Capitolo 7

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Odiavo il suono frastornante della campanella che dava l'inizio delle lezioni, ma purtroppo fui obbligata ad avviarmi in classe.

Camminavo per i corridoi tranquillamente, come se attorno a me non ci fosse nessuno, quando improvvisamente venni strattonata nel ripostiglio della scuola, dove gli inservienti avevano i loro attrezzi.

«Ma sei stupido?» chiesi respirando pesantemente. «Mi hai fatto prendere uno spavento.»

«Ho due ore consecutive di lezione e cinque minuti al massimo di ritardo. Che fai, me lo dai un bacio o no?» sorrise.

«Detto fatto.» dissi subito dopo avergli stampato un bacio.

«Se questo lo chiami bacio, quello che sto per darti non so cosa sia.» rise per poi avventarsi sul mio labbro inferiore mordicchiandolo.

«Cazzo Ander, non qui.» cercai di dire, ma invano dato che non voleva saperne di allontanarsi.

Sorrisi al notare quanto fosse bello e intenso quel momento. A quanto lui dopo un giorno aveva bisogno di assaporarmi e vedermi.

Le nostre lingue ormai si conoscevano abbastanza nonostante fosse passato un giorno dal nostro primo bacio e ciò non poté che rendermi fiera.

«Piccolo bad boy è l'ora di andare.» risi staccandolo da me e facendolo lamentare.

«Hai rovinato un momento fantastico.» sbuffò toccandosi il ciuffo.

«Sai bene che se ci beccano siamo fottuti.»

«Chi vuoi che ci trovi in un ripostiglio degli inservienti?»

«Non lo so, gli inservienti forse?» risi colpendolo al petto in maniera innocua.

«Cazzo, devo andare.» guardò l'ora sul suo cellulare. «Ci vediamo dopo nei corridoi, okay?» mi baciò a stampo prima di uscire non permettendomi di rispondere.

Scossi la testa ormai arresa ed uscii da quello stanzino polveroso dirigendomi in classe.

«Qualcuno ha cercato di violentarti?» rise Carla, la mia compagna di banco. «Ho visto come un braccio ti ha tirato nello sgabuzzino.»

«Carla!» le colpii il braccio sorridendo imbarazzata. «Non è successo niente.»

«Oh, non ancora. Il signorino ha dimenticato che quella sia la stanza più controllata di tutto l'istituto.» mi fece andare la saliva di traverso. «Tutto ciò per evitare una scopata tra gli studenti.»

«E tu me lo dici così?» quasi gridai attirando l'attenzione del professore che ci rimproverò. «E adesso che faccio?» abbassai il capo sul banco sussurrando così da non farmi vedere.

«Ander troverà una soluzione.» non distolse lo sguardo dall'insegnante nonostante avesse una penna gironzolare tra le mani.

«Lo spero.» mi misi composta cercando di seguire un minimo la lezione.

«La Signorina Olivia Hernández è attesa in presidenza.» un collaboratore fece intrusione interrompendo il professore.

Spalancai gli occhi non sapendo cosa inventarmi nel caso ci venissero fatte delle domande.

«Ander, siamo nei casini.» sussurrai vedendolo in attesa fuori la porta della mia aula.

Entrammo in presidenza, io come se stessi per perdere la vita e Ander come se stesse per ricevere un regalo.
Come poteva essere così tranquillo?

«Ander?» chiese sorpresa la preside. «C'eri tu nello stanzino?»

«A quanto pare.» fece spallucce.

Dangerous boy || Arón PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora