodo di vacanza. Non lo è affatto. Anzi, non le avremo nemmeno le vacanze, se la situazione continua in questo modo. Specie mi dà rabbia vedere come ragazzi della mia età si comportino come se nulla fosse. Anche personaggi pubblici, come attori e conduttori, condividono messaggi sbagliati con i propri followers. Essere esposti così come lo sono queste persone può essere bello e divertente, quanto pericoloso e stressante. Purtroppo, molte persone prendono spunto dai loro beniamini; li copiano in tutto quello che fanno o dicono. Sarebbe bene che condividessero messaggi e comportamenti adatti alla situazione, piuttosto che sminuirla. Comprendo perfettamente che restare chiusi in casa per ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette, sia difficile da sopportare, lo capisco veramente; ieri sera, prima di addormentarmi, avevo la sensazione che mi mancasse l'aria, perché mi sono ritrovato in queste quattro mura che delimitano la mia camera, e sono le stesse quattro mura in cui dovrò restare ancora a lungo. C'è da considerare che è uno sforzo che tutti dobbiamo fare, ma usciremo da questa situazione, prima o poi. 

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Prossima parte: martedì 28 aprile 2020, ore 12:00

Tornare alla normalitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora